~6: È troppo tardi

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Oggi è il fatidico giorno, il giorno che tutte le ragazze attendono, tutte tranne me. È un giorno come tutti gli altri, piatto e falso. In casa c'è un via vai di persone che sono tutte allegre, pronte a condividere con me la "gioia" del matrimonio. Se dovessi trovare un lato positivo, l'unico che mi verrebbe in mente è che non dovrò più esaudire gli ordini di mio padre, e che non vivrò più in questa casa. Ieri, come oggi, il chiasso regnava in casa, così distante dal silenzio opprimente che l'ha sempre contraddistinta. Ieri un gruppo di addetti è venuto a portar via le mie cose, per portarle in quella che sarà la mia nuova casa. Non c'è più niente di mio qui.
Ieri ho avuto una chiacchierata con mia madre, ha usato la chiave di riserva per aprire la porta e parlare con me. Ho fatto finta di ascoltarla, ma alcune parole mi hanno davvero colpita, e non ho potuto fare altro che ascoltarla, riuscire ad avere un confronto con lei, non l'ho perdonata, non potrei mai riuscirci, ma ho pensato di accantonare i miei risentimenti, almeno per un po'.

La parrucchiera è già da mezz'ora che non fa altro che ripetermi quanto è felice che finalmente mi sia sistemata, che una ragazza così bella abbia trovato un ragazzo con cui trascorrere il resto della sua vita. E spero vivamente che finisca presto di torturare i miei capelli, che smetta di blaterare e che se ne vada.
Dopo più di un'ora trascorsa ad ascoltare il suo monologo, a sorridere e annuire all'evenienza, finalmente la parrucchiera esce dalla stanza. Faccio un sospiro di sollievo, apprezzo il silenzio di questo momento, che, purtroppo non dura quanto vorrei poiché arriva la truccatrice a peggiorare la situazione. Mi tocca la stessa sorte di prima, sorridere e annuire per il suo monologo su quanto sia felice per me. Avrò visto queste persone massimo due volte in vita mia e non fanno altro che congratularsi ed essere felici per me. Una cosa è certa, per queste persone la discrezione e la professionalità non sono parole del loro vocabolario. Quando anche la truccatrice è andata via resto sola nella mia camera con l'abito da sposa che ho scelto, l'unica mia scelta in tutto questo.
L'insistente bussare alla porta mi fa fare una smorfia. Non si può avere un po' di silenzio? Sembra proprio che oggi nessuno vuole darmi una tregua, se è questo stare al centro della situazione allora io non voglio starci mai più.

«Chi è?» chiedo senza aprire la porta.
«Tesoro è arrivato il fotografo, non indossare ancora l'abito da sposa perché ha chiesto di fare delle foto mentre ammiri l'abito» Kimberlee entra in camera senza il mio permesso seguita da quello che deve essere il fotografo, grandioso non basta la mia memoria, ma anche delle foto che ricordano questo orribile giorno. Stringo la cinta della mia vestaglia e faccio uno dei miei sorrisi più falsi che oggi dovrò mantenere. Il fatto che Kimberlee si stia comportando come la migliore delle sorelle mi fa capire quanto in realtà sia falsa. Pensa davvero che un "tesoro" possa farmi piacere, che io l'abbia perdonata?

«Piacere, sono Rachel Smith, la sposa» stringo la mano del fotografo.
«Josh Moore piacere mio, come ha detto sua sorella vorrei farle delle foto prima che venga indossato l'abito» io annuisco, e faccio come dice il fotografo sfoggiando il mio migliore sorriso.

Il fotografo mi lascia sola per un momento, il tempo di indossare l'abito ha detto. Prendo un attimo per sospirare, per riflettere su quest'assurda situazione, mantengo la calma e indosso l'abito da sposa, è un abito molto semplice, il corpetto ha uno scollo a cuore impreziosito da un leggero strato di pizzo, la gonna ampia è completamente bianca immacolata, tra tutti i vestiti che ho indossato questo era il mio preferito ed è involontariamente anche quello che fa risaltare al meglio il mio corpo e il mio viso, non era per niente mia intenzione rendermi bella agli occhi degli altri. Dopo aver scattato altre foto da sola raggiungo la mia famiglia, gli sguardi che mi riservano mio padre e Kimberlee lasciano trasparire quanto siano soddisfatti nel vedere che non sono scappata ancora.

E mi è costato molto fare delle foto con loro, mostrano di essere una famiglia felice e unita, quando in realtà non siamo niente di tutto ciò.

«Signorina Smith, ora devo andare dallo sposo, devo ancora fargli delle foto, ci vediamo in Chiesa» annuncia il fotografo dopo aver scattato un'ultima foto. Annuisco distratta mentre Martha lo accompagna alla porta.
«Sei bellissima Rachel» mia madre mi abbraccia e quasi non perdo l'equilibrio sui tacchi alti.
«Grazie mamma anche tu sei molto bella»
«So che questo non è un matrimonio d'amore ma vorrei che rispettassi la tradizione, ogni sposa deve indossare qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa di prestato e qualcosa di blu. E vorrei che questo sia il tuo qualcosa di prestato» mi porge il braccialetto a cui è tanto affezionata. Ricordo benissimo che non ci era concesso giocarci, lo indossava solo nelle occasioni importanti, è un gesto davvero carino da parte sua.
«Grazie mamma»
«Ti avevo preparato già il tuo qualcosa di nuovo, vecchio e blu, spero che tu l'abbia indossato» si raccomanda.
«Certo mamma ho indossato tutto, domani ti restituirò il braccialetto» le sorrido.
«Dobbiamo andare» mio padre interrompe la nostra chiacchierata, annuisco tornando seria.

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