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La festa a tema si rivelò un successo. Tutti si divertirono e non avvennero fatti troppo spiacevoli.

Oltre ad aver incrociato Morgan, mi trovai ad avere a che a fare anche con sua sorella.
Ecco, forse questa fu la parte meno gradevole della serata.
Aveva i capelli divisi in due trecce e sembrava vestita da scolaretta.

Salì i cinque gradini che separavano la pista dalla consolle e la vidi sussurrare qualcosa all'orecchio di Frank, che annuì sorridendole.
Lia gli strisciò l'indice sotto il mento e gli scoccò un bacio sulla guancia, bisbigliandogli di nuovo qualcosa.

Sentii qualcosa di insolito avvampare in me. Quell'atteggiamento mi aveva infastidita troppo. Io e Frank non eravamo una coppia e non avevamo l'esclusiva l'uno sull'altra, su questo eravamo stati chiari fin dall'inizio, ma vedere Lia flirtare così con lui non mi piaceva per niente.

Partì una canzone pop che avevo già sentito, ma non ricordavo bene quale fosse. In pista, Lia e un gruppo di sue amiche si fecero largo, cominciando a danzare sui passi di una coreografia che, con ogni evidenza, avevano provato per chissà quanto.
«Britney Spears!» mi urlò Kevin all'orecchio.
Ecco di chi era la canzone ed ecco a chi era ispirato il look di Lia.
La bionda cantava in playback, dando spettacolo di sé.
Dovetti ammettere che erano state brave e mi unii agli applausi, una volta finito il brano. Sì, applaudii, ma con poco entusiasmo.

Quando Frank lasciò il posto all'altro deejay per scendere a bere qualcosa, mi raggiunse.
«Che sudata. Questa pelliccia forse è un po' pesante per l'ambiente in cui siamo.»
«Toglila.»
«Se la tolgo sembro solo un tizio in mutande e tacchi alti.»
«Ti pare poco?»
«Beh, magari la tolgo intanto che mi bevo qualcosa.» Ordinò una birra che gli fu prontamente servita che trangugiò in un attimo.

«Dimmi un po', che voleva Britney?»
«Chi? Ah, Lia. Mi ha chiesto di metterle quella canzone. Non è roba che ascolterei, ma piace alla gente» mi spiegò.
«Sembrava molto riconoscente» dissi, cercando di sembrare disinvolta.
«Ha avuto il suo palcoscenico, come desiderava. Che è quella faccia? Non sarai gelosa?» mi chiese mentre un largo sorriso di dipingeva sul suo giovane volto.
«Chi, io? No, e perché mai? Lo sai che puoi uscire con chi vuoi» deglutii.
«Sì, sì. Sei gelosa!» mi stuzzicò divertito.
«Ti ho detto di no! È solo che Lia non mi piace. Se devi uscire con qualcuno, scegliti una persona migliore, ecco tutto.»
«Veramente non mi ha chiesto di uscire, stai facendo tutto tu. Ti pare che una del suo ceto prenda in considerazione uno come me?» mi disse mentre si infilava la pelliccia e tornava alla consolle.

"Io, per uno come te, farei follie" pensai, rendendomi conto che, forse, ero più presa da Frank di quello che avevo sempre creduto.
Non ero alla ricerca di una relazione seria e sapevo benissimo che lui era giovane e aveva bisogno di fare altre esperienze, eppure mi ero affezionata a quel ragazzetto strambo.

«Sapete cosa mi ha raccontato Dimitri?» chiese Frank, un pomeriggio di marzo.
Lo invitai a parlare, dato che si capiva che non aspettava altro.
«Ha detto che fra il complesso 303 e il 304, durante una ricognizione presso le rovine di una cittadina, alla ricerca di oggetti e materiali utili, hanno incontrato della gente.»
«Che cosa? Delle persone, vive?» intervenne Kevin.
«Già. Erano in sette o otto, sembravano una famiglia o qualcosa del genere. Anche loro stavano rovistando fra le macerie e non si aspettavano di incontrarli.»
«Non capisco. Erano scappati dal loro complesso?»
Fece di no col capo. «A quanto pare no. Hanno detto di di vivere in montagna, a circa cinquanta chilometri da lì, e di essere da soli.»
«Erano attrezzati con respiratori o maschere? Come sono sopravvissuti lì fuori tutto questo tempo?» Ero davvero stupita.
«Macché! Niente. Avevano solo delle sciarpe sulla bocca. Dimitri dice che sembravano in discreta salute; gli sembravano solo un po' provati.»

Quel che resta della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora