•9 - Mi vuoi?

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TAEHYUNG

Lascio cadere nella cenere nel piattino, mentre conto le banconote.
«Cinque milioni» dico, guardando il mio amico che sospira. «Gli affari vanno un po' a rilento, ultimamente.»
«Se il proprietario fosse al locale più spesso, la gente non farebbe le stronzate che continua a fare» dice, alzando le sopracciglia.
«Che cosa stai insinuando, Namjoon? Che non presto abbastanza attenzione al mio locale? Ti ricordo che è grazie a me se gli altri boss, non osano entrare nel nostro territorio di Itaewon.»
Porta le braccia al petto, appoggiandosi al muro. «Per come la vedo io, Tae, pensi troppo a quel ragazzino piuttosto che al Red Bullet.»

Stringo i denti. «Ho anche una vita oltre a questo locale, Namjoon» spiego.
Si lecca le labbra, annuendo. «Già, ma forse non stai equilibrando bene le due cose.»
Sospira, poi controlla l'orario. «Ora devo andare, non piangerti troppo adosso. Non sei ancora in fallimento.»
Esce dal mio ufficio, lasciandomi confuso.

Non è vero, che presto più attenzione a Jungkook che al locale. Poi, cazzo, sono due situazioni piuttosto diverse, visto che una riguarda un ragazzo.
So benissimo che gli altri boss, vogliono il locale; è un'ottima zona per acquistare droga e armi. Si fanno degli ottimi affari.
La maggior parte degli uomini coinvolti nelle azioni illegali che riguardano il Red Bullet, sono quelli che abitano la cima più alta della città. L'alta società.
Più si è ricchi, più si è corrotti; è sempre stato così.
La Gangpeh, ha avuto molte volte a che fare con impreditori e dirigenti di Gangnam.

Raggiungo i camerini, dove i ragazzi si stanno preparando. «Ragazzi vi lascio i soldi nelle bucchette, d'accordo?»
«Sì, signore.»

Inizialmente, questo locale, doveva essere solo uno nigh club, ma alla fine è diventato uno strip club. Molti ragazzi si trovano bene, perché qui sono al sicuro; chi li tocca in modi che vanno contro il regolamento, muore.

[...]

«Abbiamo quattro ore prima che l'aereo atterri a Incheon» spiega, controllando l'orario sullo schermo del pc.
«E cosa facciamo? Ci guardiamo nelle palle degli occhi per quattro ore?»
Mi rivolge un'occhiata e ridacchia, portando le braccia al petto.
«Sai, Taehyung, tu mi piaci davvero molto. Sul serio, sei davvero unico nel tuo genere ma noi due non siamo compatibili in alcun modo.»

Mi lecco le labbra. «È necessario essere compatibili per scopare?»
Stringo il bordo della scrivania, mordendosi il labbro. «Dio, mi stai facendo diventare matto.»

«Beh, è una cosa positiva» dico, mentre mi avvicino. «Almeno non sarò più l'unico.»
I suoi occhi incontrano i miei e fa un sorrisetto, scuotendo la testa.
«Nessuno sarà mai pazzo come te, Tae» sussurra.
Sfioro il suo collo con le dita, facendolo rabbrividire. «Può essere ma sai, io sono abituato ad ottenere sempre ciò che voglio.»
«E adesso vuoi me?»
Appoggio una mano sulla sua guaccia e accarezzo le sue labbra, passandoci sopra il pollice. «Niente ciliegina oggi» dico.
«Andavo di fretta.»

Deglutisce e stringe la mia maglietta. «Non hai risposto alla mia domanda...mi vuoi?»
«Sì, da morire.»
Sento il suo corpo tremare, con le guance che si tingono di un rosso accesso.
«La tua reazione mi fa capire che anche tu mi vuoi.»
Sgrana gli occhi e abbassa lo sguardo. «N-no.»
Ridacchio, alzando il suo viso. «Che ne dici di dirmelo guardandomi negli occhi?»

Avvicino le labbra al suo orecchio. «Dimmelo, dimmi che non mi vuoi, piccolo.»
Stringe di più la mia maglietta, mentre mi guarda con gli occhi lucidi.
«Io...» sussurra, «io non so che cosa voglio. Nessuno me l'ha mai chiesto. Per gli altri, era importante solo ciò che volevano loro.»
«Forse, perché nessuno ti ha mai guardato così attentamente come ho fatto io. Si sono fermati solo ad una cosa di te, senza guardare il resto ma io l'ho fatto. Ti ho studiato, Kookie e quindi so che non c'è bisogno che tu mi risponda, perché conosco già la risposta.»

ANGEL of DEATH                                                 Kill for BusinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora