Noi viviamo coi nonni

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Clarke
Io e Murphy fummo di ritorno verso le 7, questa volta più che allenarci abbiamo spettegolato tutto il tempo, ma ho anche colpito qualche palla. Grondavo sudore da ogni poro, a differenza del clima ventilato che c'è nelle campagne dove vivo, il campo dove ci allenavamo era in città, quindi oltre ad essere già afosa di suo aggiungiamo anche il sole e otteniamo una sauna.
Ritornai a casa a piedi come sempre, il biondino aveva l'appartamento lì vicino, io dovevo farmi 3 chilometri a piedi. Ringraziai il cielo che il sole ora non scaldava come prima, faceva ancora caldo ma era più sopportabile di quello del pomeriggio. Arrivata finalmente alle campagne vidi il maneggio, fuori c'erano ancora Aden e Madi che giocavano, sta volta saltavano la corda, con che energia non lo so. Avevo chiesto, o meglio ordinato, a Wells di insegnarti ad andare a cavallo, ero tentata dal venir a vedere come stava andando ma preferii farmi una doccia e cambiarmi prima, ci eravamo appena ricongiunte se mi avessi vista in questo stato saresti scappata sicuramente.
Mi feci una doccia veloce, mi misi dei jeans e una camicia a quadratoni rossa, mi legai i capelli in una trecciolina e, con le mie amate Adidas distrutte, mi diressi al maneggio.
Sapevo che voi eravate all'aperto, ma prima avevo voglia di fare un giro alle scuderie, sia per salutare i miei amati amici a quattro zampe, ma anche per controllare che tutti avessero la mangiatoia piena, Telonius sta diventando vecchietto e a volte si dimentica di riempire tutte le mangiatoie, non lo fa per cattiveria ma solo perché è un po' smemorato.
Al mio passaggio gran parte dei cavalli di avvicinò alle sbarre per farsi accarezzare, se fosse stato per me io gli avrei viziati tutti come dei re e loro lo sanno bene. Iniziai a chiedere come stavano e com'era andata la giornata anche se non capivano, mi piaceva pensare che a ogni loro nitrito corrispondesse una risposta.
All'appello mancavano circa una ventina di cavalli, tra cui Salazar (il mio) e Dakota (quella di Wells).
Andai nel campo nord dove ero sicura di trovarli, infatti nel recinto circolare che usiamo per i novizi, c'era Wells al centro che teneva la testiera dell'animale con una corda, in modo da controllarlo.
In groppa all'equino c'eri te, mento alto, postura impeccabile e i capelli legati con una coda bassa, il caschetto in testa e le redini salde nelle mani.
"Ma che bella che sei su Alaton" dissi avvicinandomi
"Visto che brava" risposi te tutta contenta con un sorriso a trentadue denti
"Non ho mai visto Alaton così calmo mentre qualcuno lo montava" affermò Wells facendolo fermare
"Io ho provato a montarlo ma con scarsi risultati" aggiunse dandoti una mano a scendere.
Mentre ti toglievi il caschetto e mettevi giù gli stivali mi avvicinai ad Alaton
"Grazie di averla sopportata, per oggi sei libero" dissi non proprio silenziosamente
"Ti ho sentito" risposi te mettendo incrociando le braccia e mettendo il broncio.
Mi avvicinai e ti lasciai un piccolo bacio a stampo sulle labbra, mi erano mancate così tanto in quei mesi che ora mi sentivo in dovere di rimediare a tutto il tempo perso.
"Si Alaton lo so, ora papà Wells ti porta in scuderia così non vedi queste due sciocchine" disse Wells riferendosi a noi
Scoppiammo a ridere tutti e dopo averlo ringraziato ci lasciò sole.
"Dove dormi stasera?" ti chiesi mentre ci abbracciavamo
"Non ci ho pensato.. prenderemo una camera in città magari, così faccio girare anche un po' Aden, i nonni non lo portano da nessuna parte"
"Potete stare da noi, Madi in camera ha ancora il letto a castello che usavamo quando eravamo piccole e io e te possiamo dormire insieme"
"Grazie ma anche no, non perché non voglia ma quel letto è minuscolo" risposi te ridendo e avvicinando il mio bacino un po' più vicino al tuo ventre.
