25. 𝐒𝐡𝐨𝐭 𝐨𝐟 𝐋𝐨𝐯𝐞 {𝐘𝐉}

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~Doing what's rightWithout a rewardAnd we don't have to fightWhen it's not worth fighting for~

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~Doing what's right
Without a reward
And we don't have to fight
When it's not worth fighting for~

Dei confusi colpi alla porta della mia stanza mi risvegliarono dal dormiveglia in cui ero caduto dopo essermi steso su quel letto che non smetteva di ricordarmi quello del freddo monolocale che, ormai da mesi, mi ospitava negli Stati Uniti.
Combattuto tra l'ignorare quel bussare e l'alzarmi per prendere a sberle l'idiota che stava interrompendo il mio riposo, decisi di puntare sulla seconda opzione.

Mi avvicinai alla porta malandata e l'aprii di scatto, nonostante quei frenetici colpi continuassero a scagliarsi sul legno ammuffito.
Sentii il peso morto di un corpo precipitare sul mio e d'istinto lo afferrai tra le mie braccia per non lasciarlo cadere al suolo.
Non mi servì guardare il volto per capire a chi appartenesse quella vita snella che mi ero ritrovato a stringere tra le mani.

Dinanzi a me si parò Choi Soobin, l'ultima persona che mi sarei aspettato di vedere ubriaca fradicia quella sera. Barcollava, gli occhi lucidi faticavano a restare aperti e le sue mani tentavano di aggrapparsi alla mia camicia ormai sgualcita.

"Che cazzo ti è saltato in mente, Choi Soobin?" gli urlai contro irritato da quel suo gesto a cui non riuscivo a dare una spiegazione logica.
Quel ragazzino non aveva mai messo il piede fuori dalla sua villa e, proprio quel giorno, aveva deciso di toccare l'alcol per la prima volta nella sua vita probabilmente. I guai sembravano rincorrermi ovunque andassi: non importava se in Corea o in America, qualcosa doveva andare storto nella mia vita.

Alla mia domanda, che impostai come una vera e propria accusa, non ricevetti una risposta se non dei lamenti sofferenti.
La soluzione migliore sarebbe stata farlo addormentare il prima possibile, in modo tale da non fargli combinare ulteriori disastri.

Gli portai il braccio dietro al mio collo e, mentre lo tenevo per la vita, invitai il suo corpo a raggiungere il bordo destro del letto, sul quale poi lo lasciai distendere cautamente. Io mi andai a posizionare sul lato opposto.

Sembrava essersi calmato: aveva gli occhi chiusi e respirava dalla bocca che era leggermente aperta. Lo osservavo come erano solite fare le madri dopo aver raccontato la fiaba della buonanotte al proprio figlio. Provavo una sincera premura nei confronti di quel ragazzo, ma non mi sarei mai immaginato di arrivare al punto che sarebbe stato così difficile accettarla.
I suoi capelli neri gli cadevano sul viso entrando in contrasto con la pelle candida sulla quale era affiorato un leggero rossore. Si stavano lentamente impregnando delle goccioline di sudore che gli iniziarono a scorrere lungo la fronte. Mi ricordò quel giorno in cui era malato. Gli spostai i ciuffi e gli poggiai il dorso della mano sul volto per assicurarmi che non si fosse ammalato davvero. Se l'avessi tenuto più a lungo ero certo che sarebbe andato a fuoco, ma era ovvio che fosse un semplice effetto della sbronza.

Poco dopo mi scostai da lui, mi imposi di smetterla di dargli attenzioni e, istintivamente, mi ritrovai a fissare il soffitto con il dorso della mano stavolta sulla mia di fronte.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 09 ⏰

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𝐋𝐨$𝐞𝐫=𝐋𝐨♡︎𝐞𝐫 // 𝐘𝐞𝐨𝐧𝐛𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora