•3 - Confessioni intime.

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TAEHYUNG

Picchietto la penna contro alla scrivania, per poi sospirare e alzarmi.
Prendo una sigaretta dalla tasca dei jeans, la porto alla bocca e l'accendo. Faccio un tiro, guardando fuori dalla finestra.
«Signore.»

Guardo di lato. «Dimmi, Cha.»
«È arrivato adesso l'invito per lei, ai funerali di Go.»
Ridacchio e stringo la sigaretta tra le labbra, facendo un tiro. «Va bene, quando?»
«Domani, alle nove.»

Prendo il cellulare dalla tasca dei jeans e lo porto all'orecchio. «Hai un buon motivo per chiamarmi?» Domanda.
«Ti disturbo?»
«In verità sì - sento la sicura di una pistola scattare - sto lavorando.»

Faccio un sorrisetto. «Quando hai finito, ti aspetto al Red Bullet.»

[...]

Giro il bicchiere di alcol nella mano e sospiro, per poi berlo.
Sento bussare alla porta, così mi alzo e scrocchio il collo. «Avanti.»

Jungkook entra nel mio ufficio e chiude la porta alle sue spalle. Cammina verso di me e porta le braccia al petto.

«Allora?» Domanda. Lo guardo attentamente e sospiro, circondando la sua schiena con un braccio e tirandolo verso di me. Gli tolgo la pistola dal fordero sul fianco e il pugnale dalla coscia. «Ancora non ti fidi di me?» Gli chiedo, lasciandolo andare.

«La prudenza non è mai troppa» risponde, leccandosi le labbra. «E comunque avevo appena finito un lavoro» aggiunge, inclinando la testa di lato.
Gira per il mio ufficio, per poi sedersi sulla scrivania.

Lo guardo, divertito mentre prende una sigaretta e la porta alla bocca.
«Se devi dirmi qualcosa, fallo in fretta» dice, accendendo la cicca. «Non ho tutto il tempo del mondo.»

Butta fuori il fumo dalla bocca. «Il tuo ragazzo non sa quello che fai, vero?»
«Tu come cazzo fai a sapere...» lascia la frase in sospeso, ancora sorpreso. «Del tuo ragazzo? Ho chiesto ai miei uomini di indagare su di te.»

Ridacchia, scuotendo la testa. «Cos'è? Sei una specie di psicopatico?»
«Te l'ho detto, bambolino. Sono solo curioso.»
«Non te l'hanno mai detto che la curiosità uccise il gatto?» Chiede, facendo un altro tiro.

«Rispondi alla mia domanda.»
Sospira, scuotendo la testa. «Non lo sa, ma in fondo ci sono molte cose che non gli ho detto.»
Aggrotto le sopracciglia. «Quali cose?»
«Perché dovrei dirle a te?»
«Guardami come un confessore» spiego.

«Vuoi che ti visualizzi modo prete? Mi prendi per il culo, per caso?» Sbotta, alzando gli occhi al cielo. «Fallo.»
Mi guarda per qualche istante, per poi sospirare. Lascia cadere la cenere del piattino e tira la sigaretta tra le labbra.

«Lui ha un piccolo problema con...il sesso.»
Si morde il labbro. «Con il sesso?»
Annuisce, facendo spallucce.
«Cioè lui non ha mai scopato con me...quando lo facciamo, lui è troppo lesso. Capisci? Stiamo insieme da un anno, ma non ho mai raggiunto un orgasmo! È assurdo!»

Stringo le labbra e ridacchio. «Non c'è niente da ridere!»
Cammino verso di lui, che spegne la sigaretta.
«Ormai sto prendendo la voglia di fare sesso e fidati, io amo scopare.»

«Bambolino, vuoi dirmi che non hai mai provato a farlo con un altro uomo?»
Inclina la testa di lato. «Così, lo tradirei e non voglio farlo» spiego. «In fondo, è il suo modo di vedere la cosa...non voleva neanche farlo. Voleva restare vergine, ma per me l'ha fatto.»
«Dio - sospiro, massaggiandomi lo spazio tra gli occhi - avrai una ragnatela tra le gambe.»

Sgrana gli occhi, spingendomi lontano. «Guarda che non è un ottimo modo per fare in modo che io mi fidi di te.»
Scende dalla scrivania e mette la pistola nel fodero.
«Non ho una ragnatela, perché grazie a Gesù Cristo la mente umana crea delle riproduzioni piuttusto reali di cose molto intime» spiega.
«Ho un amichetto segreto ed è sempre nascosto nel mio cassetto del comodino» dice, per poi prendere il pugnale.

ANGEL of DEATH                                                 Kill for BusinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora