Capitolo 10

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FEDERICO CHIESA

Penso che il mio problema è che non riesco a togliermela dalla testa. Mi ritrovo infatti disteso sul letto, a fissare il soffitto, mentre gli altri si stanno guardando Camilla che corre a Barcellona. Non me la sentivo di vedere tutta la gara, forse scenderò giusto per gli ultimi giri. Guardo l'ora sul mio telefono e mi rendo conto che ormai è il momento di scendere, se non voglio perdermi anche l'ultima parte di gara. <<Fede, scendi?>> mi chiede, Nicolò, entrando in camera. <<Pensavo di scendere adesso. Come sta andando?>> gli chiedo e intanto, faccio in modo di alzarmi dal letto. <<Sta andando benissimo! Ha già recuperato un sacco di posizioni! Siamo nel punto cruciale della gara.>> mi spiega lui, con enfasi, facendomi segno con la mano di sbrigarmi. Lo seguo verso il salone dove sono tutti riuniti, davanti alla televisione, per vedere le moto correre. La telecronaca è delirante, sta impazzendo per quello che sta accadendo in pista. Fisso la televisione per capire in che posizione è adesso, ma il cambio veloce delle posizioni mi confonde e non la vedo. Appare la segnalazione di una bandiera gialla, viene segnalato il settore tre, eppure non viene nominato il pilota che è caduto. <<Non sarà Camilla, dai.>> dice, ad alta voce, Bonucci, voltandosi verso di noi per capire se siamo d'accordo con lui. Il Mister non stacca gli occhi dalla televisione con sguardo terrorizzato. Deglutisco vedendolo così e un'onda di brutti ricordi mi ritornano in mente. Scuoto la testa e fisso lo schermo con il cuore in gola. Improvvisamente viene mostrata l'immagine di un pilota steso a terra. <<No!>> esclamano in coro i miei compagni di squadra, riconoscendo Camilla. Sgrano gli occhi e mi alzo in piedi. <<Cami, alzati, forza tesoro.>> sento proferire dal Mister queste parole, percependo la sua preoccupazione nel suo tono di voce. Camilla si alza da terra, senza nemmeno provare ad avvicinarsi alla moto che non è inquadrata. Non si muove, appoggia le mani sulle ginocchia e rimane ferma. <<Dio mio!>> afferma suo padre, tirando un sospiro di sollievo, scuotendo la testa. Gianluca Vialli gli batte una mano sulla spalla per incoraggiarlo. <<Stai tranquillo, è in piedi. Sta bene.>> cerca di dirgli con discrezione, ma le sue parole mi risuonano nelle orecchie. Un altro pilota si avvicina a lei e si preoccupa di come sta. La tuta di Camilla è completamente sfregiata. Viene mostrato l'indicente e rimaniamo tutti colpiti dalla violenza con cui la figlia del Mister viene lanciata dalla moto. <<Mamma mia.>> sussurra Matteo Pessina, con gli occhi sgranati. Non riesco a realizzare quanto è appena successo. <<Oh, Cami. Stava andando così bene! Ha fatto una rimonta degna di nota. In questo momento, però, mi interessa solo che stia bene. La chiamerò più tardi.>> parla il Mister, in veste di padre, rivolgendosi principalmente a Gianluca, che è accanto a lui e cerca di sostenerlo. Non penso sia facile vedere tua figlia in queste situazioni. Quanto amore devi provare verso tua figlia, se la incoraggi a praticare uno sport estremo pur di vederla così felice?

Il resto del pomeriggio ci rimane libero. Dopo aver visto la fine della gara, alcuni non hanno ascoltato le interviste ai vari piloti. Anche a Camilla, ad un certo punto, le è stato chiesto come si sentiva e cosa ne pensava dell'incidente. Non si è sbilanciata, è rimasta neutrale nonostante sia stata lei a subire lo scontro e perdere una gara. Sembrava stanca, provata, per niente in forma. <<Il Mister mi ha raccontato che aveva già molte proposte ancora quando era in Moto2.>> mi rivela, Nicolò, sedendosi accanto a me. Sono stato l'ultimo ad arrivare e sarò l'ultimo ad andare via. <<Lei però ha preferito andare a fare l'anno in Germania, ritardando il suo esordio di un anno. Il Mister mi ha detto che lei aveva ancora diciassette anni, e che per entrare in MotoGP bisogna essere maggiorenni. Lei non voleva che cambiassero le regole per farla entrare un anno prima e ha chiesto di posticipare il contratto di un anno.>> e parte delle cose che mi sta raccontando già le sapevo. Era brava anche quando era piccola. Vinceva tutto quello che poteva vincere. <<Era brava. Molto brava. Andavamo spesso a guardarla dal vivo. Mia mamma adora andare a vederla. Mio fratello e mia sorella vanno pazzi per lei.>> sorrido pensando a mia madre che fra poco si colorava anche i capelli quando andavamo a vederla correre. <<Cosa le è successo? Il Mister, quando ci raccontava queste cose, ha fatto intuire che è successo qualcosa che l'ha cambiata. E prima il telecronista parlava di un incidente.>> indaga il mio compagno di squadra. Sospiro e chiudo gli occhi. Non mi va molto di affrontare questo argomento, ma non voglio che venga fuori con lei o con il Mister, se non siano loro i primi a parlarne. <<Ha avuto un incidente e si è fatta male. Molto male. Ha avuto un recupero tosto e davvero lungo e, da come me la ricordo io – ma sono sicuro che molti sono d'accordo con me – ancora adesso non guida come una volta e con la stessa sicurezza.>> dico, sospirando di nuovo mentre mi sistemo i capelli con una mano. Devo togliermi dalla testa quei maledetti ricordi. Mi concedo un respiro profondo, provando a togliere la frustrazione che ho in questo momento. <<Non ne avevo idea.>> sussurra Nicolò, guardandomi fisso negli occhi. <<In effetti, la sera della cena, ho notato una cicatrice sul suo braccio.>> mi rivela, stringendo le labbra, formando una linea sottile. Annuisco e chiudo gli occhi. <<Quella le è rimasta dopo l'ennesimo intervento che le hanno fatto al gomito.>> gli spiego, storcendo le labbra, in una smorfia. Non mi piace ricordarlo questo dettaglio. Cerco sempre di immaginarmela senza le cicatrici che le sono rimaste dopo quella gara. <<Ne ha due anche sulla gamba. Per via delle operazioni che ha subito sul ginocchio. Quelle sono molto visibili, ma avendo i pantaloni lunghi quella sera, non puoi averlo notato.>> aggiungo, cercando lo sguardo dell'altro. Lui mi sorride con complicità. Lo guardo stranito e chiedo spiegazioni. <<Mi hai mentito. Mi avevi detto che non l'avevi guardata neanche un secondo. E invece ti ricordi che aveva i pantaloni lunghi.>> dice, sorridendomi in modo strano. <<Già.>> rispondo, solamente, sperando che non porti avanti l'argomento, dato che mi mette leggermente in imbarazzo. Invece si alza, e mi fa cenno con la mano di voler andare in camera. <<Io mi vado a riposare, vieni anche tu?>> mi domanda, aspettando una mia risposta. Mi alzo anch'io. Ne sento il bisogno.

***

<<Tesoro, dove sei?>> rispondo al telefono a mia madre, e mi parla con un tono di voce a dir poco sconvolto, a mala pena riesce a parlare.

<<Mamma? Che succede? È urgente? Sto andando da Benedetta, adesso.>> cerco di tagliare corto, mettendo il vivavoce alla chiamata, dato che sto guidando.

<<Camilla ha avuto un'incidente.>> sussurra, con voce spezzata, e sento un singhiozzo dall'altra parte del telefono. Non riesco a realizzare ciò che mi ha appena detto. Mi sta prendendo in giro? No, non mi mentirebbe su certi argomenti.

<<Mamma, ma che stai dicendo?>> rido istericamente, parlando con voce spezzata.

<<La stanno portando via d'urgenza, non si sa ancora nulla.>> continua a dire, e intanto in sottofondo si sente la voce di mio fratello che cerca di consolare qualcuno che sta singhiozzando. <<Papà ha parlato con Roberto al telefono, ma nemmeno lui sa ancora niente.>> e ad ogni parola la situazione pare sempre più surreale. Camilla ha avuto un incidente?

<<Mamma, passami Lorenzo.>> le dico, in preda al panico, accostando la macchina.

<<Fede.>> risponde poco dopo mio fratello, al posto di mia madre.

<<Misano, no?>> domando, con fare agitato.

<<In che senso?>> mi chiede Lorenzo con voce confusa.

<<Ha corso a Misano?!>> quasi gli urlo al telefono.

<<Si, si.>> borbotta lui, come risposta. <<Che vuoi fare?>>

<<Vado lì, avverti la mamma.>> e lo saluto di fretta chiudendo la chiamata. E adesso che scusa mi invento con Benedetta? Dio mio, Camilla. La prima cosa che mi viene in mente è di chiamare Roberto, che a ragion di logica dovrebbe essere con lei o, almeno, verso l'ospedale. <<Cazzo.>> sussurro, passandomi una mano sul viso, ancora troppo incredulo. Non posso credere che sia successo veramente.

***

Non ho moltissima fame, ma cerco di sforzarmi lo stesso. Domani mattina ci aspetta un allenamento tosto. Dire che ho la testa totalmente in un'altra dimensione è davvero poco, credetemi. Le scene di questo pomeriggio sono impresse nella mia mente. Cami che è stesa a terra, ferma, immobile. Si rialza e a malapena riesce a stare in piedi, tutto ciò mi sta ancora scombussolando. Forse mi sto solo spaventando troppo per niente, lei sta bene, e se il Mister non parlerà di lei questa sera, gli chiederò io qualche notizia. In realtà, potrei anche scriverle. Chiederle come sta. Saprebbe che l'ho guardata, però. È da quando ha smesso di correre in Moto2 che non la guardo più. "Non ti rendi conto dell'importanza di una cosa finché non ce l'hai più" e mai frase è calzata di più a pennello ad una situazione prima di oggi, quando ho temuto di non poterla più rivedere. Cerco di tranquillizzarmi, pensando che in realtà lei sta bene adesso. <<Mister!>> mi risveglio da quella marea di pensieri che mi sommergevano, e sento la voce di Marco Verratti. <<Come sta Camilla? Ha qualche notizia?>> domanda, richiamando l'attenzione dei presenti. Il Mister sorride e appoggia il telefono sul tavolo. Probabilmente l'ha sentita poco fa. <<Sta bene, ha qualche dolore in giro a causa dei colpi che ha preso. Ora è in aereo che sta tornando a casa.>> risponde, sospirando di sollievo, guardando poi Vialli di sottecchi. Tutti si voltano verso Mancini, che sembra in difficoltà. Gianluca prende parola al posto suo. <<Sapete, quando era piccola era davvero un terremoto. E allora, una volta, era alta più o meno come questo tavolo – quindi non molto – le proposi una regola per non far spaventare suo padre ogni volta che cadeva. Si doveva risollevare da terra subito.>> ridacchia, l'amico del Mister, probabilmente ricordandosi questo aneddoto con un'evidente nostalgia. Fanno fatica entrambi a trattenere le lacrime ora.

La corsa per la vittoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora