3.

593 26 10
                                    

Sono passate una paio di settimane e la mia vita, se così si possono definire questo ammasso di giorni tutti uguali e dannatamente noiosi, è ancora incatenata qui. Sono le 4 del pomeriggio. Qualcuno bussa alla porta, quando Claire ha appena finito di disinfettarmi la ferita alla quale ha già tolto i punti: si è infatti rimarginata in fretta. Dalla porta, spunta la testa di Tommy con un sorriso particolare.

"Che ti succede sta mattina, Tom?" Chiede Claire con il suo solito accento. "Vengo da una bella serata..." dice con uno sguardo sospetto. Claire ed io capiamo subito, ed io non riesco a tenere la bocca chiusa. "Maria era in vena?" Chiedo in modo estremamente invadente ma me ne accorgo solo dopo. Nessuno sembra averci fatto troppo caso. Claire ride e mi da un leggero schiaffo sul braccio. Lo ritiro al contatto che ha con la mia pelle. Tommy mi scompiglia i capelli castani. "Sei sveglia, ragazzina" dice mentre fa cenno a Claire di abbandonare la stanza. "Come stai?" Mi chiede. "Bene, molto meglio di qualche settimana fa" rispondo. Tommy è l'unico con cui ho più confidenza, è stato molto carino con me in questo periodo ma non ho smesso di insultarlo ogni tanto, quando se lo merita, ecco. "Senti, Maria ed io pensavano che, data che le tue condizioni stanno migliorando, sarebbe ora di farti conoscere qualcuno, di uscire da qui, farti fare qualcosa di non troppo faticoso, che ne dici?" chiede. "Ne avete parlato ieri mentre scopavate?" Chiedo in modo insolente. Tommy si rivolge a me con sguardo rimproverante: okay, sono andata davvero oltre. Abbasso lo sguardo dall'imbarazzo. Tommy forza un colpo di tosse e poi ricomincia a parlare. "Dopotutto sei qui da quasi un mese e la tua gamba sta molto meglio, cred..." "Per quale motivo dovrei rendermi utile proprio adesso? Non rimarrò qui più a lungo di qualche giorno e poi ripartirò, da sola..." dico con una scatto di rabbia generato dal forte imbarazzo dentro di me. Tommy sembra ormai abituato ai miei repentini cambi di umore ma è come se si retrocedesse per non rimanere bruciato dal fuoco della mia ira. "Hai ancora avuto degli attacchi di panico dall'ultima volta?" Chiede come per cambiare argomento. "No..." dico "che ti importa?" Continuo in modo brusco. Tommy sbuffa. "Puoi smettere di fare la stronza per un secondo? Indipendentemente da che tu lo voglia o meno, ti abbiamo ospitato per più di un mese e adesso tu, in cambio, devi accettare di fare qualcosa per noi. Non mi sembra di chiedere troppo, o sbaglio? " Chiede in modo severo ma quasi allo stremo delle forze. Abbasso nuovamente lo sguardo: forse ha ragione. Rimango in silenzio, in attesa che continui a parlare."Questa sera c'è una festicciola a cui saranno presenti anche dei tuoi coetanei, alcuni li conosci già. Mi farebbe piacere se venissi e iniziassi ad ambientarti" dice, senza guardarmi in volto. Questa volta l'ho fatto davvero arrabbiare e ciò mi rattrista. Annuisco senza far storie. Voglio e devo andarmene al più presto ma, purtroppo, ho ancora bisogno del loro aiuto. Quindi, per ora me ne starò buona, ma non so quanto potrò durare.

É già buio quando, Maria, Tommy ed io ci dirigiamo verso il luogo della "festicciola". Il freddo primaverile mi punge la pelle e il vento mi sfiora i capelli lasciandoli in disordine. Riesco a camminare senza difficoltà, il che aiuta a migliorare la mia minima voglia nel raggiungere questo posto pieno di gente, con cui sarò costretta conversare. Alzo lo guardo verso i coniugi davanti a me: Maria sta tenendo a braccetto Tommy e a volte si lanciano sguardi romantici. Blah, che schifo.

Arriviamo alla locanda e un forte calore mi fa bruciare gli occhi. Ci sono un sacco di persone e la musica che guida la danza di alcune di queste è davvero alta. Rimango attaccata a Tommy per più tempo di Maria, che nel giro di poco, si perde a parlare con un sacco di altre persone. Non so come possano trovare piacere a parlare con una persona come lei. "Festeggiate qualcosa in particolare?" Chiedo a Tommy cercando di sovrastare il volume eccessivo della musica. "In verità, no. È solo un modo per stare un po' insieme. Non lo facevate voi alle basi delle Luci?" Chiede. Faccio finta di non aver sentito e mi guardo attorno.

Ad un tratto, parte una melodia più movimentata; diversi ragazzi si inchinano davanti ad una ragazza per poi prendere loro la mano e portarle a ballare al centro della stanza. Ai lati della pista, ci sono gli amici che battono le mani a tempo e che urlano robe di ogni genere, penso di sentire anche qualche cosa di sconcio; che fastidio quando fanno così. Troppo presa dalla scena, mi rendo conto di aver perso di vista Tommy che noto ora non essere più alla mia destra. Così inizio a vagare nella stanza finché non arrivo al bancone dove distribuiscono delle bevande. Lì trovo Ellie, Jesse il salvatore, la ragazza che era venuta a richiamarli quando erano con me e un paio di altri ragazzi che avranno più o meno la mia età.

Choices [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora