Lexa
I giorni passarono in un battito di ciglia e ora eravamo stese a letto mentre te prenotavi un volo di ritorno nel Massachusetts.
Queste giornate sono state davvero bellissime, nonostante sia dovuta andare più volte allo ospizio di mia nonna te mi accompagnavi sempre e non sembrava che ti annoiassi mai, anzi, spesso ti trovavo parlare con una ragazza, nipote di Albert, un amicone di mia nonna, come si chiamava... Angela... Alessia... Alex, Alex si chiamava.
Da quanto ho potuto intuire siete amiche che si sono ritrovate, non ho osato fare domande ma non nascondo che per gelosia ti ho baciato davanti a lei un paio di volte... giusto per marcare il territorio.
Aden e Madi passavano le loro giornate fuori casa, so che mio fratello l'ha portata spesso al laghetto o a fare dei giretti lì vicino, mi ha anche inviato una foto fatta con un filtro di snapchatSono davvero carinissimi, mi piace che Aden abbia finalmente trovato qualcuno con cui sta bene, al posto dei suoi amichetti che mi stanno tutti antipatici, sarà che Madi è più grande di due anni ma mi piace l'influenza che gli fa.
Con te le cose andavano... andavano ecco, da quel piccolo distacco noto che tra noi è tornata un po' di timidezza diciamo, come le prime volte che stavamo insieme. Non siamo mai andate oltre al bacio, forse perché pensi che io non mi senta in vena, o forse perché non vuoi farlo...
"Allora che ne pensi?"
"Scusa non ti stavo ascoltando" dissi distrattamente, non mi ero accorta che mi stessi parlando
"Ho detto che ho trovato un volo ad un orario decente, ma è tra due giorni, può andare o ne prendo uno prima?"
"Va benissimo, se fosse per me potresti anche rimanere qui" risposi stringendo un po' le mani che circondavano la sua vita accoccolandomi nell'incavo del suo collo, baciandolo debolmente, non volevo risultasse un gesto seduttivo, volevo solo farti un po' di coccole.
"Lo sai che devo andare, hanno bisogno di me al maneggio e sia io che Madi dobbiamo ancora finire i compiti" sospirasti te
"Mmhh" mugugnai senza staccarmi dal mio posticino e continuando a baciarti il collo, facendo su e giù dalla clavicola al lobo del tuo orecchio
"Ci sono i ragazzi di là e tuo nonno giù"
"Mio nonno tra poco va allo ospizio e possiamo dire ai ragazzi di andare a fare un giro con Titus"
"Non penso accetteranno"
"Allora gli corromperemo con un gelato a due palline" risposi avvicinandoti un po' di più a me
"Lexa.." sospirasti mentre ti mettevo le mani sotto la maglietta
"Se non vuoi dimmelo" risposi secca, risultando forse un po'... arrabbiata?
"No.. solo mandiamo via i marmocchi che non penso di resistere ancora tanto..."
A quell'affermazione il mio cuore iniziò a martellarmi nel petto, mi alzai e costrinsi i ragazzi a uscire col cane e, nonostante all'inizio non volessero, la parola gelato risvegliò i loro animi.
Mio nonno stava partendo e gli chiesi di salutarmi la nonna anche da parte tua, lui sorrise, mi diede un bacio sulla fronte e si avviò con la sua biciclettina verde con la targa dietro con scritto "la bici non inquina".
Richiusi la porta e in un lampo ero già su, entrai in camera e te eri lì tranquilla a guardare il telefono.
"Con chi ti stai scrivendo? Con l'amante?" chiesi ridacchiando
"Si, sai com'è, una cosa tira l'altra"
Mi buttai sopra di te, non curante di poterti schiacciare (cosa che ho fatto) e ti presi il telefono
"Lexa non sei proprio una piuma" dissi te strozzatamente
"Alex? È quella dello ospizio?" ti chiesi scorrendo sulla chat e vedendo tutti i messaggi che vi scambiavate
"Si, da quando ci siamo riviste e ci siamo scambiate i numeri continua a scrivermi"
"Mi sa che mi sono persa un passaggio, da quando vi conoscete perché sembrate molto amiche"
"In realtà l'ho incontrata il giorno in cui sono arrivata, lavorava all'hotel dove avevamo preso la stanza"
"È proprio ossessionata" dissi rileggendo alcuni punti dove ti faceva delle domande un po' scomode
"Penso sia solo un po' sola"
Mi scansai e continuai a leggere i messaggi che ti mandava, te non ti curavi della cosa, anzi ti eri accoccolata come ero io prima.
"Sta qua è davvero strana, manca solo che ti chieda in che prodotto dell'Eurospin ti identifichi e siamo apposto" sospirai mettendo il telefono del comodino e girandomi verso di te
"Cosa?" dissi te partendo a ridere
Mi piaceva guardarti ridere, di solito quando stavo con te tutto il resto lo dimenticavo, ma questa Alex che ti assillava continuamente mi dava un po' fastidio. Mi accorsi che avevi smesso di ridere
"Stavo riflettendo a voce alta vero?"
"Si, ma non ti preoccupare, può anche darsi che le piaccio ma a me non importa, io ho te e sei l'unica che voglio"
Sorrisi prima di eliminare la distanza tra noi e far toccare le nostre labbra in un gesto così naturale quanto proibito, la mia lingua non dovette nemmeno chiedere poiché le tue labbra erano già schiuse e stavano aspettando il suo ingresso.
Dopo poco il bacio divenne più sostanzioso, famelico quasi, ti misi a cavalcioni sopra di me e iniziasti a fare dei leggeri movimenti col bacino che mi mandarono letteralmente in estasi.
Inizia a spogliarti con foga, come per paura di avere i minuti contati, te feci lo stesso con me fino a rimanere entrambe in intimo.
Ora ero io sopra di te, mi ero allontanata un attimo dalle tue labbra così da poter riprendere il respiro che mancava a entrambe, ti guardavo in quegli occhi blu come per dirti 'sei sicura?' e quando ti spuntò quel piccolo sorrisetto ebbi la conferma che ora avevo il via libera.
Mi alzai un attimo per chiudere la porta a chiave e tirare la tenda della finestra, giusto per evitare piccoli sconvenienti.
Ritornai da te e su quelle tue labbra che ormai erano rosse e gonfie, scesi e baciai, morsi e leccai ogni millimetro della tua pelle candida è perfetta, fino ad arrivare sotto l'ombelico.
Volevo torturati un pochino però, quindi invece che toglierti gli slip andai all'inguine, poi scesi all'interno coscia lasciando piccoli marchi qua e là.
Alzai lo sguardo e incontrai i tuoi occhi chiusi, le mani che stringevano il lenzuolo e il tuo fiato pesante.
Ritornai su mentre con una mano mi infilavo nelle tue mutandine ormai fradice, giocherellai col tuo clitoride mentre la mia bocca era impegnata ad assaporare i tuoi due tesori.
Inizia a fare un su e giù all'entrata nella tua femminilità e quando vidi che ti stavi rilassando, ti penetrai con l'anulare e il medio facendoti sobbalzare un attimo.
Partii con delle spinte lente, poi gli affondi divennero più grandi e veloci, aggiunsi il terzo dito mentre tu accompagnavi i movimenti con il tuo bacino.
I tuoi gemiti erano musica per le mie orecchie, si fecero sempre più forti fino a quando raggiunsi l'apice urlando il mio nome.
Tirai via le dita e, mentre stavo scendendo per usare la bocca, sentii la finestra spalancarsi
"Ehy Lexa sono torn...ODDIO SCUSA"
Ecco vi ricordate quando vi ho detto che usavamo i sassolini e se dopo un paio di richiami l'altro non ci apriva entravamo da soli? Vi ricordate anche quando ho detto che spesso si coglieva l'altro in flagrante? Ecco era appena successo.
Io ero ancora in intimo e te invece, per fortuna, eri quasi totalmente coperta dal lenzuolo.
"Momento migliore no eh?" dissi sarcasticamente togliendomi da sopra di te per accendermi una sigaretta, aver interrotto il nostro momento magico mi aveva irritato assai e avevo bisogno di rilassare i nervi.
Presi il pacchetto e ne offrì una a entrambi, la accettò solo Roan dato che te eri abbastanza a disagio, così ti passai una maglietta e un paio di slip.
"Allora è lei Clarke?" mi chiese mentre gli accendevo la sigaretta
"Già" risposi te un po' irritata
"Davvero scusate, ora me ne vado"
"Bravo, ciao" dissi secca, sapeva che non lo facevo per cattiveria.
Quando uscì chiusi a chiave anche la finestra, ritirai le tende e mi volsi verso di te, ci guardammo e scoppiammo a ridere.
"Sono esperienze da fare prima di morire" dissi te mentre mi stendevo di fianco a te, prima di cadere nelle braccia di Morfeo.
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Foreste nell'oceano
FanfictionPiccola fan fiction delle Clexa in un mondo parallelo Fidatevi che è carina