Eric fu invitato ai piani alti, per parlare in modo approfondito con Morgan e gli altri del motivo per cui ci aveva raggiunti.
La maggior parte degli occupanti del complesso guardava con diffidenza i nuovi arrivati. Alcuni li definirono dei mutanti; per loro era impossibile che potessero sopravvivere all'aperto senza conseguenze. Di certo erano malati o inumani.
«Siamo confinati qua da dieci anni, siamo vissuti bene grazie ai depuratori e al cibo coltivato nelle serre o nei campi tenuti sotto controllo. Quella gente non la racconta giusta!»Osservavo gli stranieri con curiosità. Erano un gruppo eterogeneo, per lo più adulti, ma c'erano anche cinque bambini sotto i dieci anni, alcuni adolescenti e qualche persona anziana.
Erano lì solo da un giorno, quando la vidi scendere da un camper. Era una donna anziana, dai lunghi capelli capelli grigi che le cadevano morbidi sul petto. Indossava abiti colorati e gioielli decorati da cristalli e materiali naturali come legno e gusci.Aveva diversi tatuaggi, anche sul viso: una falce di luna sulla fronte e una riga verticale che le tagliava il mento a metà affiancata da due spirali.
Sorrise nella mia direzione, ma mi accorsi che la sua attenzione era rivolta soprattutto a nonna Viv, che in quel momento era con me. Si andarono incontro, quasi riconoscendosi.
Si strinsero le mani, sorridenti.«Benvenuta» le disse nonna. «Io sono Viviana.»
«Sono lieta di incontrarti, Viviana. Io sono Ilberria» rispose la donna continuando a tenerle le mani.
«Sei arrivata a portare fertilità e rinascita proprio il giorno giusto.»
"Ma come parlano?" pensai.
Ilberria annuì, poi rivolse lo sguardo a me.«Lei è mia nipote, Selene.»
Le porsi la mano, che strinse con gentilezza, continuando a guardarmi in viso. «Hai un bellissimo nome.»Le lasciai a confabulare, dovevo recarmi al lavoro. Sembravano, in qualche modo, parlare la stessa "lingua".
Al mercato non si parlava che dei nuovi arrivati ed era snervante sentire le teorie cospiratorie delle persone con cui vivevo.
«Sono mercenari.»
«Sono mutanti, vogliono il nostro sangue. Ci uccideranno.»
«Sono alieni.»
«Vengono da una base qua vicina, altro che viaggiatori!»
«Hanno ucciso Del Vecchio e gli uomini in nero e sono venuti per conquistare il nostro complesso.»
«Ora confabulano con Del Vecchio junior. Non è come suo padre, è uno scapestrato!»
Maya, invece, non desiderava altro che approfondire la conoscenza di Oleia.
«Posso uscire a giocare con lei?»
«Sei matta? Non è sicuro» la ammoniva mia madre, sempre più ansiosa. L'arrivo di gente esterna l'aveva destabilizzata non poco. Solo di recente si era abituata all'idea di lavorare fuori casa.«Lei gioca fuori tutto il giorno! Perché io non posso?» si lamentò mia figlia.
«Facciamo così, perché non la inviti qui a casa? Così state un po' insieme e la nonna è più tranquilla» le feci l'occhiolino.
«E se ha qualche strana malattia contagiosa?» intervenne nuovamente mia madre.«Allora facciamo che la invitiamo da Frank, okay?»
«Ma...» obiettò mamma.
«Staremo attenti, giuro.»
–
«Ciao Oleia!» disse Maya correndo incontro alla ragazzina.
«Maya!»«Ti va di andare a casa di Frank a giocare un po'? Mia nonna non vuole che stiamo qua fuori, dice che è pericoloso.»
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Quel che resta della Luna
Science FictionAnno 2052. In seguito a un susseguirsi di catastrofi, la Terra è diventata un posto arido e inospitale. Parte dell'umanità, però, è sopravvissuta e vive all'interno di quelli che vengono chiamati "complessi": un insieme di palazzi sopraelevati e qua...