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La mia mente è affollata da mille pensieri che continuano a colpirmi lo stomaco come delle frecce: devo andarmene, ora!

Prendo il mio zaino da camera mia e poi chiudo la porta, giurandomi di non tornarci mai più. Vado velocemente verso l'ufficio di Maria per comunicarle la mia immediata partenza e perché mi serve un cavallo.

Vedo ancora la luce accesa, per fortuna. Apro la porta e ci trovo Maria, Tommy ed Ellie. 
"Charlie! Che succede?" chiede Tommy, vedendomi ovviamente molto scossa.

"Parto. Adesso" dico secca e senza ripensamenti.

"Cosa? Adesso? Ma è notte!" Esclama.

"Ti ho detto che voglio partire adesso, cazzo! L'unica persona che davvero tiene a me è là fuori e non posso lasciarmela scappare! Perciò, datemi un cavallo e non mi rivedrete mai più" urlo in preda alla rabbia.

Tommy lancia uno sguardo veloce a Maria e ad Ellie e poi mi annuisce.

"Okay, vengo a prepararti il cavallo" dice Tommy con voce calma e sottomessa. Sto per uscire quando sento le voce di Ellie: "Non la troverai, Charlie!". Mi volto intenta a strangolarla, questa volta, però, per davvero.

"Che cazzo vuoi dire?!" Esclamo.

"Non troverai là fuori perché l'hai già trovata.." Dice e si avvicina a me. Mi appoggia una mano sulla spalla e dice: "Charlie, sono io tua sorella".

"Cosa?!" Esclamo. "Che cazzo stai dicendo?!". 

"Non ci credi? Guarda" dice e si tira su la manica del braccio destro: c'è una bruciatura a forma di C, come quella del sogno.

Sono davvero senza parole: tutte le emozioni che si stavano accalcando nel mio petto, sembrano essersi improvvisamente placate. Non ci posso credere: è stata qui per tutto questo tempo? La guardo bene in volto ed è come se la vedessi per la prima volta. Mi avvicino con gli occhi lucidi.

"Sono io, Charlie. Mi hai trovata..." dice con la voce tagliata dal pianto.

Senza pensarci due volte, cado tra le sue braccia e la stringo forte, come per paura che possa scappare ancora.

"Mi sono immaginata questo momento miliardi di volte, ma questa versione mi mancava" dico.

Ellie ride ma non mi lascia, continua a stringermi. Non mi sembra vero di essere finalmente tra le braccia di mia sorella: è come se avessi ritrovato una parte di me. Mi assalgono alla mente mille domande.

"Da quando lo sapevi?" chiedo, tra la sorpresa e la gioia.

"Da quando hai raccontato la tua storia la sera del gioco della bottiglia" spiega. "Non so se hai notato ma ero un pochino scossa alla fine della serata, e per i giorni successivi, ho cercato in tutti i modi di evitarti".

Provo a ricordarmi di quella sera e infatti, mi sembrava abbastanza strana, ma credevo che fosse per un mix fatale di alcol e stanchezza.

"Quindi, tu non sapevi della mamma?" Chiedo.

Ellie scuote la testa.

"Mi dispiace che tu abbia dovuto scoprirlo così, se lo avessi saputo..."dico un po' sconsolata.

"No, non ti preoccupare. Va bene così, non è colpa tua" dice accennando un sorriso.

"Avete un po' di cose da dirvi" dice Maria. "Vi lasciamo da sole". Sentiamo la porta chiudersi. Ellie ed io ci sediamo una davanti all'altra.

"Non potevi saperlo ma queste bruciature sul nostro braccio hanno una storia davvero bellissima. Nostra madre, nella lettera che ha lasciato sulla tomba di papà, diceva di sapere che sarebbe successo qualcosa che ci avrebbe separate, motivo per cui ha deciso di darci un segno indelebile del nostro rapporto" spiega.

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