Rachel
Oggi a lavoro ero molto distratta, la mia mente seguiva un solo pensiero, quasi dimenticavo cosa dire ai visitatori a cui dovevo fare da guida oggi, cercavo di perdermi anche io nelle bellezze del mondo antico, lo avevo sempre fatto. Ogni volta che dovevo raccontare dei dettagli delle opere antiche cercavo sempre di esprimere nel miglior modo possibile tutto ciò che sapevo su di esso. Anche quando ero stanca, triste, anche quando venivano dei bambini delle scuole e facevano chiasso, io cercavo sempre di fare del mio meglio. Ma oggi proprio non ci riuscivo, volevo le mie risposte, e dovevo aspettare quel pomeriggio per averle.
«Rachel sembri esausta» Brittany, la stessa ragazza che mi aiutò il giorno del colloquio, mi affianca.
«Lo sono Brittany» usciamo insieme dal museo.
«Oggi non c'erano neanche molte persone, di solito non ti stanchi così tanto, è che mi sembra strano»
«È da un paio di giorni che mi sento stanca, e poi ho anche molte cose da fare, sarà per questo»
«Allora ti lascio alle tue faccende, ci si vede Rachel» saluto Brittany e mi dirigo verso casa.Lungo tutto il tragitto rimugino su ciò che potrà succedermi, così tante cose da dire, così tanti dubbi da chiarire, ho paura di ricadere nel baratro, come quel giorno, non voglio sentirmi più così. Voglio solo la verità, voglio liberarmi per sempre di tutte queste incertezze. Ciò che ho vissuto, e come l'ho affrontato, mi è bastato per capire che in realtà non voglio avere più rimpianti, voglio conoscere tutto di me, prendere delle decisioni e subirne le conseguenze. Voglio essere finalmente libera, lasciare definitivamente il passato alle spalle e provare a guardare avanti. Non ho bisogno più di alcun sostegno, ho ventisei anni, posso e devo cavarmela da sola, non posso contare su Nathan, il nostro rapporto è cambiato, ma non voglio contare completamente su di lui, non posso contare sempre su Sasha, potrà darmi tutti i consigli, starmi accanto quando ne ho bisogno, ma sono io quella che dovrà decidere. Decisamente non posso contare su Ryan, presto toccherà parlare anche con lui, ho rimandato abbastanza, devo avere un confronto, chiarire le cose, togliermi questo peso che ho nel petto una volta per tutte, solo non oggi, non adesso. Quello che ho detto quel giorno a Jonathan non era altro che una scusa, sono andata al parco e ci sono rimasta per ore.
***
Busso alla porta sperando che sia in casa, dopo poco qualcuno viene ad aprirmi e un po' mi dispiace vedere il volto della mia vecchia amica e confidente spuntare da dietro la porta. Saluto Martha la quale subito mi fa entrare in casa. Non mi fermo sulla soglia, lentamente guardo le pareti bianche, spoglie, non mi ero mai resa conto di quanto fosse fredda questa casa, che ogni pezzo, ogni cornice, serviva solo a riempire un vuoto, un vano tentativo di rendere questa casa più accogliente, più familiare, ma tutto questo è solo uno scarso risultato.
«Martha sai dirmi dove si trova mio padre?»
«Nel suo studio»
«Lo raggiungo subito allora» ironico come tutto questo è iniziato e si stia per concludere nello studio di mio padre. Ogni passo sulle scale riporta i pensieri di un anno fa, di quando ero spaventata di sapere cosa volesse dirmi, mentre ora salgo queste scale con una sicurezza mai avuta. Non sono più quella ragazza, sono una donna, con un po' di sicurezza in più, con più dolore sulle spalle, e con la voglia di sapere come sono andate davvero le cose, una volta per tutte.«Ciao papà» saluto chiudendo la porta alle mie spalle. Era stato un mio capriccio quello di non voler bussare. Lui alza la testa dai suoi documenti, e sbatte un paio di volte le palpebre, probabilmente non si aspettava di rivedermi, eppure eccomi qua, la figlia non voluta è tornata a casa. Ma non preoccuparti papà toglierò subito il disturbo, questa volta per sempre.
«Cosa ci fai qui Rachel? Per caso essere lontana da questa casa ti ha fatto dimenticare l'educazione?» non rispondo, vado a sedermi su una delle due sedie poste davanti la sua scrivania, mi siedo esattamente sulla stessa sedia dell'anno scorso. La sua espressione cambia visibilmente a causa di questa mia mancanza di rispetto, senza sapere che in realtà non fa altro che aumentare il mio sorriso beffardo.
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Legata a te
RomantizmRachel Smith, da tutti definita la figlia perfetta, ma lei si sente tutto tranne che perfetta. Accontenta in qualsiasi modo le richieste del padre, affinché possa essere fiero di lei come lo è di sua sorella, Kimberlee. Non ha molte aspettative nell...