~36: Niente luna park

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Domani finalmente ci sarà il processo in tribunale, mentre la settimana prossima potrò abbracciare il mio bambino. Sono così emozionata per entrambe le cose ma allo stesso tempo sono molto nervosa. Voglio che tutto vada per il meglio, vorrei che ogni questione si chiuda nel migliore dei modi, ce lo meritiamo per quanto abbiamo sofferto, soprattutto Nathan per la questione di Camila, deve tornare a splendere il sole nelle nostre vite.

«Nathan» lo scuoto leggermente. Siamo sdraiati sul divano, lui si è addormentato.
«Hm» mugugna, ma non accenna a svegliarsi.
«Nathan»
«Che succede?» domanda con la voce assonnata.
«Puoi andare a comprarmi dei pancake? Li vorrei tanto» lui si siede meglio sul divano.
«Davvero vorresti dei pancake all'ora di pranzo?» fa un'espressione buffa.
«Si, ti prego me li compri?» faccio gli occhi dolci, questa tattica funziona sempre.
«Va bene» sospira «Vado a comprarli, però ti avverto, stasera usciamo» annuisco non ascoltando minimamente, voglio soltanto il piatto di pancake davanti, chiudo gli occhi e li immagino, ho già acquolina in bocca.

«Nathan, con i pancake compra anche delle ciambelle, anzi compra quanti più dolci puoi. Grazie» si ferma di scatto dal mettersi la giacca.
«Non credi di star esagerando con tutti questi dolci?»
«Certo che no, non ti preoccupare puoi averne anche tu un po'» lo rassicuro.
«Davvero avresti voluto mangiarli tutti tu?»
«Certo, però sono disposta a dividerli, solo per questa volta»
«Che gentile che sei ragazzina, io vado»
«A dopo» mi sdraio ancora una volta sul divano.

Sento il bambino scalciare, sorrido come ogni volta che lo fa. È una cosa che mi mancherà una volta che sarà nato, non sentirlo più scalciare nella mia pancia, ma sicuramente averlo tra le mie braccia sarà molto più bello.
«Il tuo papà ti vuole tanto bene, lo sai? È solo per te se mangerà tanti dolci per pranzo oggi» sorrido «ora però è meglio se la mamma riposa prima che viene papà con il pranzo, tu fai il bravo» chiudo gli occhi.

I pochi momenti liberi che ho li passo a riposare. Faccio tutto quello che posso, ma dopo un po' mi sento tremendamente stanca. Nathan cerca di fare il possibile, ma andando anche a lavoro, anche lui è piuttosto stanco, nonostante questo cerca sempre di non mostrare la sua stanchezza, anche se dovrebbe. Nei giorni scorsi abbiamo comprato tutto il necessario per la cameretta del bambino, non ho ancora avuto l'onore di entrarci, Nathan vuole che sia una sorpresa, e per questa volta, non lascio vincere la curiosità e aspetto con ansia di vedere questa cameretta. Devo ammetterlo, ogni volta che passo avanti alla porta chiusa della cameretta tentenno un po', la voglia di vederla è tanta, ma scuoto sempre la testa e continuo a camminare dritta per la mia meta, quasi sempre la camera da letto per dormire.

Ieri sono venuti a farci visita Sasha e la sua famiglia, è stato bello vedere Nathan scherzare con Mike, non li avevo mai visti insieme ed ero molto contenta che si siano visti, almeno in mia presenza. Si vede che si vogliono bene, anche se non fanno altro che punzecchiarsi. Però vederlo spensierato, con il sorriso sulle labbra e le lacrime agli occhi per le risate, è una cosa che non potrò mai dimenticare. Era come se fossimo una grande famiglia, io e Sasha che giocavamo con Chloe, mentre Nathan e Mike scherzavano ricordando le loro "avventure" del passato.

«Il pranzo è arrivato» mi alzo di scatto.
«Che hai comprato?» inumidisco le labbra passandoci sopra la lingua, non vedo l'ora di mangiare tutte queste bontà.
«Pancake, come mi hai richiesto»
«Solo i pancake?»
«Certo che no» alza gli occhi al cielo «Ho preso anche le ciambelle con la glassa, dei muffin, cornetti, crostate e waffle»
«Ti adoro, dammi il cibo sto morendo di fame» mi sistemo meglio sul divano.
«Fammi spazio» si siede anche lui e sistema tutto sul tavolino.

Senza attendere oltre afferro i pancake e una forchettina e inizio a mangiare. Dopo un'ora non è rimasto nulla se non le confezioni vuote sul tavolino. Massaggio la pancia soddisfatta.
«Era tutto buonissimo» affermo.
«Vero, ma non ti ci abituare, tutti questi dolci non fanno bene»
«Lo so» guardo davanti a me «Che ne dici di sentire un po' di musica?»
«Come mai?»
«Potremo smaltire un po' quello che abbiamo mangiato» faccio un mezzo sorriso.
«Ok, ascoltiamo la musica» sorride di rimando.
«Scelgo io» non gli do il tempo di rispondere che afferro il cellulare e accendo la televisione. Collego il cellulare alla televisione e subito parte la canzone che ho scelto.

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