Capitolo 33

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<<Grazie Signore che ci hai dato la MotoGP! Grazie Signore che ci hai dato la MotoGP così che possiamo vedere la Camilla in azione!>> esclama, contento, Ciro Immobile, citando Fabio Caressa e la sua telecronaca della finale contro l'Inghilterra. È seguito da mio padre, Vialli, Chiellini, Bonucci, De Rossi, Donnarumma e altri che ancora devono uscire dal gate. Sono qui in aeroporto, con Fabio perché Pecco si sta allenando. Io ho spostato il mio a questo pomeriggio, proprio per poter andare a prendere la prima parte di calciatori che sono sbarcati in Austria, per guardare il secondo Gran Premio che verrà disputato, questa domenica, di nuovo qui, al Red Bull Ring. <<Ciao tesoro.>> mi saluta mio padre, abbracciandomi forte a sé. <<Ah, Cami! Sei stata meravigliosa ieri! Abbiamo guardato tutti la tua gara. Sei stata pazzesca!>> esclama De Rossi, avvicinandosi a me, con Gianluca Vialli dietro di lui ad annuire. <<Non ti ho mai vista così veloce sulla Ducati. Sei stata meravigliosa!>> mi riempiono di complimenti tutti loro. Mi limito a sorridere e a ringraziare sotto voce, leggermente in imbarazzo a tutti loro. Una volta non ero così, una volta mi godevo i complimenti dopo un mio podio. Ma che cosa mi sta succedendo? Ho la febbre? <<Forza, credo che il pulmino che avete noleggiato vi stia aspettando qui fuori. Noi vi seguiamo con la macchina fino al vostro hotel. Fortunatamente siete abbastanza vicini al circuito, ma vedete comunque di muovervi abbastanza presto la mattina quando venite al Red Bull. Le file sono le stesse, papà.>> rivolgo a lui, l'ultima frase del mio discorso, ricevendo come risposta un suo assenso. <<Già ordini ci dai?>> mi chiede, ironicamente, Lorenzo Insigne, sbucando da dietro Ciro. Gallo lo guarda ridendo e si appoggia sul manico del suo bagaglio a mano. Deve stare qui una settimana ed ha solo un bagaglio a mano, come è possibile? Ignoro Lorenzo, mostrando solo una linguaccia come risposta. <<Gli altri quando dovrebbero arrivare? Mi sono completamente dimenticata.>> dico, domandando in generale, a chiunque del gruppetto. <<Da quel che mi ha detto Nicolò, dovrebbero arrivare tutti quanti con un volo il dodici, giovedì.>> mi risponde, Di Lorenzo. Annuisco e faccio loro segno di seguirmi verso l'esterno dell'aeroporto, e mentre loro salgono sul loro pulmino, io mi accomodo sul sedile del passeggero della macchina che abbiamo a disposizione qui. Alla guida c'è Fabio, che anche lui si ritrova – come me – a dover fare l'allenamento di pomeriggio. Che poi, di allenamento ha poco questo "allenamento" perché dovrei avere degli esercizi per l'allungamento muscolare, da quanto mi hanno detto. Per adesso, dato che è quasi mezzogiorno, ci limiteremo a mangiare e a passare un po' di tempo con la Nazionale. Anche se l'ordine di solito non è questo, prima il piacere e poi il dovere! Lo dico io, ragazzi.

<<Allora, prima che mi scordo una cosa fondamentale. In questa busta ci sono tutti i pass necessari per entrare nel paddock. Papà, tu sai già come funziona, quindi affido le spiegazioni noiose a te, va bene?>> mi alzo un attimo in piedi, cercando di attirare l'attenzione di tutti ancora intenti a chiacchierare. Siamo nella sala da pranzo dell'hotel che hanno prenotato qua in Austria e abbiamo appena finito di mangiare. <<All'interno del paddock potete muovervi liberamente, attenti a non intralciare, però! La gente lavora e avete accesso ad una delle parti più frenetiche di un weekend di gara!>> li avviso, con tono serio. Guardo soprattutto Ciro e Lorenzo, per adesso, che fra i presenti sono quelli più casinisti. Loro alzano le mani. <<Ci vediamo davanti al box Ducati venerdì mattina. In quella giornata abbiamo solo le prove libere, una la mattina e una il pomeriggio. Quindi è abbastanza tranquilla quella giornata, potete farvi un giro per gli stand e gli Hospitality. Cercate di andare in quelli o della Ducati – ufficiale, vi prego – o della VR. Sono facili da riconoscere, uno è rosso e l'altro è giallo.>> dico, facendo ridere mio padre e Gianluca. Li guardo storto, ma continuo a parlare. <<Sabato mattina e sabato pomeriggio ci sono altre due prove libere. Dopo la FP4 – Free Practice Four – ci sono le qualifiche. Avete più o meno inteso come funzionano?>> e notando le loro facce confuse, anche se non so bene come descrivervi la loro espressione, scelgo di spiegargli in breve come si svolgono. <<Tra il venerdì e il sabato si svolgono quattro prove libere in totale, no? I tempi delle ultime tre prove vengono confrontati e si stila una classifica in ordine dal giro più veloce al giro più lento. I primi dieci classificati hanno accesso alla Q2, gli altri invece dovranno scontrarsi nel Q1 per ottenere i due migliori piazzamenti che consentono al passaggio alla Q2. Una volta terminato il Q1, che dura 15 minuti, si passa alla Q2, di 15 minuti. I dodici piloti che sono entrati nel Q2 devono poi ottenere il miglior piazzamento possibile e il più veloce di tutti ottiene la Pole Position, ovvero la prima casella della griglia.>> e, una volta finita la mia spiegazione, osservo le loro facce ancora più confuse. Io credevo di essere stata abbastanza chiara. <<Ragazzi, vedendo come si svolge il weekend capirete bene tutto quanto. Posso spiegarvi anche io i meccanismi che non capite e, vi assicuro, che è più semplice di quanto pensiate. Vedrete venerdì.>> si intromette, in mio soccorso, mio padre che rassicura i suoi calciatori. Ripeto, sono sicura di essere stata abbastanza chiara. <<Mi raccomando, in ogni caso, rispiegate le stesse cose agli altri. Papà, affido a te questo compito.>> affermo, voltando lo sguardo verso di lui, in cerca di aiuto. Lui annuisce e mi sorride. <<Sappiate che, nonostante vi abbia preso dei posti "d'onore" in un certo senso, voi siete davanti alla griglia di partenza, non riuscirete a vedere tutta la gara. Vi consiglio, o di seguirla dagli schermi oppure di aprire un vostro telefono e cercare la gara. Come già sapete, ci sarà un sacco di rumore, e ringraziatemi perché avete i posti nelle tribune coperte e, in teoria, domenica dovrebbe venire giù un diluvio.>> finisco di fare le mie prediche e mi siedo di nuovo, per poter stare in loro compagnia per qualche istante più, dato che adesso dovremmo andare ad allenarci io e Fabio. <<Correte anche con la pioggia, quindi?>> domanda Ciro, sporgendosi in avanti per potermi guardare negli occhi. <<Se per la direzione gara è possibile correre, sì. Abbiamo le gomme rain, adibite per la pioggia e, se comincia a piovere a gara già iniziata, dovrebbe esserci il flag-to-flag e quindi la possibilità di cambiare la moto.>> spiego, vedendolo annuire. Questa cosa l'hanno capita. Quindi le qualifiche sono l'argomento ostico da comprendere. Se ci penso, a tutte le persone a cui ho dovuto spiegare come funzionano le qualifiche, mi hanno guardata sconvolti ogni volta. Poi le guardano, "toccano con mano" ciò che io ho detto ed il cielo si schiarisce. Tutti i dubbi scompaiono e mi vengono a dire che ho raccontato tutto facendolo più complicato di quello che è. Lasciamo perdere. <<Cami, dobbiamo andare. Gli altri ci stanno aspettando.>> mi avverte, Fabio, sorridendomi. Devo anche chiamare Pecco per dirgli che sono arrivati sani e salvi e che io sto andando in palestra. Questa mattina, mi aveva detto che sarebbe passato prima del meeting che ha con i suoi collaboratori. Mi alzo in piedi e saluto tutti quanti con un bacio sulla guancia. Abbraccio mio padre e gli suggerisco qualche posto da visitare nei giorni in cui non devono essere in pista. <<Ti chiamo questa sera.>> lo avviso, poi, agitando una mano per salutare definitivamente tutti quanti ed uscire dall'hotel, per tornare al Red Bull Ring.

La corsa per la vittoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora