•24 - Effimera felicità.

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«Sarà una serata impegnativa» spiega, mentre si infila la maglietta. Mi metto seduto sul letto.
«Peggio del sabato sera?» Chiedo, ridacchiando. «Decisamente.»
«Solo perché è l'ultima sera del Red Bullet?»
«Ci saranno alcuni boss piuttosto importanti nella Gangpeh, vogliamo che si divertitano senza troppe restrizioni.»

Aggrotto le sopracciglia. «Che intendi con "senza troppe restrizioni"?»
«Intendo dire che le regole che abbiano, per loro, dovranno essere meno strette se non proprio inesistenti.»

Sgrano gli occhi, sconvolto dalle sue parole. Spero solamente che non sia serio, che stia scherzando o qualcosa del genere.
«Ti prego, dimmi che non sei serio» dico, con il fiato trattenuto. «Lo sono.»

Deglutisco e scuoto la testa. «No, invece, non devi. Non puoi essere serio, cazzo! Stiamo parlando di ragazzi che potrebbero venire...»
Lascio la frase in sospeso, non avendo il coraggio di continuare. «Tu che ti sei sempre definito come uno che non lascia venire abusati i ragazzi che lavorano per te, adesso mi vieni a dire che stasera chiuderai un occhio, se dovesse succedere?»

Si allaccia la cintura. «Non chiuderò un occhio, ma non farò come faccio di solito.»

Mi alzo di scatto, infilandomi i vestiti e afferrando le mie cose. «Fallo e ti giuro che noi due abbiamo chiuso» sibilo a denti stretti, mentre tengo la giacca con le mani.
Cammina verso di me e prende il mio mento con una mano. «Non per fare lo stronzo ma certe cose non puoi capirle, piccolo.»

Levo la sua mano e stringo i denti. «Sei uno stronzo del cazzo.»
«È una cosa importante, non pensarci troppo.»
«Se ci fossi io tra i ragazzi e un uomo di merda mi trascinasse in bagno e abussasse di me, tu cosa faresti?»
«Lo ucciderei, è chiaro.»
«Anche se fosse un boss?»
«Certo.»

Mi lecco le labbra. «D'accordo, allora perché con gli altri ragazzi dev'essere diverso? Perché non sono me? Perché loro possono venire abusati?»
Sospira, roteando gli occhi.
«Ascolta, Jungkook-»
«No, io non ti ascolto. Stammi lontano fino a quando non avrai capito quale sia la cosa giusta, guardarti mi fa venire da vomitare. Sei solo un codardo e un vigliacco.»

Afferra il mio polso, costringendomi a girarmi.
«Lasciami» sibilo a denti stretti. «Scordatelo.»
Deglutisco, guardandolo negli occhi.
Smettila di guardarmi così. Stai facendo la cosa sbagliata, lasciami andare.

Mi stacco dalla sua presa e scuoto la testa.
«Ci vediamo al locale» dico, freddo per poi uscire dalla sua stanza.

[...]

La mia testa è totalmente offuscata dalle sue parole. Continuo a credere che sia solo uno scherzo, che non fosse serio ma so che non è vero.

Sospiro, massaggiandomi le tempie e restando seduto al bancone.
«Ehi, tutto bene?» Mi chiede, Jimin, sedendosi accanto a me. «Non proprio...mi sono reso conto di non conoscerlo per niente.»
«Parli di Taehyung?»
«Già.»

«Tu lo ami, giusto?» Domanda. «Sì, certo anche se è lo stronzo numero uno al mondo» dico, ridacchiando, nervosamente con gli occhi lucidi. «Tesoro, avete litigato?»
Annuisco, guardandolo. «Ci siamo allontanati.»

«Secondo me, dovresti parlarci» spiega, facendo spallucce. «Non so se funzionerebbe.»
«Beh, ma vale pur sempre la pena di provarci.»
Rivolgo un'occhiata al corridoio e annuisco.
«Hai ragione.»

Raggiungo il suo ufficio, dopo aver ringraziato il mio amico ed entro, trovandolo appoggiato alla vetrata, che guarda la città notturna.

«Non vuoi nemmeno guardarmi in faccia?»
Sospiro, portando le braccia al petto.
«Non fino a quando non avrai capito quanto quello che hai detto sia merdoso.»
Mi sta guardando dal riflesso del vetro, con le mani in tasca e un'espressione indecifrabile sul volto.

ANGEL of DEATH                                                 Kill for BusinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora