18. 𝐅𝐞𝐯𝐞𝐫

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~Stop and wait a secWhen you look at me like that, my darlin', what did you expect?I'd probably still adore you with your hands around my neckOr I did last time I checked~

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~Stop and wait a sec
When you look at me like that, my darlin', what did you expect?
I'd probably still adore you with your hands around my neck
Or I did last time I checked~

La prima cosa che feci una volta entrato in casa fu annunciare il mio ritorno, in modo tale da evitare un qualsiasi possibile scontro con i miei genitori in un secondo momento.

"Sono a casa"

La risposta, banalmente, fu il silenzio.
Erano anni, ormai, che ad accogliermi al mio ritorno da scuola non c'era più nessuno. Sembrerà una cosa infantile desiderare un proprio genitore anche solo salutarti una volta rientrato, eppure raccontare la propria giornata, una qualsiasi sciocchezza accaduta durante le ore scolastiche a qualcuno, era una piccolezza di cui sentivo la mancanza.

"Signorino Soobin, è già di ritorno da scuola?" mi chiese una voce proveniente dalla sala da pranzo e che si faceva progressivamente più vicina.
"In realtà ho la febbre. Può avvisare i miei genitori che sono a casa per questo motivo? Non credo di uscire dalla mia stanza per oggi."
"Nessun problema. Le preparo qualcosa? Le faccio prescrivere dei medicinali?"
"Già mi ha dato qualcosa l'infermiera della scuola. Per ora credo vada bene così. In caso contrario le chiederò di chiamare il mio medico"
Conclusi così la breve conversazione con una delle tante domestiche di casa mia.

I miei genitori erano via per lavoro, come sarebbe potuto essere altrimenti?
La cosa in quel momento, tuttavia, non era di mio interesse: la fronte bruciava come se stessi sotto il sole cocente di agosto e la febbre non accennava ad abbassarsi.
Entrato in camera mia, mi fiondai nel mio letto e sotto le coperte iniziò il mio ozio.

Nonostante fossi malato e, quindi "giustificato", mi sentivo ugualmente un nullafacente a stare in quel modo. Tuttavia, non sarei riuscito a fare altro.

I miei occhi pesanti non tardarono a chiudersi e fiondai in un sonno profondo, ma tutt'altro che sereno.
Faticavo a respirare a causa dell'influenza, ma la stanchezza regnò sovrana.

Riflettendoci sopra, la colpa era solo ed esclusivamente di Yeonjun. Era stato lui a trascinarmi al mare, nonostante non fosse per niente stagione. Eppure sembrava quasi che ne fosse valsa la pena: stare male rappresentava quasi la mia punizione per essermi lasciato coinvolgere nuovamente da quel ragazzo, ma sentivo di poterlo sopportare. Avrei potuto tollerare anche di peggio, perché le sensazioni che provavo in sua presenza erano impareggiabili. Aveva la capacità di farmi teletrasportare in un mondo diverso, un mondo che, tuttavia, lontano dal mio, non avrebbe potuto ospitarmi ancora a lungo.

Mi svegliai di soprassalto, in un bagno di sudore e con la saliva sul cuscino.

"C'è proprio puzza di morte in questa stanza..." sussurai parlando con me stesso.

"Signorino Choi, ha delle visite. Posso far salire il suo compagno di classe...Kang Taehyun?"

I miei occhi a quelle parole improvvise, inaspettate e poco gradite viste le mie condizioni, si spalancarono. In quel momento ero fin troppo confuso e non prestai attenzione a quello che mi fu detto dalla domestica che, ormai, si stava avvicinando sempre di più alla porta della mia stanza.

𝐋𝐨$𝐞𝐫=𝐋𝐨♡︎𝐞𝐫 // 𝐘𝐞𝐨𝐧𝐛𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora