Durante il viaggio di ritorno a casa Nathan ha cercato in qualsiasi modo di fare conversazione con me. Ma io non parlavo, ero chiusa nella mia bolla, e ogni volta che sentivo la sua voce gli occhi mi si riempivano di lacrime. Avevo paura di dire qualsiasi cosa, di affrontarlo. Avevo paura di perderlo, di distruggere tutto quello che stavamo costruendo. Non avevo neanche messo piede in casa che sono uscita fuori, nonostante i richiami di Nathan, e mi sono precipitata a casa di Sasha, avevo bisogno della mia amica. Avevo bisogno di un suo consiglio, perché da sola non potevo affrontare una situazione più grande di me.
«Rachel che ci fai qui? Dovresti stare a casa, dovresti riposarti, sei appena uscita dall'ospedale» l'espressione stupita della mia amica ad aprirmi la porta. La sua mano è ferma sulla porta, l'immagine non si vede per intera, come per farsi scudo con essa.
«Scusami Sasha, non volevo precipitarmi qui senza avviso, ma ho bisogno di parlarti, urgentemente» spalanca la porta vedendomi impallidire.
«Entra, presto» mi fa entrare chiudendo poi la porta alle sue spalle.
«Chloe e Mike sono in casa?» domando guardandomi nervosamente intorno.
«No, stanno dai miei suoceri, Chloe voleva andare a trovarli e Mike l'ha accompagnata, io ho preferito restare qui per riprendermi da quello che ti è successo»
«Sasha è successo un casino» porto le mani sul viso, tirando, poi, le radici dei capelli. Sembro così disperata da poterli strappare, e forse sono disperata abbastanza da farlo.
«Rachel mi stai facendo preoccupare, siediti per favore. Ti faccio una camomilla, per rilassarti» faccio come dice. Mi siedo sulla sedia appoggiando le braccia sul tavolo. Lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi che si riempiono di lacrime, mentre Sasha riempie il bollitore d'acqua, lo pone sul fuoco e poi si concentra su di me.«Rachel vuoi dirmi che succede?» poggia una sua mano tra le mie.
«Sasha, la mia vita sta andando a pezzi, prima ancora di iniziare»
«Perché Rachel? Nathan ti ha fatto qualcosa?» i lineamenti del suo viso si induriscono.
«No, Nathan non mi ha fatto niente, forse lo sto facendo solo preoccupare adesso, sono letteralmente corsa via di casa» il rumore del bollitore interrompe l'inizio del mio racconto. Sasha si alza di scatto e si dirige verso di esso, si volta solo per un momento per farmi capire che dovrò dirle tutto, poi versa l'acqua calda in due tazze e inserisce, due bustine di camomilla, al loro interno. Davanti a me ora ho una tazza bollente di camomilla. Ne prendo un sorso lasciando che la bevanda mi riscaldi.
«Puoi dirmi cosa sta succedendo? Tutte queste pause mi stanno preoccupando e non poco. Soprattutto perché sei appena stata dimessa dall'ospedale»«Non te l'ho mai detto, ma ultimamente sto avendo degli attacchi di panico dovuti alla morte di mia madre, solo Nathan lo sa, io mi sento responsabile per la sua morte, perché sono stata io a chiamarla quella sera, volevo che mi portasse via da Nathan, volevo andarmene. E lei stava venendo a prendermi, ma non è mai arrivata da me. Mi sento responsabile della sua morte, e quella che dovrebbe essere la mia famiglia, non ha fatto altro che farmi sentire ancora più responsabile. Non so come sia successo, ma all'improvviso iniziavo a vedere le mie mani sporche di sangue, mia madre mi perseguitava, non solo nei miei attacchi di panico, ma anche nei mei sogni, che diventavano, inevitabilmente, incubi. Nathan mi è sempre stato accanto, mi ha fatto capire che non sono colpevole della morte di mia madre. Mi ha aiutato a gestire la mia ansia e questi attacchi. Io gli devo tutto, Sasha» mi fermo per prendere un altro sorso di camomilla.
«Perché non me l'hai mai detto Rachel? Ti avrei aiutato, è questo che fanno le amiche»
«Non l'ho detto perché hai una famiglia a cui pensare, Sasha. Volevo affrontare le cose da sola, non ci sono mai riuscita, e neanche adesso dato che sono qui a parlare con te»
«Allora non capisco Rachel, perché dici che la tua vita sta andando in pezzi?» deglutisco a questa domanda.
«Sono svenuta»
«Come sei svenuta?» domanda allarmata la mia amica, alzandosi dalla sedia. Viene vicino a me e si siede proprio accanto a me.
«Non so perché sono svenuta, però è successo a casa. Almeno la prima volta. Nathan mi ha soccorsa, in quel momento si è aperto con me, mi ha raccontato qualcosa sulla sua vita. Ed è un momento che ricorderò per sempre, perché significa che sta iniziando a fidarsi di me» asciugo una lacrima solitaria «In quel momento ho capito che iniziavo a provare qualcosa per lui. In quel momento ho deciso che era arrivato il momento di chiudere completamente con Ryan, era inutile continuare ad illudere una persona per cui non provi niente. Non ti dirò ciò che mi ha detto Nathan, non so se vuole che si sappia, ma ti posso dire che quello che mi ha detto mi ha davvero sconvolta. Non pensavo si portasse questo peso sulle spalle, non pensavo che avesse sofferto così tanto. E solo per colpa di Ryan. Così ho deciso di affrontalo, oggi, ciò che ci siamo detti mi ha fatto capire che Ryan è completamente diverso da chi pensavo fosse. Ha finalmente rivelato la sua vera natura, ha tolto la maschera che indossava e si è mostrato per com'è realmente, e credimi quella persona non mi piace affatto. Mi ha fatto del male, mi ha stretto i polsi così tanto che mi ha lasciato dei lividi, e chi lo sa cosa avrebbe fatto se fossimo rimasti da soli» rabbrividisco al solo pensiero.
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Legata a te
RomanceRachel Smith, da tutti definita la figlia perfetta, ma lei si sente tutto tranne che perfetta. Accontenta in qualsiasi modo le richieste del padre, affinché possa essere fiero di lei come lo è di sua sorella, Kimberlee. Non ha molte aspettative nell...