𝐋𝐨$𝐞𝐫=𝐋𝐨♡︎𝐞𝐫 // 𝐘𝐞𝐨𝐧𝐛𝐢𝐧

11. 𝐘𝐨𝐮𝐫 𝐭𝐨𝐮𝐜𝐡

~The world's not perfect, but it's not that bad
If we got each other, and that's all we have~

Continuammo a correre nonostante dietro di noi non ci fosse ormai più nessuno.
Avevamo rallentato il passo, ma il mio polso continuava ad essere stretto dalla mano di Yeonjun, non che io avessi tentato di liberarmi da quella presa: mi sembrò semplicemente d'aiuto in quel momento.

Mi accorsi che la nostra corsa era finita solamente quando sentii la mia mano cadere di colpo, iniziando a penzolare e in quell'istante capii che avevamo raggiunto il centro della città, dove c'erano svariati negozi e sui marciapiedi si potevano scorgere tanti caffè, gelaterie e chi ne ha più ne metta.

"Non credo ci troveranno qui" spiegò Yeonjun affannato.
"Anche se ci trovassero dubito ci farebbero qualcosa davanti ad altre persone" gli risposi io prendendomi delle pause tra una parola ed un'altra tentando di regolare il mio respiro.
"Vieni, beviamo qualcosa" propose d'un tratto il ragazzo mentre si avviava verso una meta che probabilmente aveva già adocchiato.

Ero molto sorpreso da quella sottospecie d'invito. Pensavo volesse maledirmi per quanto appena accaduto ed invece non sembrava essere così, o forse era bravo a tenerlo nascosto.
Continuavo a non sapere chi in realtà fosse la persona davanti ai miei occhi.
Necessitavo davvero di bere e riprendermi, quindi non esitaii ad accettare.

Entrammo in un locale alquanto carino: era moderno e frequentato da persone giovani, probabilmente studenti universitari che si recavano in quel luogo per mantenere la concentrazione. In effetti si poteva definire molto calmo; la musica in sottofondo era gradevole ed oltre ad essa non si udivano altri rumori, se non di tanto in tanto il suono dei polpastrelli che cliccavano sui tasti dei PC o i rintocchi dei bicchieri di vetro che si scontravano tra loro.

La cameriera, tuttavia, ci fece accomodare all'esterno: personalmente odiavo stare all'esterno, specialmente se dava su una strada di passaggio... ed ovviamente era quello il caso. Mi infastidiva il fatto che chi passava potesse far cadere il suo occhio su me che mangiavo. La trovavo una cosa invadente. Ma forse, in quel momento, avrei dovuto interessarmi maggiormente agli sguardi preoccupati e sbalorditi della cameriera stessa vedendo due tizi entrare come se non fossero malandati e con dei lividi violacei visibili da chilometri di distanza.

Ci accomodammo in un tavolo a due ed eravamo letteralmente uno davanti all'altro. Il disagio, misto probabilmente anche ad imbarazzo, divenne così insostenibile da farmi scordare per qualche istante il dolore che provavo a causa di tutti i colpi che avevo preso. Mi chiedevo perché tra tutte le persone del mondo fossi capitato proprio con Yeonjun a bere qualcosa seduti faccia a faccia.
Tentavo, talvolta invano, di evitare il suo sguardo. Sapevo che se l'avessi incrociato, anche solo per sbaglio, avrei dovuto iniziare una conversazione e, da quel che avevo potuto sperimentare oggi, le conversazioni tra me e Yeonjun non finivano nel migliore dei modi. In poche parole preferivo tacere e non creare ulteriori danni.