Ora non eravamo più abbracciate, te eri davanti a me, le mie mani erano ancora aggrappate al tuo collo e invece le tue mani sui miei fianchi.
"Ok, ok.. allora ti porto in un posto, ma bisognerà portarsi via una copertina e degli snack, mi viene fame di notte"
"Ma se te sei un sasso quando dormi" risposi te inclinando la testa
"E chi ha detto che dormiremmo?" dissi con tono malizioso per poi rubarti un bacio, sta volta meno casto, molto meno casto, sulle labbra.
Rientrammo all'interno, Wells stava pulendo gli zoccoli a Poggia, un pony, noi lo aiutammo strigliando gli altri 2.
Finito quel piccolo lavoretto ci dirigemmo nella parte ovest del maneggio, dove c'era l'angolo attesa per i genitori che aspettavano che i propri figli finissero lezione.
Come sempre c'erano Tiberius e Marcus che stavano giocando a briscola, la mamma di Wells, Anne e mia mamma che parlavano sulle poltroncine.
"Buonasera" esclamò Wells entrando
"Hey figliolo com'è andata?" esclamò Tiberius tutto contento perché aveva appena vinto la partita
"Chiedilo a lei, ha montato per la prima volta oggi" disse indicando Lexa che era appena entrata
"Mamma, Marcus, Tiberius e Anne, lei è Lexa" esclamai tutta contenta per poi andare a salutare mia mamma.
"Buonasera" dissi te
Eri tutta timida, forse agli altri non sembrava perché neanche per un momento avevi abbassato il mento o guardato per terra, ma io ti conoscevo e sentivo che la tua voce non era sicura come al solito.
"Ah allora sei te Lexa, Clarke continuava a parlare di te" disse mia mamma andandola ad abbracciare.
Da noi siamo tutti così, la stretta di mano è passata di moda, ci conosciamo abbracciandoci.
Te eri un po' spaesata quando mia mamma ti abbracciò, so quanto odi il contatto fisico con la gente con cui non hai confidenza, ma nonostante questo per educazione ricambiasti.
Dopo il giro di presentazioni chiesi a mia mamma se saresti potuta rimanere con Aden a dormire, lei accettò.
Poco dopo arrivò il momento che volevo non arrivasse, iniziarono a farti delle domande.
Le prima riguardavano la scuola, come stava andando e cosa avresti fatto poi.. finite quelle iniziarono a chiederti della tua famiglia, dei tuoi genitori, di che lavoro facessero etc.. mi ero dimenticata che avevo sviato quel discorso con loro e quando arrivò la prima domanda vidi nei tuoi occhi una piccola nota di malinconia.
"Noi viviamo coi nonni" disse Aden innocentemente entrando con Madi
"E mamma e papà a volte ci vengono a trovare, i nonni ci hanno detto che però stanno bene" continuò prendendo la cioccolata calda che Madi gli porse.
Bevverò su un fiato la sostanza marrone e poi tornarono a giocare, aspettassi che uscirono per poi parlare
"Mia madre e mio padre ci ebbero da molto giovani, non eravamo programmati diciamo così, quando scoprirono di aspettare me mia madre aveva 15 anni e non ne voleva sapere, mia nonna si offrì di tenermi dopo il parto e così fu. Crebbi con loro e dei miei genitori non seppi più niente, quando ebbi circa 9 anni tornarono con Aden. Lo scaricarono ai miei nonni che erano ormai 60enni come fosse spazzatura, me lo ricordo bene.
Mia madre ci viene a fare vista 3 volte l'anno quando siamo fortunati, viene per chiedere soldi a nostra nonna e poi sparisce, senza salutarci. L'ultima volta che ha detto dov'era si trovava con un nuovo uomo a Parigi, ma queste informazioni risalgono a circa tre anni fa.. per conto di mio padre beh, lui ci viene a trovare una volta al mese, irregolarmente ma ci viene a trovare, quando eravamo piccoli ci portava persino dei giochini per mostrarci delle attenzioni. Di lui sappiamo che è disoccupato e che vive con un suo amico perché non può permettersi l'affitto. Parte dei soldi delle borse di studio gli mando a loro. A Aden abbiamo raccontato che se ne sono andati perché dovevano fare un lungo viaggio e che sarebbero tornati, non c'è compleanno in cui non mi chieda se loro sarebbero stati presenti.. sono i miei nonni che gli hanno raccontato così, per me lui dovrebbe sapere la verità e scoprirlo più avanti gli farà solo male, è un bimbo intelligente e molto aperto di mente, sono fiera di lui.." quando finisti ti tremavano le mani, non era mai facile ricordare i tuoi genitori ma neanche un momento hai lasciato che le tue emozioni prendessero il sopravvento. Sorridevi, gli adulti presenti iniziarono a scusarsi per la domanda e su proposta di Wells decidemmo di andare a cenare a casa mia, gli adulti avrebbero mangiato una pizza lì al maneggio.
Mentre stavamo tornando te eri silenziosa e distratta, guardavi la strada e tremavi ancora un pochino.
"Voi andate avanti, noi vi raggiungiamo dopo, devo far vedere una cosa a Lexa" dissi mandando un occhiata a Wells che capì la situazione e portò a casa i ragazzi.
Aspettai che si allontanasserò e quando le sagome furono completamente sparite mi girai e a tempo 0 ti abbracciai.
Come previsto te scoppiasti in un pianto sfrenato, sapevo com'era stato difficile per te raccontare quelle cose davanti a così tante persone che non conoscevi, ma ora era tutto finito.
"Se io non fossi nata ora Aden avrebbe dei genitori" continuavi a ripetere e io puntualmente negavo e ti accarezzavo la schiena.
Dopo un quarto d'ora circa di eri calmata, eravamo distese sul campo al lato della strada e te avevi la testa appoggiata sulla mia spalla, la mano sulla mia pancia e la mia sopra la tua.
"Scusa"
"E per cosa"
"Per averti bagnato la camicietta" dissi indicando la mia spalla sinistra che era ancora bagnata dalle lacrime
"Quella si asciuga, te come stai?"
"Piangere fa sempre bene, ora meglio"
Poi calò il silenzio, che fu rotto poco dopo dalla tua voce
"Clarke?"
"Si?"
"Tua mamma sa di noi?"
Ed ecco la domanda che non volevo che mi fosse posta.
Mia madre non sapeva che ero bisessuale, quindi non sapeva di te.
Avevo paura di risponderti, nonostante avessi avuto giuste motivazioni ti saresti potuta arrabbiare o cose così.. ma ancora una volta scelsi di non mentirti
"No.."
"Va bene così"
"Non sei arrabbiata?"
"So com'è difficile fare coming out, io l'ho fatto mentre ero in piena crisi di anoressia con dei nonni super ultra mega omofobi" dissi te ridendo al ricordo.
"Direi che è ora di tornare, mi sta venendo un po' di fame e immagino le due bestiole che stanno facendo dannare Wells reclamando la loro amata pizza"
Te scoppiasti a ridere e ti alzai, mi porsi una mano per alzarmi ma io la presi e ti tirai giù sopra di me.
"Non avevi fame?"
"Fame di cibo? Nahh" risposi io per poi incominciare a baciarti.
Le nostre bocche si completavano come un puzzle, erano perfette insieme. Le nostre lingue percorrevano rotte che già conoscevamo, ma che erano sempre belle da rifare, le tue mani avide andarono subito ai bottoncini della mia camicia, la slacciasti lasciando scoperto il mio seno.
Ti tolsi la maglietta e lasciai scoperto il tuo busto perfettamente scolpito.
Con la bocca ti fiondasti sui miei due tesori, sfilasti il reggiseno e iniziasti a giocherellare con i miei capezzoli. Era pericoloso, sarebbe potuto passare chiunque ma non ci importava, c'eravamo solo io e te in quella distesa verde.
Mentre finalmente ti decisi ad andare un po' più sotto il mio telefono squillò e io con mala voglia risposi
"Le bestie di satana hanno fame, muovetevi" disse Wells prima di riattaccare.
Mi tirai su e mi rimisi il reggiseno e la camicietta, te feci lo stesso con la maglietta e poco dopo eravamo per strada.
Camminavamo mano nella mano, ridevamo come deficienti per cazzate e a volte o io o te ci rubavamo qualche bacio, sembravamo due 15enni in crisi ormonale, ma ci piaceva così.

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