•18 - L'amore funziona meglio tra gli opposti.

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Mi alzo dal letto, raccogliendo i miei vestiti da terra.
Infilo la maglietta e in punta di piedi, cerco di raggiungere il soggiorno.
«Dove vai?»
Sospiro, girandomi per guardarlo. «Ti ho svegliato?» Gli chiedo, sedendomi sul bordo del letto. «Mentirei se dicessi di no, ma non importa tanto devo andare al locale.»

Controllo l'orario sul cellulare e annuisco.
«Ho un appuntamento tra un'ora» spiego, mentre mi infilo i jeans. «Ricordati che domani sera abbiamo la cena dai Park.»
Inclino la testa di lato, con sufficienza. «Mi è sembrato di averti detto che non voglio andarci» dico, mentre mi metto le scarpe.
«Sì, ma adesso che stiamo insieme, è diverso.»

Appoggio le mani sui fianchi e lui sospira.
«Non voglio andarci da solo, d'accordo?»
«Sembrano una famiglia davvero importante per i tuoi affari.»
«Mi pagano molti soldi, quindi devo andarci assolutamente.»

Roteo gli occhi e annuisco, alzando le mani.
«D'accordo, okay! Verrò con te.»
Mi fa un sorriso a trentadue denti, mentre si alza dal letto. «Grazie, piccolo» dice, mettendo le mani sulle mie guance e dandomi un bacio sulle labbra. «Sai quanto ti amo.»
«Sei un leccaculo» sospiro.

Fa un sorrisetto e si lecca le labbra. «Dovrei prenderlo come un invito?»
Ridacchio, dandogli una pacca sul petto.
«Quanto sei coglione.»
«Guarda che non stavo scherzando» dice, girando il mio corpo in modo che la mia schiena sia contro il suo petto. «Posso farlo.»

Ingoio un groppo, poi il mio cellulare decide di
interrompere il momento.
Mi allontano e lo prendo, per poi rispondere.
«Dimmi.»
«Joo non è morto nell'esplosione, è tornato negli Stati Uniti.»

Alzo di scatto lo sguardo e stringo i denti.
«D'accordo, scoprite tutto il possibile. Sarò lì verso le due.»
Chiudo la chiamata e sospiro, guardando Taehyung. «Joo è tornato a New York.»
Stringe un pugno, mentre il suo sguardo si rabbuia totalmente. «Quindi quel bastardo è ancora vivo.»

Sospira, mentre raggiunge il letto per prendere i suoi vestiti e indossarli.
«I miei amici stanno facendo di tutto per scoprire dove si nasconde» spiego, portando le braccia al petto. So quanto sia importante per lui, vedere quel verme schiacciato, perché vale lo stesso per me. «Devi fidarti di me.»

Appoggia una mano sulla mia guancia e accarezza le mie labbra con il pollice.
«Io mi fido di te, lo sai. Ora devo andare al locale» dice, per poi stamparmi un bacio sulle labbra. «Dopo ti raggiungo» sussurro.
Annuisce ed esce dalla stanza.

[...]

«Quindi adesso siete una vera coppia?»
Aggrotto le sopracciglia, mentre guardo il mio migliore amico.
«Cosa intendi con "una vera coppia"?»
«Beh, fino a l'altro ieri eravate scopamici.»
Sospiro, mordendo la cannuccia. «Sì, stiamo insieme» dico. «Perché non sembri felice? Tu lo ami, no?» Domanda, confuso.

«Sì, certo che lo amo e sono davvero felice con lui ma...ma siamo davvero troppo diversi e la maggior parte delle volte, io non riesco proprio a capirlo.»
«Sei sicuro, di non riuscire a capirlo?»
Mi lecco le labbra e faccio spallucce.
«Non lo so. Mi sembra di essere tornato sedicenne improvvisamente.»

Ridacchia, annuendo. «Io credo che tu lo capisca meglio di chiunque altro su questo mondo e poi, non hai mai sentito che gli opposti sono fatti per attrarsi? Se si è troppo simili sai che palle di storia.»
Sorrido, scuotendo la testa. «Sai sempre usare le parole giuste, è incredibile.»
«Lo so, è una mia dote naturale» spiega, fiero.

«In ogni caso, non dovresti preoccuparti troppo di essere diverso da lui. Io e il mio ex eravamo uguali sotto ogni punto di vista, infatti è finita per non stavamo bene insieme. Adesso, va molto meglio. Io e Yoongi siamo completamente diversi.»

Appoggio il bicchiere sul tavolo e porto le braccia al petto. «Da quanto tempo state insieme?»
«Tre anni, più o meno» risponde, facendo spallucce. «Spero davvero che la mia storia vada bene allo stesso modo in cui va bene la tua.»
Mi sorride, accarezzando la mia mano. «Ehi, sta tranquillo, d'accordo? Andrà bene.»

Controlla l'orario sul cellulare e mi scocca un'occhiata. «È arrivata l'ora giusta.»
«Per cosa?» Gli chiedo, mentre lui si alza.
«Shopping!» Esclama, battendo le mani.
Inclino la testa di lato, ridacchiando.

Così, passiamo tutta la mattinata per i negozi del centro commerciale.
Pensandoci bene, forse, Jimin ha ragione. Essere uguali è terribilmente noioso. La diversità rende tutto più eccitante.

Dopo aver salutato il mio amico, raggiungo il Red Bullet. «Ciao, Jungkook!» Mi dice, Jaesook, da dietro al bancone. «Ciao! Taehyung è nel suo ufficio?»
«Sì, ti sta aspettando.»

Annuisco e cammino lungo al corridoio, per poi entrare nel suo ufficio.
Insieme a lui, ci sono Namjoon e altri due ragazzi che non conosco. «Ciao, amore, è andato tutto bene?» Mi chiede, rivolgendomi un piccolo sorriso.
«Sì...ti disturbo?» Domando, appoggiando le borse con i vestiti a terra. «No, abbiamo appena finito.»
«È tutto tuo» mi dice, Namjoon, mentre si avvicina alla porta.

«Potete andare, ragazzi» dice, ai due che annuiscono. Si avvicinano all'uscita e mi rivolgono un'occhiata, così faccio loro un sorriso.
Appena escono, chiudo la porta e cammino verso di lui che finisce di bere qualcosa di alcolico in un bicchiere. «È successo qualcosa?»
«Un uomo ha osato troppo con i ragazzi, ma adesso è tutto sistemato» spiega, facendo spallucce. Aggrotto le sopracciglia.
«Sistemato?»

Sospira e si alza, per raggiungermi. «Voglio dire che non potrà farlo più...perché gli potrebbe risultare difficile senza una mano. Mi sono spiegato, piccolo?»
Sbatto le palpebre. «Gli hai tagliato la mano?»
Roteo gli occhi. «Avresti dovuto tagliargli il cazzo.»

Si lecca le labbra e sorride, soddisfatto.
«Se l'avessi detto ad un altro ragazzo, sarebbe scappato sconvolto, mentre tu, invece mi sta rimproverando per non averlo punito per bene.»
Faccio spallucce e appoggio le mani sul suo petto. «Te l'ho detto: io sono diverso da tutti gli altri ragazzi.»
Avvicino le labbra al suo orecchio. «Io sono unico, amore.»
«Sì, decisamente.»

Afferra i miei fianchi e fa scontrare le nostre labbra, infilando la sua lingua nella mia bocca.
Sorrido soddisfatto, mentre appoggio le mani sulle sue guance e ricambio il bacio, mischiando i sapori e il calore dei nostri corpi.

E il mio cuore aumenta di battito, il mio respiro diventa irregolare e le mie gambe tremano, quando sono tra le braccia del diavolo.
Mi allontano e mi lecco le labbra.
«Ti amo» sussurra. «Me lo dirai tutte le volte che ci vedremo?» Gli chiedo, con un sorriso.
«Voglio dirtelo per sempre.»
È assolutamente capace di provocarmi delle sensazioni inaspettate con solo le parole.

«Ti amo anche io» sussurro. Appoggia una mano sulla mia guancia e circonda la mia schiena con un braccio. «Te l'ho detto, nessuno riuscirà a portarti via da me.»
Annuisco. «Lo so.»

Sospiro. «Quindi, ho deciso di venire a quello stupido ballo di merda con te» dico.
Sorride e mi stampa un bacio sulle labbra.
«Ma non ho assolutamente niente di adeguato da potermi mettere.»
«Quello non è problema, Cha ha già preso un completo per te.»
Inclino la testa di lato. «Sapevi che ti avrei detto di sì...»
«Beh, ho imparato a conoscerti.»

Ridacchio, scuotendo la testa. «Che stronzo.»
Alza il mio mento con due dita e avvicina le sue labbra alle mie. «Mi piace quando lo dici, sei sexy.»
Stringo i suoi capelli con le dita e mi mordo il labbro. «Ma è vero, che sei uno stronzo.»

Forse, alla fine, quel bastardo dell'amore non è poi così tanto orribile.

ANGEL of DEATH                                                 Kill for BusinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora