•23 - La metà della mela che sta marcendo.

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Picchietto le dita sul volante, mentre finisco la sigaretta e guardo le persone che escono dal locale, cercando di identificare, tra tutti questi ragazzi, il mio.
Sospiro, sistemandomi sul sedile.

Alzo lo sguardo e lo riconosco, insieme ai suoi amici, mentre ridono.
Si guarda attorno e appena vede la mia auto, mi sorride e saluta i suoi amici, dopo aver abbracciati.

Osservo il suo corpo, mi soffermo sulle labbra e torno sui fianchi. Mentre lo guardo vestito così aderente, con le guance rosse, penso solo a quanto vorrei strappargli quei vestiti e farlo mio.

Mi raggiunge e sale. «Ti sei divertito?» Chiedo, rivolgendogli un'occhiata.
«Molto, infatti credo di aver bevuto un po' troppo alcol...mi gira la testa» risponde, per poi ridere. «Spero che tu sia abbastanza sobrio per ricordarti cosa succederà tra dieci minuti.»
Si morde il labbro. «Se domani mi ritroverò nudo nel tuo letto, saprò arrivarci da solo.»

[...]

Stringe i miei capelli, facendo scontrare le nostre labbra mentre tiene le sue gambe inchiodate ai miei fianchi e la schiena contro al muro.

Si allontana e alza il mio viso con le mani, guardandomi negli occhi.
I suoi luccicano, desiderosi del seguito di questo momento, così torno a baciarlo e raggiungo la camera da letto.

Lo faccio sdraiare sul letto e mi metto su di lui.
«Hai uno sguardo così eccitato» sussurro, divertito. «Ti sto implorando di strapparmi i vestiti e di scoparmi, quindi sbrigati» ribatte, fermo, stringendo la mia maglietta con le mani.
Mi lecco le labbra e gli sbottono i pantaloni, poi glieli abbasso.

Bacio il suo collo, lecco e marchio la sua pelle, facendolo ansimare e gli slaccio i bottini della camicia, poi abbasso la testa percorrendo il suo petto con la lingua, fino al suo capezzolo destro.

«Mh...» mugola. Gli abbasso i boxer e sfioro la pelle delle sue gambe, con le dita.
Mi guarda negli occhi e mi sfila la maglietta, per poi appoggiare le mani sul mio petto.

Avvicino le dita alla sua bocca. «Succhia.»
Dischiude le labbra, prendendo le mie dita tra di esse. Le lecca e le inumidisce, poi le tolgo e le metto in lui, facendolo gemere.

«Guardami negli occhi, piccolo» sibilo, muovendole velocemente. Stringe le coperte, inarcando la schiena e mi guarda.
«T-ti prego...» sussurra. Avvicino il mio viso al suo. «Cosa?»
«Scopami, adesso.»

Alzo le sue gambe e lui sbottona i miei jeans, insieme a me, poi entro in lui.
«Merda» sibila, appoggiando le mani sulla mia schiena. Mi guarda e stringe i miei capelli con una mano.

Ridacchio, muovendomi con forza, facendogli uscire sonori gemiti dalle labbra, che non riesce a trattenere.

È incredibilmente unico, ogni volta che scopiamo. È quasi come se stessimo giocando con il fuoco, come se l'unione dei nostri corpi provasse l'esplosione di una bomba.
Per questo è unico. Per le sensazioni che mi provoca, ogni volta.

«Dio, a-amore» sospira, conficcando le unghie nella mia schiena. «Sei u-unico, cazzo» sussurra, seriamente.

Piego le labbra in un sorrisetto soddisfatto, mentre mi muovo con più forza, facendo aumentare la sonorità dei suoi gemiti.

«Dì che mi ami» sussurro, stringendo le sue guance tra il pollice e l'indice. «T-ti amo.»
Stringo le sue gambe attorno alla mia schiena.
«Bravo, bambino.»

Lo faccio sedere su di me, lui circonda il mio collo con le braccia e asseconda i miei movimenti, con le dita tra i miei capelli e la fronte contro alla mia.

«E tu? M-mi ami?»
«Ti amo da morire.»

Sorride e fa unire le nostre labbra, così circondo la sua schiena con un braccio e ricambio il bacio.

ANGEL of DEATH                                                 Kill for BusinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora