22. 𝐑𝐨𝐦𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜 𝐅𝐞𝐞𝐥𝐢𝐧𝐠𝐬

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~You're fun and you're wildBut you don't know thehalf of the shit that you put me trough~

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~You're fun and you're wild
But you don't know the
half of the shit that
you put me trough~

Era giovedì e l'indomani sarebbe presto giunto.

Mentre mi giravo e rigiravo nelle due piazze del mio letto, prendere sonno mi sembrava un'impresa impossibile.

Al tempo non ero ancora in grado di definire lo stato d'animo in cui mi trovavo.
Ansia mista ad entusiasmo.
Terrore e curiosità.
Bisogno e dovere.
Si alternavano istanti in cui mi sentivo come un bambino che attendeva con impazienza la gita scolastica del giorno seguente e altri, invece, un uomo in procinto di abbandonare sua moglie con i suoi tre figli, di cui uno appena nato. Non c'era più nulla di lineare nella mia mente.

Avrei dovuto prendere l'appuntamento con Yeonjun come un'occasione per capire il comportamento da adottare con sua sorella, non come una scampagnata romantica.

Quando mi ritrovavo a pensare a quel ragazzo, usavo istintivamente parole come "romanticismo", come se fosse qualcosa di plausibile e non assurdo.
Se solo le emozioni provate con Yeonjun fossero state sperimentate con una ragazza, probabilmente non le avrei mai classificate come sbagliate. Non trovavo nulla di strano o innaturale in due ragazzi che nutrono sentimenti l'uno per l'altro, ma semplicemente io non potevo far parte di essi.
Il solo pensiero di innamorarmi concretamente di una persona del mio stesso sesso mi proiettava nella mente una quantità infinita di possibili reazioni da parte dei miei genitori.
Io, Choi Soobin, figlio di una delle famiglie più ricche e importanti della Corea del Sud, non potevo permettermi di avere quel tipo di pensieri sul mio orientamento. In un paese del genere, sarei stato reputato lo scarto della società.
Per fortuna la mia situazione era ben lontana da quelle paure; nonostante non avessi mai avuto una ragazza fino a quel momento, mi sembrava ovvio che fossi interessato solo a loro.

Eppure mi sentivo così confuso al tal punto dal ritrovarmi a fare quei pensieri, a mettere in dubbio anche ciò che mi sembrava scontato. Alla confusione si aggiungeva il timore, la paura che quei sospetti fossero in realtà fondati.
Ma dentro di me ero consapevole del fatto che qualsiasi fosse stata la realtà, l'avrei rinnegata.

Il sole sorse, portando con sè la notte e tutti quei dubbi che aveva risvegliato, e un'altra giornata scolastica sembrò filare liscia. Come al solito avevo trascorso buona parte delle pause tra una lezione e l'altra a conversare con So-yeon, mentre mi beccavo delle occhiate curiose, ma allo stesso tempo di "rimprovero" , da parte di Kai, che si trovava come sempre al lato opposto dell'aula.

Essa, come tutte le altre, era incredibilmente spaziosa; c'era da aspettarselo da una scuola privata internazionale di lusso. Accoglieva solamente l'élite: in quelle aule ampie, con enormi finestre da un lato, armadietti personali in fondo per ciascuno studente, una LIM grande quasi quanto uno schermo cinematografico, affiancata persino da una lavagna tradizionale... non c'era posto per chi, di soldi, non ne aveva molti.
Una scuola costantemente soggetta a donazioni da parte delle influenti famiglie della Corea, e non solo, non poteva non essere in costante rimodernamento. Appena il colore azzurrino delle pareti si sbiadiva, non si tardava a ridefinirlo; le enormi finestre dalle quali si poteva scorgere un panorama ipnotico venivano costantemente pulite sia dall'esterno che dall'interno.
A quell'istituto non mancava nulla: dai corridoi larghi ai bagni dotati persino di asciugacapelli e piastre.
Chiunque andasse in una scuola pubblica avrebbe pensato che fosse fantascienza.

𝐋𝐨$𝐞𝐫=𝐋𝐨♡︎𝐞𝐫 // 𝐘𝐞𝐨𝐧𝐛𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora