Undici.

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Oggi è una giornata importante, c'è una riunione importante con alcuni membri dell'azienda "Society Evans" che riguarda ovviamente tutto quello che mio padre detesta, gli sta alle calcagna da anni e non ha mai apprezzato le loro visite

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Oggi è una giornata importante, c'è una riunione importante con alcuni membri dell'azienda "Society Evans" che riguarda ovviamente tutto quello che mio padre detesta, gli sta alle calcagna da anni e non ha mai apprezzato le loro visite.
Dopo tutto un uomo d'affari come lui non vuole di certo farsi mettere i piedi in testa da qualcuno che non è al suo livello, mio padre è una persona abbastanza narcisista e credo che dovrò intromettermi per farlo stare tranquillo.

«Amber devo parlarti.» Michael gira la mia sedia verso di lui e comincia ad analizzare la situazione attorno a noi, qualche secondo dopo si gratta la gamba in modo nervoso e continua a fissare la gente che gira tranquillamente per i corridoi.

«Si può sapere che problemi hai?» Michael chiude la porta e si avvicina a me con fare sospetto, sembra essere parecchio sicuro di quello che sta per dire e sinceramente temo di sapere l'argomento principale della nostra discussione.

«Da quando fai la puttana nei locali notturni?» Cosa?! Come diavolo sa che lavoro al The box? Mi ha davvero riconosciuta quella sera?
No questo è uno di quegli incubi in cui non esci vivo se non grazie a una botta di fortuna, in questo momento non credo che per me ci sia un'alternativa migliore della fuga.

"Michael credimi non è come sembra, ti stai sicuramente confondendo con qualcun'altra." Il sorriso maligno che appare sopra il suo volto mi fa ben capire che sa benissimo che la stripper di nome "Violet" sono io, non posso mentire ancora e se lo facessi probabilmente le conseguenze sarebbero tutt'altro che buone.

«Sei una sciocca se pensi che caschi nella tua trappola Amber, se proprio non vuoi che dica niente a tuo padre... Dovrai uscire con me.» Questa giornata non poteva andare peggio di così, ci mancava solamente Michael con le sue proposte indecenti e su come tenti miseramente di portarmi a letto, voglio proprio vedere dove vuole arrivare e cosa intende fare in questo "appuntamento."

«Mi tocca farlo perché pensi abbia paura di te? O di cosa potresti rivelare a mio padre? In fondo cosa accadrebbe se venisse a saperlo, mi butterebbe fuori da quest'azienda e la colpa sarebbe solo tua. Quindi Michael mi vedo costretta ad accettare, ma sia chiaro che mi fai letteralmente schifo.»

Michael mi lascia un viscido bacio all'angolo della bocca e esce saltellando dal mio ufficio, non credevo potesse essere così meschino nei miei confronti e tutto questo per cosa? Per avere qualche ora in mia compagnia.
Certe volte penso che la sfiga sia la mia migliore amica, mentre la fortuna mi eviti come la peste.

Che rottura di palle!
Prendo una merendina dal mio cassetto e apro il Mac per vedere qualche notizia interessante, come volevasi dimostrare il karma è sempre contro di me.
La prima pagina parla di Harry Styles, possibile che questo nome mi perseguiti ovunque vado? 
Lui che tiene per mano quella ragazza, che sorride mentre la guarda..
È tutto sbagliato, ingiusto e deludente.

«Vorrei tanto dirgliene quattro a quell'idiota! Solo che ho avuto la brillante idea di nascondere la mia identità.» Mi alzo dalla scrivania e butto la carta della barretta proteica, chiudo il computer e lo rimetto dentro la borsa.
Voglio continuare a leggere quell'articolo e scoprirne di più su questa "fantastica" relazione.

«Amber devo parlarti.» Alex mi ferma prima di uscire, adesso vuole scusarsi per aver praticamente detto a mio padre che mi trovavo all'interno di un locale per stripper?

«Non voglio ascoltarti, hai pensato bene a cosa dire a papà vero? Sei un coglione Alex Jackson! Non rivolgermi la parola fino a quando non capirai cosa significhi davvero essere un fratello.»

Sono stata un po' troppo dura nei suoi confronti, non litighiamo spesso e quando accade riusciamo a dirci le cose peggiori al mondo.
Alex ha avuto tutto dalla vita oltre l'affetto dei miei genitori, mentre io sono la pecora nera della famiglia Jackson e ogni santo giorno qui dentro me lo ricordano in centinaia.

«Smettila di comportarti da stronza! Ho sbagliato va bene? Però non volevo che papà la prendesse in quel modo, mi dispiace Amber...» Alex mi abbraccia di colpo, non me la sento di ricambiare quel gesto così mi limito a dare delle leggere carezze sopra la schiena.

Essere una persona affettuosa non fa proprio per me.

«Alex avrei preferito non dicessi niente a papà del mio secondo lavoro, anche se non credo sospetti qualcosa.»

«Gli ho solo detto che frequenti locali notturni, non preoccuparti. Ma perché non ti paga per lavorare qui? In fondo sgobbi dalla mattina alla sera e senza nemmeno un centesimo in tasca?»

«Beh lo conosci papà, per lui dobbiamo guadagnarci il pane senza aver bisogno di lui, allora perché continua a farmi stare in questa specie di carcere se le sue intenzioni sono ben chiare? Non so che pensare Alex.»

Mio fratello nota quanto sia diventata improvvisamente triste, mi abbraccia nuovamente e poi mi prende per mano uscendo dall'ufficio, apprezzo che sia premuroso nei miei confronti però non ci sono abituata.

Come non ero abituata alle attenzioni di Harry quella notte, i baci e le carezze sono quel genere di cose a cui una donna aspira giorno per giorno.
Mentre io ho avuto la fortuna e la sfortuna di provarle per pochissimo tempo ma sentirne il bisogno con tutta me stessa, anche adesso che cerco di fare la dura e di non provare nessun tipo di emozione davanti a mio fratello.

«Posso andare fuori a pranzo Alex?» Mio fratello accenna un si con la testa e mi lascia andare, trattengo le lacrime che minacciano di uscire dai miei occhi e entro velocemente dentro l'ascensore.

Appoggio la testa sopra il muro e comincio a pensare a tutte le cose più belle che mi sono accadute ultimamente, appare solo una persona nella mia mente in questo momento e vorrei che fosse qui con me, a dirmi quanto mi trovi bella e speciale, a quanto gli piacerebbe uscire a cena fuori per conoscermi meglio.

Ho sempre sprecato gli attimi più belli della mia vita per mettere al primo posto l'orgoglio, ho perso molte persone durante il mio percorso e sono rimasta da sola senza che nessuno mi porgesse la mano per aiutarmi, ne mio padre ne mia madre.

Ma quella notte ho capito di contare qualcosa, di essere guardata con amore (che poi amore non è) da qualcuno che nemmeno conoscevo, questo significa che ho un disperato bisogno di affetto e d'amore per cadere tra le braccia di qualcuno che mi fa qualche complimento.

Le porte dell'ascensore si aprono, mi precipito subito verso l'uscita e m'imbatto in Marie che parla con qualcuno di spalle, ma so bene chi è l'uomo dai capelli lunghi scuri con la canottiera bianca che aderisce perfettamente al suo corpo snello, i suoi occhi verdi incrociano i miei subito e un brivido scorre lungo la mia schiena, Marie ci fissa entrambi con un sopracciglio inarcato e cerca di richiamare Harry.

«Amber giusto? Ci siamo già incontrati l'altro giorno vero?» Harry mi stringe la mano e con l'altra passa la sua folta chioma all'indietro, mi piacerebbe un sacco poter passare la mano tra quei ricci ribelli.

«Si sono io, cosa ci fai qui?» Prima di poter rispondere mio padre viene verso di noi con un largo sorriso sul volto, saluta Harry come se fosse un amico di vecchia data e poi da a me un bacio sulla guancia.

«Hai già conosciuto mia figlia Harry? Amber lui è un amico di Alex, ha visto che la nostra azienda si occupa anche di sponsorizzare vari prodotti e ho scelto lui come volto principale.
Che ne dici?»

Fuori posso sembrare tranquilla, dentro di me però sto urlando.

𝐏𝐨𝐥𝐞 𝐃𝐚𝐧𝐜𝐞𝐫|𝐇.𝐒|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora