•13 - Gioca con il fuoco.

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Il Red Bullet, è sempre dannatamente pieno.
Mi faccio spazio tra la gente e raggiungo il suo ufficio, atttaversando il lungo corridoio.
Busso alla porta, ricevendo un freddo "avanti".
Entro, guardandolo, mentre è seduto alla scrivania.
Ha la camicia con alcuni bottoni non chiusi e tiene un bicchiere di Jack Daniel's nella mano, che fa girare.

«Che cosa volevi?» Gli chiedo, sedendomi sulla sua scrivania. «Solo vederti.»
Aggrotto le sopracciglia, confuso. «Ho appena finito di lavorare, non mi trovi nella mia forma più smagliante» gli spiego, con un sorrisetto.
«Tu sei sempre bellissimo.»

Deglutisco, arrossendo alle sue parole.
«La prossima settimana devo andare ad un party a casa dei Park, voglio che tu venga con me.»
«Che genere di party?»
«In maschera, uno di quello dove ci sono solo persone ricche.»

Storgo il naso e sospiro. «Non è il mio genere. Io odio gli snobetti di Gangnam, con i loro vestiti firmati e i gioielli d'oro. Scordatelo.»
Rotea gli occhi e gira il mio corpo, alzandosi in piedi. Divarica le mie gambe per starci in mezzo e stringe i miei fianchi.
«Guarda che non era una proposta. Tu vieni con me, punto e basta.»

Mi lecco le labbra e inclino la testa di lato.
«Nessuno ti ha mai detto che sei un fottuto maniaco del controllo?» Gli chiedo. «Sono abituato ad avere tutto ciò che voglio e subito.»
«Se vengo con te, cosa mi darai in cambio?»
Ghigna e avvicina le sue labbra alle mie.
«Potrai essere un principe per una sera, non ti basta?»

Mi allontano e sospiro. «Tu proprio non mi conosci. Non voglio essere un principe, ma un re.»
«Sei veramente diverso da tutti gli altri ragazzi» dice, divertito, mentre sfiora le mie labbra con le dita. «Ti dispiace?» Gli chiedo, guardandolo dritto negli occhi.
«Affatto.»

Afferra le mie natiche e fa scontrare le nostre labbra, mettendo la sua lingua nella mia bocca.
Stringo la sua camicia e ricambio il bacio, mentre il mio corpo si alleggerisce sotto il suo tocco.
Una droga. Lui è una fottuta droga per me.
Si allontana e bacia il mio collo, così ansimo, infilando le dita tra i suoi capelli.

«Voglio che tu venga con me, perché non riesco a starti lontano.»
Sbatto le palpebre, mentre lo guardo confuso.
Che cos'ha appena detto?
«T-taehyung, io non...»
«Ti sto dicendo che ci tengo a te, quindi non scappare da me» spiega, con gli occhi fissi nei miei.

Il mio cuore sta battendo troppo forte, per fingere di non essere felice delle sue parole.
La verità è che vorrei essere suo.
Vorrei che mi guardasse dritto negli occhi, che stringesse il mio corpo al suo e mi dicesse che sono solamente suo.
Perché è così.
Perché sento questa fottuta sensazione ogni volta che siamo vicini, ogni volta che penso a lui e quindi, ho capito quanto io gli appartenga.

Appoggio le mani sulle sue guance. «Se ci tieni a me, allora vuol dire che provi qualcosa.»
Bacia la mia mano e l'appoggia sul suo cuore.
Chiudo gli occhi, sentendolo battere forte come il mio. «Questo cosa vuol dire?» Mi chiede, in un sussurro.
Prendo la sua mano e faccio come ha fatto lui, la appoggio sul mio cuore.
«Vuol dire che siamo sulla stessa barca.»

Tocca la mia guancia e accarezza le mie labbra, tenendo gli occhi fissi nei miei. «Se succede questo, vuol dire che stiamo provando un solo sentimento» sussurra.
Deglutisco e infilo le dita tra i suoi capelli.
«Vuol dire che siamo-»

Mi allontano di scatto e sgrano gli occhi.
«I-io devo andare.»
Aggrotta le sopracciglia, mentre scendo dalla scrivania e raggiungo la porta. «Che cazzo ti prende?» Sbotta, afferrando il mio polso.
Ingoio un groppo, tenendo lo sguardo basso, sul pavimento nero. «L-lasciami» sussurro.
Spinge il mio corpo contro al muro, alzando il mio viso. «Prima dimmi cosa ti prende.»
Prende le mie braccia, portandole contro alla parte.

«Ti prego» la mia voce trema, «lasciami.»
«Cos'è che ti spaventa di noi due?» Mi chiede.
«T-taehyung, ti sto supplicando di l-lasciarmi andare» spiego, con gli occhi lucidi.
Si allontana e ritorno a respirare.

«Se hai paura dei tuoi sentimenti, scappare non è un buon modo per affrontarli.»
Alzo di scatto lo sguardo e scuoto la testa.
«No, tu non sai proprio un cazzo di me!» Alzo la voce. «Fai lo stronzo ogni volta che siamo insieme, mi scopi quando vuoi e te ne vai subito dopo, mi guardi come se temessi di provare qualcosa in più del sesso. Sei tu che stai scappando dai tuoi sentimenti, Taehyung, non io. Io so benissimo cosa provo per te!»

Lo vedo deglutire e stringere i pugni.
«E forse, lo sai anche tu. Ora me ne vado.»

[...]

La mattina dopo, resto sdraiato nel letto, mentre guardo il soffitto con una mano sulla fronte.

«Io so benissimo cosa provo per te!»
Forse, stavo solo furfugliando dalla rabbia e ho detto cose senza senso o forse, ero serio. Forse, alla fine, mi sono davvvero innamorato di Kim Taehyung.
È strano, dovrei sapere cosa si prova quando si è innamorati, eppure, queste sensazioni, sono completamente diverse da quelle che provavo con Yoonsook.

Sento che non c'è niente e nessuno, capace di farmi sentire felice come fa lui. Che niente, sarebbe in grado di mandarmi in paradiso solo come lui sa fare.

Mi vesto velocemente e salgo in auto, per raggiungere il Red Bullet.
Appena entro, alcuni sguardi si posano su di me ma cerco di non darci peso e raggiungo il suo ufficio.

Entro, facendogli alzare lo sguardo.
Sospira, roteando gli occhi. Chiudo la porta alla mie spalle, poi la raggiungo.
«Cosa c'è? Sei venuto per finire quello che hai iniziato ieri? Per dirmi quanto sono stronzo, beh, lo so ma-»
Blocco le sue parole, facendo unire le nostre labbra. Mi metto su di lui, che stringe i miei fianchi.
Accarezzo le sue guance, mentre la mia lingua esplora la sua bocca e ci scambiamo i sapori e i calori.

Mi allontano, sotto il suo sguardo sorpreso e tocco le sue labbra con il pollice.
«Questo è totalmente assurdo» sospiro, «ma tu mi fai perdere la testa ed io, sento di avere bisogno di te» spiego, a bassa voce.
Stringe le mie natiche.
«Tu, stai giocando con il fuoco» dice, divertito.
«A me piace giocare con il fuoco.»

Infila la sua lingua nella mia bocca, facendomi mugolare. Stringo i suoi capelli, poi lui si allontana e mi fa alzare.
Gira il mio corpo, così appoggio le mani sulla scrivania. Sento le sue labbra, baciarmi il collo, mentre mi slaccia i pantaloni e li abbassa insieme ai boxer.

«Ti farò vedere cosa succede quando mi sfidano.»
Piego le labbra in un sorrisetto e lui entra in me, facendomi gemere ad alta voce.
Stringo il bordo del tavolo e respiro pesantemente.

«Guardami» gira il mio viso, così lo guardo negli occhi.
«Per te, devo essere l'unico uomo» sussurra, al mio orecchio, mentre morde il mio lobo.

Chiudo gli occhi, sentendo il mio corpo fremere. «Perché tu sei solamente mio.»
Sorrido, soddisfatto. Finalmente l'ha detto.
Ha detto che sono suo.

«L-lo so» rispondo, ansimando. Spinge con più forza, facendomi tremare le gambe.

Stringe i miei fianchi, muovendisi con forza, a scatti e in profondità.

Dischiudo le labbra, incapace di trattenere i gemiti.
Mi fa impazzire. Tutto, ogni cosa, mi fa girare la testa: le sue mani, il suo profumo di tabacco e muschio, la sua voce, il modo in cui mi prende.

Apro gli occhi e stringo i denti, mentre appoggio le mani sulle sue e lui bacia il mio collo.

Adesso, ogni cosa è chiara. Lo guardo negli occhi e avvicino il mio viso al suo.
Io mi sono innamorato di lui.

ANGEL of DEATH                                                 Kill for BusinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora