•14 - Alla fine quel bastardo ha vinto.

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TAEHYUNG

«I miei amici mi hanno dato delle informazioni su Joo» spiega, sedendosi sul divano, con la sigaretta tra il medio e l'indice.
«Cosa ti hanno detto?»
«Sanno dove si nasconde, ma è piuttosto pericoloso. Ha la Gangpeh dalla sua parte, quindi è ben protetto» dice, con un sospiro.
«Dimentichi che anche io sono un boss della Gangpeh.»

Ridacchia e annuisce, per poi far cadere la cenere nel piattino e fare un tiro.
«Si nasconde in un vecchio hotel abbandonato sulla strada fuori città.»
«L'hotel Freedom?» Domando, aggrottando le sopracciglia, mentre mi siede accanto a lui.
«Sì, lo sapevi già?»
Scuoto la testa. «No, ma è un ottimo luogo dove nascondersi. È un fottuto labirinto, la gente di Seoul si rifugiava lì durante la Guerra di Corea.
C'era un bunker sotterraneo, la gente sapeva quando i soldati nemici stavano per arrivare, perché l'hotel è stato costruito in modo che i suoni interni non potessero essere sentiti all'esterno, ma quelli esterni potevano sentirsi benissimo dall'interno del bunker. La maggior gente che era nascosta, si è salvata. L'hotel era solo una copertura, era una vera e propria base per nascondersi dai soldati.»

Si mordo l'unghia del pollice e sospira.
«È un fottuto problema, siamo in svantaggio fin dall'inizio» dice. «Non è detto.»
Mi guarda, inclinando la testa di lato. «Che cos'hai in mente?» Domanda, con un piccolo sorrisetto. «Qualcuno potrebbe infiltrarsi, non noi due ovviamente, così da dirci quand'è il momento giusto per entrare.»
«Ci sentiranno comunque.»
«Non necessariamente. Dopo la guerra, l'hotel aveva subito gravi danni, quindi l'impianto di sonorizzazione non funzionava più come all'inizio. Basterà non fare rumore.»

Spegne la sigaretta e incrocia le braccia al petto. «E come pensi di fare?»
«Conosco quel posto come le mie tasche e sono quasi certo che Joo non sappia dell'esistenza di una corridoio che porta ad una stanza. È solo una camera, ma dal bagno si possono controllare tutte le altre stanze, compreso il bunker. Basterà capire in che punto preciso è Joo e diremo al nostro infiltrato di piazzare dell'esplosivo.»

«Wow» dice, mettendosi a cavalcioni su di me.
Appoggia le mani sulle mie guance e sospira.
«Sai, quando fai il boss mi fai eccitare un sacco» si morde il labbro inferiore. Afferro i suoi fianchi, facendo un sorrisetto.
«Ah, davvero?»
Sfioro il suo collo con la bocca. «Mh sì.»

Faccio unire le nostre labbra, tirando il suo corpo verso di me. Dischiude la bocca, in modo che la mia lingua tocchi la sua e ricambia il bacio, ansimando per il modo in cui si sta consumando.
Il suo corpo si sta facendo più caldo e la sua bocca cerca irrimediabilmente la mia.
Siamo fatti per non essere separati.

Ancora questo battito. Il battito del mio cuore cambia totalmente quando sono con questo ragazzino, è come se, lui potesse farlo funzionare a suo piacimento.
Da quanto ricordo, non ha mai battuto così, forse non era un vero cuore.
L'ho congelato anni fa, ma adesso, sembra che il ghiaccio si sia sciolto quasi completamente.

Si allontana, riprendendo fiato. «Ci servono molte più armi» dice, facendosi serio.
«Domani ho un incontro con dei fornitori americani, ho acquistato le migliori armi disponibili al mercato nero.»
Ridacchia e circonda il mio collo con le braccia.
«Hai pensato veramente a tutto.»

Tocco la sua coscia e sospiro, mentre lo guardo negli occhi. «Vuoi uccidermi dopo la scopata come fanno le mantidi religiose?»
Gli tolgo il pugnale e lo appoggio sul tavolino.
«È solo per sicurezza» risponde, divertito.
«Nel caso non fossi soddisfatto di come ti scopo?»
Ride, buttando la testa all'indietro e si lecca le labbra. «Non è per te» sussurra.
«Ne sono felice.»

Con la mano salgo lungo il suo fianco e raggiungo i bottoni della sua camicia.
Ne slaccio uno e sospiro. «Cazzo, credo proprio che sia difettosa» dico, per poi sbottonarne un altro. «Si sbottona da sola.»
Sorride, diverito e posa le mani sulla mia cintura.

«Credo che anche la tua cintura abbia qualche problema» sussurra, mentre la slaccia e sbottona i jeans. «I vestiti sono un po' difettosi, non trovi?»
Abbasso la camicia sulla sua spalla e bacio il suo collo, mentre lui solleva la mia maglietta e me la sfila.
Posa le mani sul mio petto, con gli occhi chiusi e ansimando. Lecco la sua pelle con la lingua e la succhio.

Scendo fino al suo petto, lecco il suo capezzolo facendolo gemere e con l'indice tocco l'altro.
«Merda» sospira, stringendo i miei capelli e infilando una mano nei miei boxer, iniziando a toccare la mia erezione.

Mi guarda negli occhi, fino a quando non lo bacio.
Porto due dita alla sua bocca. «Succhia.»
Esegue senza ribattere, prendendo le mie dita tra le sue labbra.
Dopo che le ha inumidite, metto la mano nei suoi jeans e accarezzo la natica, per poi mettere le dita dentro di lui.

Ansima, graffiando il mio petto. «Muovi la mano, piccolo» sussurro.
Annuisco, tornando ad usare il suo palmo lungo la mia intimità.
Infilo la lingua nella sua bocca, facendolo mugolare.

«Signor Kim.»
Ci allontaniamo di scatto. Si siede sul divano e si sistema i vestiti come me.
«Dimmi, Lee.»
Il mio segretario entra nella stanza e ci guarda stranito. Guardo Jungkook, che si sta sistemando il burrocacaco sbavato dalla bocca, così passo la mano sulla mia.

«Vi ho interrotti?» Chiede. Sospiro, alzandomi e guardandolo con sufficienza. «Secondo te?»
Mi sistemo la cintura dei jeans e lui si gratta la testa. «Mi scusi, se vuole torno dopo.»
«Penso che ormai sia passato ad entrambi.»

JUNGKOOK

Mentre Taehyung parla con Lee, raggiungo il bagno e mi lavo le mani.
Mi guardo allo specchio, per poi sciacquarmi il viso. «Sta calmo» sussurro.
«Calmati, perché non è vero. Tu non provi niente per quell'uomo. Non è vero che sei innamorato di lui.»

Aggrotto le sopracciglia e sospiro, per poi sedermi sul coperchio del wc.
Invece, è proprio vero. Probabilmente, dovrei scappare il più velocemente possibile e non vederlo mai più ma non ci riesco.
Lui è l'uomo più pericoloso di tutto il Paese ed io ci sono finito a letto insieme.

Sono proprio uno stupido, dovrei aver imparato dai miei sbagli.

La cosa migliore era restare con Yoonsook, senza mettermi a fare accordi e affari con un boss della Gangpeh. Con Kim Taehyung.

La cosa migliore era continuare a vivere senza sentire il disperto bisogno di essere suo.

La cosa migliore era andare per la mia strada dopo aver ucciso Go e essermi fatto pagare.

La cosa migliore era non rimcambiare il bacio.

La cosa migliore era di non buttarmi tra le sue braccia a causa dell'adrenalina.

La cosa migliore era non innamorami di lui.

Già, credo proprio che la cosa migliore per me fosse non innamorarmi di lui. Di non sentire il mio cuore battere così forte quando mi è vicino e di non perdere la testa per lui, ma a quanto pare, qualcosa è andato storto.

Qualcosa di irrimediabile. Qualcosa che adesso non riesco a rimettere apposto, non posso sistemare le cose perché non c'è niente da sistemare.
Non c'è un cazzo da sistemare, perché quello che sento non è sbagliato. L'amore non è mai sbagliato.
Amore.

Deglutisco, chiudendo gli occhi per qualche istante.
Non posso assolutamente credere che sia successo veramente. Io che sono sempre scappato dall'amore.
Alla fine quel bastardo ha vinto.

Mi alzo e appoggio le mani sul lavandino.
Quel figlio di puttana ha vinto.

Perché io «ti amo, Taehyung.»

ANGEL of DEATH                                                 Kill for BusinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora