~20: Guarda le stelle

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«Come mai hai fatto tutto questo per me?» sistemo meglio la camicetta azzurra che indosso.
«Ci deve essere per forza un motivo per fare qualcosa per la mia ragazza?» i suoi occhi neri scrutano attentamente tutta la mia figura.

L'aria del mare mi riempie le narici, mi è sempre piaciuto il mare, vederlo di notte poi, quando non c'è nessuno tranne te, ti dà una sensazione così piacevole che non può essere neanche descritta.

«Hai ragione, ma ti ricordo che nessuno ha fatto mai niente per me» chiudo gli occhi. Mi è difficile lasciarmi andare con Ryan. Avrei dovuto dare ascolto a Sasha e Mike, due mesi fa, non dovevo iniziare qualcosa di cui non ero neanche sicura. Però, quando ho visto Nathan sull'uscio della porta di casa di Sasha e Mike, ho preso una decisione istintiva. Quando tornai a casa, quel giorno, chiamai Ryan e gli dissi che ero pronta, avrei dimenticato Nathan e avremo iniziato ad essere qualcosa più che dei semplici amici. Ho ripetuto quelle parole centinaia di volte prima di fare quella chiamata.

Ho sempre visto Ryan come un buon confidente, un buon amico, ma non ha mai scaturito in me quelle emozioni di cui tutti parlano o che si leggono sui libri. Niente del genere, è come se stessi parlando con un amico, ogni singola volta.

Ogni bacio dato non scaturiva in me nessuna sensazione, se non un'inadeguatezza che dovevo fingere di ignorare. Ogni volta che vedevo i suoi occhi brillare era un pugno allo stomaco. So benissimo che non riuscirò mai a ricambiare i suoi sentimenti, ma sono così egoista da non riuscire a lasciarlo andare, continuo a fargli credere che tutto questo mi sta bene, che io lo amo. Non gliel'ho mai detto, ma ho cercato di dimostrarglielo, come potevo. Sono due mesi che mi ostino a mentire su qualcosa che non è assolutamente vero. Sono due mesi che vedo Nathan ubriacarsi ogni volta che vedeva Ryan bussare alla porta di casa. Mike aveva ragione, non avrei dovuto iniziare qualcosa sapendo benissimo di star illudendo l'altra persona, sapendo benissimo che i sentimenti non nascono con il tempo, non puoi costringerti a provare qualcosa per qualcuno che non ti farà mai un altro effetto.

Perché l'ho fatto allora? Perché ero stanca di stare da sola, volevo che qualcuno si prendesse cura di me, che avesse occhi solo per me, e, siccome non avevo ricevuto nulla dalla persona che mi interessava, mi sono rifugiata dalle braccia di un altro uomo, di Ryan. Ho commesso un tremendo errore. Non riesco a lasciarmi andare, non gli ho mai concesso nulla più di un semplice bacio, non credo riuscirò mai a spingermi oltre con lui. Ma lui fa finta di non notare questi piccoli allontanamenti da parte mia. Non l'ha mai fatto. Ciò che mi chiedo è quando si stancherà di tutto questo, perché lo farà un giorno, ne sono consapevole.

«Per questo ci sono io adesso, per renderti felice» mi sorride. Mi accomodo sulla battigia, l'acqua fredda del mare bagna i miei piedi scalzi. Perché non può essere sempre così? Come il mare calmo e cristallino, come il riflesso puro della luna su di esso, come le stelle che illuminano questa notte. Perché non può essere sempre così? Poggio la testa sulla spalla di Ryan.

Tutto questo è sbagliato, non è lui che avrebbe dovuto accompagnarmi al mare, non è su di lui che avrei dovuto poggiare la mia testa, non è lui che dovrei baciare. Eppure non faccio niente per cambiare tutto questo, sto continuando ad illudere una persona che non se lo merita, che fa di tutto per me. Sono una persona spregevole, perché non riesco a fare altro che pensare ad un uomo che mi ha detto palesemente che non ci sarà mai nulla tra di noi, un uomo con cui condivido i silenzi, e nulla più. Ogni volta che guardo Ryan, invece dei suoi occhi neri, mi appaiono due occhi verde smeraldo, al posto delle sue labbra ce ne sono un paio più carnose e con una piccola cicatrice all'estremità. Penso costantemente ad una persona che mi fa soffrire come nessuno ha mai fatto.

«Ti piace?» sussurra.
«È tutto perfetto, grazie Ryan» alzo leggermente il viso incrociando il suo sguardo. Fa male ogni volta immaginare una persona e trovartene un'altra davanti. Ma c'è solo una persona da incolpare, e quella sono solo io.
«Farei di tutto per te Rachel, lo sai, solo promettimi. Promettimi che non mi lascerai mai per Nathan»
«Perché mi chiedi questo?» mi allontano leggermente da lui.
«Se conosco abbastanza bene Nathan, non si lascerà abbattere da questo, di sicuro starà pensando a qualcosa» sussurra, ma sembra che non sia più io il suo interlocutore, come se stesse pensando ad alta voce.
«Non capisco»
«Nulla Rachel, niente, tu promettimelo e guarda le stelle» prende una mia mano. Quel tocco è così sbagliato «Promettimelo e guarda le stelle» ripete
.

Che cosa mi nasconde? Non posso promettergli una cosa del genere, resto in silenzio a guardare le stelle. Cosa c'è tra lui e Nathan? Perché questa rivalità? Troppe domande, troppe risposte che non conosco. È come se ci fosse qualcos'altro che non conosco, come se fosse una cosa più grande di me, qualcosa di più lontano e pericoloso. E non voglio saperlo, devo smetterla di mettermi in mezzo, devo solo trovare il coraggio, e, un giorno, lascerò andare tutto questo, lascerò andare Ryan perché non merita le mie illusioni. 

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