13. 𝐓𝐨𝐠𝐞𝐭𝐡𝐞𝐫 𝐀𝐠𝐚𝐢𝐧

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~I want you to hold out the palm of your handWhy don't we leave it at that?Nothin' to sayWhen everything gets in the waySeems you cannot be replacedAnd I'm the one who will stay, oh~

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~I want you to hold out the palm of your hand
Why don't we leave it at that?
Nothin' to say
When everything gets in the way
Seems you cannot be replaced
And I'm the one who will stay, oh~

I raggi del sole mi svegliarono prima della sveglia stessa.
Avevo un mal di testa non indifferente, ma nonostante ciò decisi di andare a scuola: nel peggiore dei casi me ne sarei andato prima.

La notte mi aveva dato modo di riflettere su ciò che era successo il giorno precedente con mia madre.
Mentre indossavo l'uniforme velocemente, nella mia mente balenava una sola domanda: perché mia madre voleva che io mi avvicinassi così tanto a Choi So-yeon?

Non che io ne sapessi molto, ma ero sicuro che la mia famiglia non avesse mai avuto a che fare con i Choi, nè per affari nè per altro.
Il fatto che probabilmente stessero usando proprio me come "un'esca" mi faceva imbestialire.

Avevo sempre pensato che una situazione del genere mi sarebbe stata bene, ma in quel caso non ne vedevo la necessità. Inoltre, avrei preferito mi dicessero chiaramente i loro scopi e le loro intenzioni, invece di usarmi senza darmi spiegazioni, quasi come se fossi un bambino incapace di intendere e di volere.

Scesi al piano di sotto per fare colazione, mentre tentavo di indossare in modo decente la cravatta della mia uniforme.
Come capitava ormai da anni, ero solo mentre consumavo quel pasto.

I miei genitori, ormai, erano troppo impegnati con le loro faccende; anche in quelle situazioni in cui avrebbero potuto scegliere, preferivano sempre fare altro.

Non sapevo se a convincermi di ciò furono gli altri o me stesso, ma ero fermamente convinto che la loro assenza fosse necessaria; credevo davvero che loro lavorassero così duramente solamente per assicurarmi un ottimo futuro.

Come al solito, uscito di casa, mi ritrovai il signor Park pronto ad accompagnarmi a scuola.

Mentre tentavo di salire a bordo del mezzo, però, i dolori allo stomaco si fecero risentire.
"Signorino Choi, va tutto bene?"
"Si, certo... va tutto bene" risposi io immediatamente. Era naturale per me rispondere in quel modo ad ogni tipo di domanda. Anche quando le cose non andavano bene per un qualsiasi motivo, la mia risposta era sempre la stessa.

Il signor Park, per il quale non ero nessuno e di cui a stento conoscevo il cognome, si era interessato delle mie condizioni vedendomi in difficoltà, quando la donna che mi aveva messo al mondo era troppo impegnata a sbraitarmi contro per una ragazza.

Non potei fare a meno di sentirmi triste.

Ero quel tipo di persona che odiava ammettere i propri sentimenti agli altri, ma prima di tutto a se stesso, eppure negli ultimi tempi non riuscivo più a negare il mio dolore, neanche a me.

Forse solo in quel momento mi stavo rendendo conto di alcune cose. O meglio, le stavo ammettendo.

Appena giunsi nel cortile della scuola mi si fiondarono addosso sia Kai che Beomgyu.
"Alla fine vi siete messi davvero insieme!" mi urlò contro Kai con il suo solito tono di voce un po' troppo invadente per i miei gusti.
"Choi Soobin, non so se te ne pentirai o meno di questa tua scelta..." continuò invece Beomgyu che, a differenza del più piccolo, aveva un carattere decisamente meno esuberante.
Sentii che stavano per dire altro e solo allora decisi di fermarli e prendere parola.
"Non ci siamo messi insieme" spiegai alzando un po' il tono e notai come alcuni studenti si voltarono per guardarci.
I due ragazzi mi guardarono con aria interrogativa per poi scambiarsi degli sguardi tra di loro altrettanto confusi.
"Eh?" esclamò Kai.

𝐋𝐨$𝐞𝐫=𝐋𝐨♡︎𝐞𝐫 // 𝐘𝐞𝐨𝐧𝐛𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora