•8 - Un uomo pericoloso è in grado di far impazzire.

1.1K 88 5
                                    

Butto la sigaretta a terra, mentre mi stringo nella giacca e con un sospiro, entro nel locale.
Schiocco la lingua, guardandomi attorno.
Ci sono decine di uomini sudici che aspettano solo di mettere le mani su uno di questi ragazzi.
Magari, hanno una famiglia, una moglie e dei figli ma la notte si scopano un ragazzino.
La maggior parte di loro sono uomini ricchi di Gangnam, impreditori, dirigenti, uomini di successo che pur di non macchiare la loro brillante immagine, passano la notte in uno schifoso strip club, nell'angolo più buio di Itaewon, con le mani nelle mutande.

Mi siedo al bancone. «Che ti porto, piccolo?»
Aggrotto le sopracciglia, rivolgendo un'occhiata fulminante al barista.
Piccolo? Seriamente?
«Un margarita» dico, poi mi schiarisco la voce e mi avvicino «e non provarci con me, tesoro, non sei il mio tipo.»
Alza le mani e inizia a preparare il mio drink.

Picchietto le dita sul bancone, canticchiando a bassa voce la melodia di una canzone che ho in testa ma di cui non ricordo il titolo.
Alzo gli occhi, appena sento qualcuno che si siede accanto a me.
Mi lecco le labbra, mentre lo guardo.
«Ecco a te, dolcezza» dice, il barista, mettendo il mio drink davanti a me.

Mescolo con la cannuccia e sospiro.
«Ti annoi?» Domanda, l'uomo accanto a me con un sorrisetto. Gli rivolgo un'occhiata e assottiglio gli occhi. «E se anche fosse?»
«Un ragazzo così carino, non dovrebbe annoiarsi in un night club tutto solo» spiega.
«E chi ti dice che sono da solo?»

Porto la cannuccia alle labbra e bevo il cocktail, mentre lo guardo divertito.
«Io non ti lascerei, se fossi qui con te» sussurra, facendosi più vicino. «Beh, il lato positivo è che potrai avere per sempre il mio viso nella tua testa» dico, con un sorrisetto.

«Ehi, piccolo, ecco dov'eri.»
Alzo gli occhi su Taehyung, che si siede accanto a lui tenendo il pugnale stretto con una mano.
«Il tuo fidanzato?»
«Il mio Clyde» sussurro, mentre Taehyung lo colpisce ripetutamente. Sgrana gli occhi, mentre si accascia sul bancone.
Faccio un sorrisetto e lascio i soldi vicino al mio bicchiere.

Usciamo da locale e saliamo in auto, lui abbassa il freno a mano e spinge sull'acceleratore in modo da sfrecciare per la città notturna.

«È così che funziona il mio lavoro» spiego, mentre lo guardo. «Incomincio a capire.»
Ridacchio e mi tocco le punte dei capelli.
«Non è poi tanto diverso dal tuo, no?»
Lui sposta lo sguardo su di me, per poi tornare sulla strada. «Non del tutto.»

Prendo la cartina e ci metto il tabacco, per poi arrottorarla e leccarla.
Abbasso il finestrino e l'accendo, dopo averla portata tra le labbra.
Faccio un tiro, buttando fuori il fumo.

«Tutte le persone che uccidi, hanno dei precedenti?»
«La maggior parte, sì ma quando mi chiedono di uccidere gente innocente sulla fedina penale, il prezzo aumenta» rispondo.

Le luci della città, di notte, sono incredibilmenre uniche.
Non ho mai visto delle luci così belle, sono quasi attrattive.
«In ogni caso» dico, mentre apro lo specchietto dell'auto «le persone che mi pagano, hanno sempre degli ottimi motivi per volerle morte.»
Passo il burrocacao sulle mie labbra e lo guardo. «Una moglie picchiata, un marito di cui la moglie si è scopata per tutta la casa il cameriere, un nemico giurato, una ragazza che è stata abusata ripetutamente dal padrigno, un ragazzino che è stato molestato e violentato dallo zio» dico, facendo spallucce.

«Ci sono molte persone di merda al mondo.»
«Credimi, bambolino - mette la quinta - lo so.»

Il mondo è davvero pieno di persone merdose che vivono a scapito di altre.
Nessuno, dovrebbe essere umiliato e niente dovrebbe essere in grado di farci cadere a pezzi.
Dopo quello che mi è successo, mi sentivo incredibilmente sporco e umiliato. Ho vissuto a pezzi per mesi, prima di rialzarmi e rifarmi una vita, cambiando totalmente.
E ora, il ragazzino debole che piangeva con le ginocchia al petto e si lasciava umiliare è sparito.

Si ferma davanti a casa mia, così gli rivolgo un'occhiata. «La prossima volta ti porto al cinema» dice, facendomi ridere.
«D'accordo, Mr. Tenebroso» rispondo, mentre tocco il suo petto con le mani e stringo il tessuto della sua giacca. «Siamo usciti insieme già quattro volte e ognuna di quelle volte, mi aspettavo un bacio» dico, a bassa voce.
«Si possono considerare appuntamenti?»

Mi lecco le labbra. «Puoi trasformare ogni cosa come più ti piace» spiego.
Alza il mio mento con due dita e porta il mio viso, vicino al suo.
«Non sto giocando» sibila. «Nemmeno io.»

Faccio unire le nostre labbra, metto la mia lingua nella sua bocca e mi metto a cavalcioni su di lui che stringe le mie natiche.
Poso le mani sulle sue guance, respirando pesantemente.
La sua lingua si scontra con la mia, mischiando i sapori, i calori e l'eccitazione del momento.
Sono alla costante ricerca di questa sensazione che provo quando ci baciamo.
Sono tutti baci sporchi e rudi, ma quello che sento è più forte di quello che sentivo con qualsiasi altro bacio che ho avuto.

Mugolo, appena tira il mio labbro con i denti mi allontano, respirando a fatica.
«Sto per dirti una porcata» sussurra. Mi mordo
il labbro inferiore. «Penso di sapere cosa.»
Guardo in basso e lui ridacchia.
«È piuttosto sveglio» dico, divertito.

«Beh, non era quello che volevo dirti - tira il mio corpo verso il suo e avvicina le labbra al mio orecchio - la porcata era: "voglio scoparti fino a farti piangere e urlare il mio nome".»
Sbatto le palpebre, mentre un brivido percorre la mia schiena.
«Questa è proprio una porcata» sussurro.
«So che lo vuoi anche tu.»

Deglutisco e gli sforzo un sorriso, stringendo le sue guance. «Ero serio quando ti ho detto che non eri il mio tipo, ma sai...i ragazzi cambiano spesso idea.»
Mi lecco le labbra. «Però, non ho intenzione di farmi scopare in un'auto come una puttanella caricata per strada.»
«Siamo proprio sotto casa tua» dice, mentre mi guarda negli occhi.

Ridacchio e stringo la sua cintura. «Non oggi.»
Mi tolgo da lui e scendo dall'auto.
«Ci vediamo» gli dico, mandandogli un bacio per poi andare verso casa mia.

Salgo le scale ed entro. Chiudo la porta e mi ci appoggio con la schiena, respirando pesantemente con gli occhi chiusi.
Mi sbottono la giacca e ingoio un groppo.
«Ottimo autocontrollo, Jungkook, ottimo autocontrollo» dico, mentre mi sfioro le labbra.

Mi chiedo per quanto resisterò, prima di gettarmi tra le sue braccia come uno stupido.
Non potrò resistergli per sempre, perché lui mi piace e questo lo so ma, ho anche paura di farlo.
Sono terribilmente spaventato all'idea di provare sentimenti che sto scappando dall'unico uomo che sembra apprezzare il mostro dentro di me.
Forse perché sono terrizzato all'idea che a capire il mio lato oscuro, sia proprio un uomo che ce l'ha lui stesso.
La differenza tra me e lui è che, Taehyung non lo nasconde, non finge di essere una persona per bene, è consapevole di chi è.
E probabilmente, mi sta facendo capire chi sono io e mi sta insegnando ad amarmi nonostante tutto.

Stare con la Gangpeh non era di certo uno dei miei obiettivi e ho sempre saputo quanto sia pericolosa. Non si fa scrupoli. Eppure, sono attratto da lui anche per questo suo lato da uomo pericoloso.
Sto cercando l'adrenalina e solo lui è in grado di provocarmela.

Cazzo. Un uomo pericoloso in grado di far impazzire.
Sto perdendo la testa per Kim Taehyung, porca puttana.

ANGEL of DEATH                                                 Kill for BusinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora