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Il giorno dopo, quando mi sveglio, sono da sola e il primo pensiero che mi passa per la mente è scappare, andarmene finalmente da questo posto che mi sta solo portando via tempo prezioso. Scendo dal letto ma appena appoggio la gamba, ho un giramento di testa. Okay, come non detto. Continuo a guardare il soffitto scrostato che sta per crollare sopra di me e cerco di dare un senso alle figure che si formano nelle zone dove manca l'intonaco. Non ce lo trovo.

Mi chiedo perché non sia ancora arrivato qualcuno a rompermi le palle, allora provo a rialzarmi, appoggiandomi ad una sedia, mi vesto e provo a camminare. Forse in sala mensa riesco ad arrivarci. Esco e vedo per la prima volta, l'impegno e il lavoro delle persone che sono in questo posto. Sono tutte molto serie e concentrate ma appena incontrano lo sguardo di qualcuno altro, lo salutano con un gran sorriso. Alcuni che probabilmente mi hanno riconosciuto, salutano addirittura me. Rimango troppo colpita dal buon umore di queste persone per rispondere.Arrivo in sala mensa, mi metto in fila e prendo ancora latte e cereali. Ora avanza un altro problema, non vedo Tommy o Joel o nel caso peggiore in assoluto, Maria. Perciò mi metto in un tavolo vuoto in disparte. Mangio in silenzio come se davvero qualcuno potesse sentirmi in tutta questa confusione."È libero qui?" Chiede all'improvviso una voce femminile vicina a me. Alzo lo sguardo e vedo una ragazza bionda e un ragazzo con due spalle larghe, molto larghe. Annuisco.

"Tu sei la ragazza che hanno salvato nel bosco?" Chiede il ragazzo. "Non che ne avessi bisogno, ma sì" rispondo, senza nemmeno alzare lo sguardo. Imbarazzo creato. I due ragazzi si guardano straniti e poi iniziano a mangiare. "Oggi è davvero freddo, penso che tra qualche giorno potrebbe anche nevicare" dice il ragazzo rivolgendosi alla sua accompagnatrice. "Ma che neve! Siamo in piena primavera!" Esclama la ragazza. Ridacchiano un po' e poi tornano tutti e due a mangiare. "Oggi devo andare all'avamposto est" continua il ragazzo.

"Ah, quello dove si scopa?" Chiede la ragazza.

"Esattamente!"

"E con chi vai?"

"Indovina..."

"Ancora con Dina?" Chiede la ragazza quasi scocciata. Il ragazzo annuisce. Finisco i miei cereali e mi alzo. "Comunque sono Allison" dice la ragazza prima che me ne vada. "Ed io sono Glenn, piacere di conoscerti...Charlie, giusto?" continua il ragazzo. "Tommy vi ha detto anche quanti punti mi hanno messo nella gamba?" Rispondo bruscamente. I due ragazzi sono colpiti da questa mia affermazione così forte. "In realtà, ce lo ha detto Maria. Sai, il tuo nome è stato accompagnato da diversi aggettivi in questi ultimi due giorni" continua Serena. Sto per mandarli a quel paese, quando mi sento una mano sulla spalla. "Charlie! Cosa ci fai qui?" Chiede Tommy. "Avevo fame" rispondo, quasi contenta di vederlo. "Vuoi che ti riaccompagni in camera?" Chiede. "No, no faccio da sola" dico mandando un'ultima occhiataccia a quei due.

Esco dalla mensa e zoppico verso il mio stanzino. Ad un tratto, in un vicolo un po' stretto, mi incrocio con un gruppetto di ragazzi e ragazze con gli zaini in spalla che avanzano verso il cancello. Forse stanno andando ad uno di quei "avamposti" di cui parlano tutti.Ad un tratto, una di questi mi urta e cado. "Cazzo, la gamba!" Esclamo sentendo una forte dolore. "Hey, stai attenta, porca troia!" Esclama prima di voltarsi. Poi però si rende conto che sono l'invalida cretina che sta alloggiando qui da loro. "Oh, cazzo, scusami tanto, non volevo...lascia che ti aiuti" dice. Alzo lo sguardo e mi accorgo che è ancora quella ragazza dai capelli rossi che è sempre con Joel e Tommy. "No, faccio da sola" dico e provo ad alzarmi ma non ce la faccio ed urlo dal dolore. "Non ce la fa, Ellie! Dobbiamo sollevarla!" Esclama un ragazzo accanto a lei. Improvvisamente vedo allargarsi una macchia di sangue all' altezza dei punti. "Cazzo, si è riaperta la ferita!" Esclamo. Quella che tutti chiamano "Ellie" sembra nel panico più totale e non sa che fare. Il ragazzo allora si avvicina a me e mi prende in braccio. "Ellie? Ellie? Ci sei?" Chiede un'altra ragazza del gruppo. Continuano a parlare ma dopo non molto smetto di sentire perché il ragazzo mi sta portando nel mio stanzino. Ad aspettarmi c'è Claire. "Le si è riaperta la ferita" dice il mio salvatore, con tutta la calma del mondo, appoggiandomi delicatamente sul lettino. Claire, presa consapevolezza della situazione, inizia a preparare le cose per rimettermi i punti. "Grazie Jesse, puoi andare" dice la dottoressa. "Ti lascio in buone mani" dice questo "Jesse" facendomi l'occhiolino, prima di uscire.

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