•6 - Sapore di ciliegia.

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«Ci seguono ancora?» Domanda. «Sì, dobbiamo andare al Red Bullet» spiego, mentre carico la pistola. «Non ti hanno visto bene in faccia, ma se sapessero chi sei, ci lascerebbero in pace.»

Lui sospira e annuisce, accostando a lato della strada. «Qual'è il piano?»
«Io non ho un piano!» Sbotto, scendendo dall'auto e mirando alle ruote del suv, con la pistola.

Premo il grilletto. «Andiamocene» dico.

[...]

Tira un pugno a uno dei tre uomini, mentre io colpisco un altro con un calcio.
Afferra la mia mano, correndo verso il Red Bullett.
Si infila in un vicolo e mi stringe, nascondedosi dietro i cassonetti della spazzatura.
Appoggio le mani contro al suo petto, mentre ho la testa nell'incavo del suo collo.

Cazzo, sto arrossendo.
Deglutisco, nascondendo il viso dal suo sguardo.

«Andiamo.»
Apre la porta del retro del locale, poi raggiungiamo il suo ufficio.
Riprendo fiato, appoggiando la schiena contro alla sua scrivania.

«Cosa c'è?» Gli chiedo, osservando il suo sguardo su di me. Ridacchio, nervosamente e stringo il bordo della scrivania.
«Ti guardo» risponde. Aggrotto le sopracciglia e deglutisco.
Appoggia le mani dietro di me, in modo che il mio corpo sia tra il suo e la scrivania.

È vicino. Troppo.
Non provavo questa sensazione da un anno e mi ero scordato, quanto fosse difficile da mandare via.
Mi ero dimenticato, cosa si prova quando un uomo è così tanto vicino a te. Forse, avevo persino scordato come fosse il calore di un altro uomo sul mio corpo.

«T-taehyung» sussurro. «Cosa fai?» Chiedo, con un filo di voce, mentre guardo in basso.
Non riesco a sorreggere il suo sguardo, non mi era mai capitato prima. Mi sento sopraffatto da lui.

Alza il mio viso. «C-cosa...»
Accarezza il mio labbro inferiore con il pollice e fa un sorrisetto.
«Il tuo burrocacao mi fa impazzire» sussurro.
Sussulto, sorpreso.

Appoggia la mano sulla mia guancia. «Spero che mi perdonerai per questo» dice, per poi posare le sue labbra sulle mie.

Sgrano gli occhi, mugolando. Stringe le mie natiche, mentre il corpo si ammorbidisce e circondo il suo collo con le braccia.
Dischiudo la bocca, quando lui mi fa sedere sulla scrivania.

La sua lingua si scontra con la mia e le sue mani stringono le mie cosce, tirandomi verso di sé. Infilo le dita tra i suoi capelli, tirando alcune ciocche.
Nessuno mi ha mai baciato così.
Sook non è mai stato in grado di provocarmi questa sensazione al bassoventre.

Si allontana e io riprendo fiato, mentre mi guarda negli occhi.
«È alla ciliegia» dice. «Il burrocacao.»
Ridacchio, annuendo. «Ti piace?»
Si lecca le labbra e si pulisce dal rosso tenue che ha lasciato. «Te l'ho detto che mi fa impazzire.»

«Mi piace avere le labbra morbide e più colorate» spiego, facendogli fare un sorrisetto.
«Non cambiarlo mai.»

Passo le dita, vicino alla bocca, pulendomi da quello sbavato e annuisco. «Non ho intezione di farlo.»

[...]

Metto l'auricolare e sospiro, rimanendo appoggiato alla ringhiera del ponte.
«Sta arrivando, preparati.»

Mastico la chewing gum, mentre guardo la Porsche, rosso brillante che mi sta raggiungendo.
Mi avvicino e guardo l'uomo. «Quanto?»
«Dipende da cosa vuoi, dolcezza» spiego, leccandomi le labbra.

«Sali.»
Salgo in auto e lui spinge sull'acceleratore.

Sta andando verso Itaewon, quindi vuole prendere una stanza in un love hotel.
Non male.

Si ferma e scendiamo. Dopo che ha preso la tessera magnetica, raggiungiamo la stanza.
Appena chiude la porta, prende i miei fianchi.

«Voglio un servizio completo.»
Ghigno. «D'accordo.»
Gli punto la pistola allo stomaco e inclino la testa di lato. «Che cazzo fai?!»

Colpisco la sua testa e lui cade a terra.
«Sa, signor Yoo, non dovrebbe avere troppa fiducia in se stesso» spiego, mentre gli metto le manette.
«Sei un cazzo di poliziotto?!»

Mi chino e sospiro. «No, sono quello che hanno pagato per ucciderti.»
Prendo il suo viso. «Guardami bene, perché ci rivedremo all'inferno» sibilo, per poi puntare la pistola alla sua tempia.

«Chi diavolo sei?!»
Avvicino le labbra al suo orecchio. «Sono la morte.»
Premo il griletto e mi alzo.

«Jin, è tutto tuo» dico, mentre metto la pistola nel fodero ed esco dalla stanza.
«D'accordo.»

Lo vedo passare per i corridoi, così gli lancio la tessera magnetica.
Ricambia il mio sorrisetto e io entro nell'ascensore.
Schiaccio il pulsante per il piano terra ed esco dall'hotel.

Salgo in auto e lo guardo. «Come ti sei vestito?»
«Dovevo fingermi un prostituto» sospiro, mentre prendo fuori i vestiti dal borsone.
«Tu guida» gli dico, aggrottando le sopracciglia.

Dopo essermi tolto questi vestiti, indosso i jeans e il cardigan nero. Infilo le scarpe e mi metto davanti.
«Chi era?» Mi chiedo. Faccio spallucce, mentre abbasso lo specchietto e mi metto il burrocacao.
«Un ex agente federale che vendeva ragazzi. È stato piuttosto semplice» spiego, sistemandomi sul sedile.

«Anche la legge è corrotta» sospira, scuotendo la testa. «Questa società è una merda.»

Si ferma davanti al ristorante. «Cazzo, è un palazzo reale!»
Ridacchia, mentre scendiamo.

L'interno è la cosa più lussuosa che abbia mai visti. Il cibo costera più di casa mia.
Un cameriere ci porta al nostro tavolo, così ci sediamo e dopo aver ordinato, mi guardo attorno.

«Sei davvero ricco» dico, con un sospiro. «Dopo che ti ho pagato undici milioni, credevi che fossi povero?» Domanda, alzando le sopracciglia. «I boss criminali sono navigano nel fottuto oro.»
«Non mi sembra che tu sia povero.»

Ridacchio, scuotendo la testa. «Comunque, spero che tu non ci sia rimasto troppo male per ieri» dice.
Aggrotto le sopracciglia e lui guarda le mie labbra. «Oh...no, affatto» rispondo, facendo spallucce. «Non sei il primo che mi mette la lingua in gola, tranquillo.»

Il cameriere appoggia la bottiglia sul tavolo, Taehyung versa il vino nei bicchieri e io bevo dal mio.
«Bene, perché la mia offerta è ancora valida.»
«Quale offerta?» Chiedo, confuso. «Che la realtà è migliore delle riproduzioni finte.»

Alzo gli occhi su di lui e faccio un sorrisetto, per poi mordermi il labbro. «Dai, non dirmi che non ti piacerebbe il tocco di un uomo in carne ed ossa» sussurra.
«Se non scopo da un anno, non vuol dire che sia un morto di cazzi» spiego, mentre lo guardo nei suoi occhi scuri. «Non potrai accontentarti di uno finto per tutta la vita.»
«Avanti, bambolino, da quanto un uomo non ti fa tremare le gambe? Da quanto non senti un altro corpo? Sono sicuro che vorresti che qualcuno ti toccasse.»

Deglutisco e lui si lecca le labbra.
«Tra le gambe» aggiunge.
Ridacchio, nervosamente. «La cosa non ti riguarda, Taehyung. Di chi voglio tra le mie gambe sono affari miei e non preoccuparti, tu non sei sulla lista.»

Gli faccio l'occhiolino, per poi finire di bere il vino. «Piuttosto, dovresti rivedere la tua di lista. Se vuoi scoparmi così tanto, immaginami nella tua mente e usa la mano.»
Mi alzo e gli sorrido, soddisfatto. Avvicino le labbra al suo orecchio.
«Immaginami come nei tuoi sogni più erotici, nudo e innocente ma ricordati che non lo sono. Non sono il ragazzino innocente che ti aspetti. Io gli uomini li divoro, quindi non ti conviene.»

Gli lascio un bacio sulle labbra, per poi uscire dal ristorante.
Faccio il segno a un taxi e appena si ferma, ci salgo.

«Insadong, 679.»

Appoggio la testa contro al finestrino e sospiro, mentre stringo i pugni.
Quell'uomo, mi sta facendo impazzire.

ANGEL of DEATH                                                 Kill for BusinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora