«Tanti auguri a Selene, tanti auguri a te!» cantavano i miei amici, mentre io spegnevo le trentadue candeline accese sopra una torta a base di patate e mele.
Jack, per l'occasione, ci aveva riservato due tavoli nel suo locale, anche se durante la settimana non era mai pieno. Lo aveva fatto più che altro per formaltà.
Kevin saltava come un canguro mentre cantava quell'odiosa canzoncina; mi aveva anche infilato al collo una collana di finti fiori di carta colorata.
Sapeva che quelle cose mi imbarazzavano ma le trovava troppo divertenti per rinunciarvi.«Ho un regalo splendido per te. Se adesso mi vuoi bene, poi me ne vorrai ancora di più!» esordì, tirando fuori da sotto il tavolo un pacco rivestito di carta colorata, di quella riciclata che producevamo nel complesso.
«Non so perché, ma la cosa mi fa paura...» Kevin era solito esagerare un po' in tutto.
«Sono serio, stavolta. Dai, apri!» batté le mani, più entusiasta di me.
Quanto odiavo avere tutti quegli occhi puntati addosso!
Non eravamo in molti, una quindicina di persone, ma per me erano già troppe.«Okay, apro.»
Slegai lo spago che legava il pacco e scostai i lembi di carta.
«Wow! Kevin... non ho parole!»
Poggiai lo splendido abito sul mio corpo, opera delle mani esperte delle nostre sarte.
Era composto da un patchwork di tessuti lucidi diversi fra loro, dal raso ai glitter, passando per la seta, in diverse sfumature dal nero al grigio chiaro.
Era molto corto e sul davanti aveva una scollatura vertiginosa.
«Così fra qualche giorno, alla festa, sarai tu la più bella» mi disse per poi scoccarmi un lungo bacio sulle labbra. «Quelle zoccole del tre ti invidieranno a morte.»«Non solo loro!» esclamò Isa, avvicinandosi e rimproverando il povero Tommy, colpevole di non farle mai regali così belli, a detta sua.
Il biondo roteò gli occhi, ormai rassegnato alle scenate della storica fidanzata.
Quell'abito era di certo costato diversi crediti al mio caro amico. Lo ringraziai, ribadendogli che non doveva spendere così tanto per me.
«Mi basta la nostra amicizia.»
«Non dire sciocchezze e vedi di indossare quell'abito, fra qualche sera. Guai a te se ti vedo ancora col solito tubino» mi minacciò.Un po' in disparte, era presente anche Frank. Per tutti era il fratello minore di Kevin, quello un po' strano che conoscevamo appena. Nessuno sapeva del nostro profondo legame.
Mentre gli altri, con la scusa di brindare alla mia salute, si ubriacavano a suon di liquori, il giovane mi chiamò in disparte, rivelandomi che anche lui aveva un dono per me.Mi porse un pacchetto di modeste dimensioni, di forma circolare.
Lo aprii, curiosa.
«Non posso accettarlo» dissi, restituendoglielo.
Frank rimase di sasso. «Ma come? Ci ho messo mesi per procurartelo... »
«Ehi. Io la musica voglio ascoltarla con te, non da sola. Capisci?»
Posò lo sguardo sul lettore cd portatile e capì.
«Aaah! Beh, ma non cambia niente. Possiamo usarlo insieme. Con questo possiamo ascoltare musica in ogni angolo di questo complesso di merda!» mi disse con sguardo complice. «Tienilo, ti prego. Così puoi fare ascoltare qualcosa anche a tua nonna.»
Aveva ragione, nonna ne sarebbe rimasta estasiata.Qualche giorno dopo, il ragazzo bussò alla porta di casa mia, senza preavviso.
«Frank? Che ci fai qui?» gli chiesi un po' turbata, perché non ero sola a casa.
Sorridente, mi mostrò tre cd: «C'è tua nonna?»
Lo feci accomodare e gli offrii una birra.«Nonna? Ricordi Frank D'Angelo, il fratello di Kevin?»
L'anziana donna sorrise. «Certo. Che bel ragazzo che sei diventato; è da tempo che non ti vedevo. Tuo fratello bazzica anche troppo da queste parti, ma tu sei una novità.»Mamma era sul divano, intenta a rattoppare i calzini di papà, che invece era in giro a fare visite.
Maya sbirciava curiosa da dietro lo stipite della porta della zona giorno.
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Quel che resta della Luna
Science FictionAnno 2052. In seguito a un susseguirsi di catastrofi, la Terra è diventata un posto arido e inospitale. Parte dell'umanità, però, è sopravvissuta e vive all'interno di quelli che vengono chiamati "complessi": un insieme di palazzi sopraelevati e qua...