Ora tocca a te toccare il paradiso

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Lexa
Eravamo abbracciate, ti stringevi a me come un koala, eri adorabile. Avevo la testa affondata nella conca tra il tuo collo e la tua spalla, respiravo affondo il tuo profumo, era come una droga ed io ne ero altamente dipendente.
D'un tratto dal mio computer arrivò la suoneria di FaceTime, mi ricordai che adesso avrei dovuto far chiamata con Aden, glielo avevo promesso.
Mi alzai e presi il computer per poi stendermi vicino a te, aprii il laptop è la faccia di Aden si proiettò sullo schermo
"Ehy preservativo bucato" la sua voce era scherzosa
"Buon pomeriggio anche a te aborto mancato"
Era il nostro modo di salutarci
"Piccolo spermatozoo ti vedo stranamente esuberante oggi"
"Si, sono uscito con Lea"
Lea la cugina di Luna, andava nella stessa scuola di Aden.
"E?"
"E il consiglio dei cioccolatini ha fatto colpo"
"Te l'ho detto"
"Piuttosto te? Come va con la tipa del college?"
"Sarei io la tipa del college?" Mi chiesi te, che fin da quel momento eri stata zitta
"Aden, ti presento Clarke alias tipa del college, Clarke lui è mio fratello"
"Ommioddio Leashy sono davvero giganti le sue.."
"Aden di questo ne parliamo dopo"
"Lexaaaa" mi dissi te con tono scherzoso, schiaffeggiandomi sul braccio
"È un complimento" disse Aden con tono spavaldo
"Va bene Aden ti chiamo stasera per la buona notte e parliamo un po' di Lea ok? Adesso passami i nonni"
"Ok, ciao Leashy, ciao stra figa con tette spettacolari Clarke"
"ADEN" dissi urlando, gli avevo detto di non dire a nessuno quel nomignolo che avevo dato a te
"E te avresti detto che sono stra figa con delle tette spettacolari?"
"Si" rispose Aden che era ancora abbastanza vicino al computer
"Aden con te faccio i conti dopo, passami i nonni"
"Va bene va bene"
"Grazie spermatozoo sbagliato"
"Prego preservativo andato a male"

Clarke
La chiacchierata con tuo fratello è stata alquanto interessante, lui è completamente diverso da te, è biondo, lineamenti più marcati, pelle più chiara, lentiggini. L'unica cosa che avete in comune sono gli occhi, due coppie di occhi spettacolari.
Quando i tuoi nonni si sono collegati ti ho vista felice, li ho conosciuti e sono due classici nonnini, circa sulla settantina, troppo simpatici e dolci.
Mentre parlavi con loro io rimasi in silenzio, eri diversissima, ridevi e parlavi di tutto, eri felice veramente. Rimuginai un po' su quello che mi ero detta tra me e me in macchina, sui miei sentimenti per te e dopo la scena con tuo fratello mi sono fatta coraggio, aspettai che finissi la chiamata per mettere in atto il mio teatrino.
Lexa mi vuoi? Verifichiamolo.
Appena chiusi il computer io te lo tolsi e lo piazzai per terra per poi mettermi a cavalcioni su di te, volevo farti soffrire un pochino.
"Intendi darmi spiegazioni?"
"Non lo so, da come sei messa ora sinceramente ho la mente un po' annebbiata"
"Per le mie grandi e meravigliose tette?"
"Probabile, ma non trascuriamo il tuo fondoschiena, una favola"
"Sentila qui la cit non ho una mente perversa"
Eri arrossita un po' ma non volevi cedere, allora decisi di torturati un pochino.
Ti spinsi in modo che ti stendessi sul letto io piano piano ti tolsi la felpa, poi la maglia, il tutto accompagnato da movimenti sopra il tuo basso ventre e, dai tuoi respiri sempre più profondi, capii che ero sulla giusta strada per farti impazzire.
"Clarke, se questo è un gioco non è divertente"
"Oh si che lo è"
"Valuta bene fin dove vuoi arrivare, perché non so se dopo un certo punto io riesca più a controllarmi"
"E allora scopriamolo questo punto, no?"
Mi tolsi la felpa che ti avevo preso, strusciando nel mentre il mio fondoschiena su e giù per il tuo basso ventre, poi tolsi anche la maglietta, restando in reggiseno, come te.
"Vuoi farmi morire? Ci stai riuscendo"
Forse ti stavo torturando un po' troppo, ma la curiosità di vedere fin dove riuscivi a controllarti prese il sopravvento.
Ti presi la mano e la misi sopra il mio seno sinistro, dopo la feci scendere un po' fino ad arrivare all'ingresso dei pantaloni, gli alzai un po' e poi misi la tua mano un po' più giù, all'entrata delle mie mutandine.
"Clarke" eri sofferente e piena di desiderio
Decisi che il giochino poteva bastare dato che persino la mia curiosità aveva lasciato posto all'eccitazione, ti tirai su e le nostre labbra si scontarono in un bacio che sapeva di desiderio, attesa e necessità.
Mi spinsi all'indieto senza mai staccarti dal mio corpo, dalle labbra andasti più giù, ma sta volta non ti limitasti ai miei seni, bensì miravi più in basso.
Mi sfilasti i pantaloni e senza chiedere il permesso infilasti le tue dita nelle mie mutandine e le feci entrare dentro di me.
Le lasciai compiere quella loro danza direttamente a contato con la mia femminilità, mi scappò qualche gemito e te sembravi felice di avermi fatto toccare il paradiso.
Chiusi gli occhi, strinsi i pugni e te intanto continuavi, un paio di spinte ancora e venii, sospiri, orgasmi e gemiti uscirono come in coro dalla mia bocca, non mi ero mai sentita così viva come in quel momento.
Sfilasti le mani dalle mie mutande e mi sussurrasti "vieni, ho bisogno di una doccia" la tua voce era ancora più bassa e sensuale, io ancora leggermente tremante ti seguii.
Aperta la porta del bagno vidi una luce rossa, non mi ero accorta dei led attaccati alle pareti, te eri in doccia.
Non persi tempo, mi sfilai i vestiti ed entrai anch'io.
Ora era il tuo turno di toccare il paradiso.
Senza preavviso ti spinsi sul muro, misi le mie mani tra le tue gambe e iniziai la mia danza, la pelle a contatto con le mattonelle fredde ti fece sussultare un po'.
Però io volevo di più, volevo esplorare ogni singolo lato di te.
Mi inginocchiai e mi misi all'opera, la mia lingua era ora a contatto con la tua femminilità, assaporavo il tuo sapore e non ne avevo abbastanza. Te sei venuta in quel momento, li, in una doccia con le luci led rosse.
Ti sentivo tremare, le gambe facevano fatica a sorreggerti ma non mi fermai, la voglia di te era troppa e te non sembravi troppo dispiaciuta della cosa.
Le tue mani erano ancorate ai miei capelli, sentivo che cercavi di trattenere i gemiti ma dopo un po' gli liberasti e sentirti toccare il paradiso per causa mia, Lexa, fu la cosa più soddisfacente della mia vita.
Aprii gli occhi e mi ritrovai nel letto, ero vestita. Mi alzai, probabilmente mi ero addormentata, te non c'eri.
Andai in bagno per sciacquarmi la faccia in modo da svegliarmi un po', poi dei piccoli flash arrivarono nella mia mente, il computer per terra, i tuoi baci, il bagno con i led rossi, i tuoi baci, la mia lingua, le tue dita, i gemiti, toccare il paradiso.
Alzai lo sguardo verso le pareti ma non c'erano dei led, solo la lampadina dello specchio. Ritornai dove c'erano i letti e il computer non era per terra, bensì sulla scrivania.
Che cosa stava succedendo?
Mentre giravo per la stanza alla ricerca di una qualsiasi prova di ciò che era successo vidi un postit sulla porta, c'era scritto qualcosa
'Ben svegliata Boo, ti sei addormentata. Non nascondo il fatto di averti fissata per un po', sei bellissima anche quando dormi. Un giorno mi insegnerai ad essere sempre perfetta. Comunque ho cercato di fare piano, ora ho un impegno e tornerò verso le 5.30, fai come se fossi a casa tua. In frigo dovrebbero esserci abbastanza schifezze sennò guarda nello scaffale di Anya, la stronza con metabolismo veloce mangia come un maiale, li troverai sicuramente cose per la quale un nutrizionista si rivolterebbe. Nel mio cassetto, verso la fine, trovi dei pacchetti di sigarette, stai vicino alla finestra perché è successo più di una volta che mi dimenticassi dell'anti incendio. Comunque tornerò presto, spero tu stia ancora dormendo così non leggerai questo biglietto imbarazzante.
A dopo, baci
Leashy'

Foreste nell'oceanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora