~19: Lo prometto

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Non voglio andare a dormire questa notte, se lo facessi mamma e papà potrebbero ricominciare a litigare e non voglio. Odio vederli litigare, non litigano mai davanti a me e Kimberlee, però di notte li sento sempre. La mamma urla e papà non dice mai niente. Papà gioca sempre con Kimberlee, la aiuta a fare i compiti mentre con me non gioca mai, forse perché sono una bambina cattiva, forse è perché non mi vuole bene. Solo il pensiero mi viene da piangere, io voglio tanto bene a papà. L'unica che gioca sempre con me è mamma, mamma mi difende sempre. È la mia eroina.

«Forza Rachel, finisci le tue verdure» mamma è sempre così gentile. Io non le somiglio per niente, lei ha i capelli biondi come il grano, due occhi nocciola come il cioccolato, sembra un angelo. Io invece sono come papà, da lui ho ereditato il colore dei miei capelli, tutti mi dicono che sono uguale a lui, però io vorrei tanto essere come la mia mamma. Ogni volta che qualcuno viene a trovarci Kimberlee sta sempre al centro dell'attenzione, è più piccola di me, ma tutti le vogliono più bene. Io invece sono sempre in un angolino, nessuno vuole giocare mai con me, nessuno parla mai con me.

Io voglio molto bene a Kimberlee, è la mia sorellina, però vorrei avere anche io delle attenzioni da parte di papà, non mi importa delle persone che vengono a trovarci, vorrei soltanto delle attenzioni da papà.

«Non le voglio le verdure» sbuffo giocando con le verdure nel piatto. Non mi sono mai piaciute le verdure anche se il maestro che viene a casa per farci studiare dice che sono molto buone.
«Rachel non hai mangiato niente, devi mangiare le verdure altrimenti vai in camera tua» odio quando la mamma dice queste cose. Kimberlee se la ride sotto ai baffi. Alzo lo sguardo verso papà, però lui non mi degna di uno sguardo, vorrei tanto sapere cosa gli ho fatto.
«Non voglio le verdure!» affermo scendendo dalla sedia, il tavolo è così alto per una bambina di sette anni come me, incrocio le braccia al petto indispettita.
«Rachel Smith vai subito in camera tua, sei in punizione» finalmente papà ha parlato, non cerca mai di aiutarmi, mi mette solo in punizione. Odio essere in punizione e odio il fatto che Kimberlee non va mai in punizione.

Corro in camera mia facendo difficoltà a salire tutti i gradini. Chiudo la porta della mia stanza e mi siedo sul letto con le coperte azzurre, l'azzurro è il mio colore preferito. Prendo Mr. Huggy, il mio orsacchiotto preferito, e lo abbraccio forte.

«Mr. Huggy sono di nuovo in punizione. Quanto vorrei essere Kimberlee. Lei è la preferita di papà» al solo pensiero asciugo velocemente una lacrima. Tutti mi dicono che sono la figlia perfetta, ma io mi comporto in questo modo solo perché vorrei tanto sentire un complimento da papà, ma questo complimento non arriva mai.
«Mr. Huggy ho molto sonno, ma se mi addormentassi saresti l'unico a farmi compagnia, chissà se qualcuno mi dirà la favola della buonanotte» sbadiglio mettendomi sotto le coperte. «Vorrei tanto avere una persona che mi voglia bene, un giorno sarò così tanto felice e papà mi vorrà tanto bene. Tu che dici Mr. Huggy?» ma Mr. Huggy non risponde, non lo fa mai. Sento la porta aprirsi e chiudersi poco dopo.

«Rachel sono la mamma»
«Mammina sei venuta a dirmi la favola della buonanotte?» domando stringendo Mr. Huggy.
«Si Rachel» faccio posto accanto a me, mamma si siede e mi guarda negli occhi.
«Mammina perché papà non mi vuole bene?»
«Tesoro tuo padre ti vuole bene, solo che non sa come dimostrartelo»
«Non è vero, lui vuole più bene a Kimberlee» la mamma sospira.
«Rachel ci sono cose che non puoi capire, quanto sarai più grande ti sarà tutto molto chiaro. Tuo padre ti vuole bene, quando voi riposate mi dice sempre cose molto belle su di te»
«E allora perché non le dice anche a me?»
«Tuo padre è fatto così. Allora questa favola della buonanotte?» cambia discorso, lo fa sempre quando non sa cosa dire.

«Mammina mi prometti che non mi lascerai mai?» domando quasi addormentata, oggi mi ha letto la principessa e il ranocchio, una delle mie favole preferite.
«Certo che te lo prometto, ma un giorno non ci sarò più. Andrò nel cielo con i nonni, loro mi aspettano»
«Ti prego mammina non andare, io voglio stare con te per sempre»
«Finché potrò sarò sempre con te, ma un giorno incontrerai una persona speciale, che non ti farà mai sentire da sola. Che riuscirà a colmare quel vuoto quando non ci sarò più. Ma anche allora io sarò sempre con te, ti guarderò dal cielo insieme ai nonni»
«Me lo prometti mammina?»
«Certo che te lo prometto» e con queste parole, finalmente, mi addormento.

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