Due giorni dopo il signor Van De Velde ripartì con la sua scorta.
Fu un sollievo per tutti tornare alla normalità; avere quelle guardie a ogni angolo non era piaciuto a nessuno, così come quel recitare la parte del complesso perfetto.Kevin, come previsto, mi fece il terzo grado, confrontando le mie informazioni con quelle che gli aveva passato Alex.
«Chi avrebbe mai pensato che quei due fossero musicisti di quel calibro?»
«Credo abbiano un sacco di tempo libero per esercitarsi. Non devono guadagnarsi il pane come noi» intervenne Frank, forse un po' deluso nello scoprire che i musicisti del tre esistevano davvero e la musica dal vivo non era più una sua esclusiva.
Gli accarezzai una spalla.
«Quel Van De Velde, comunque, non mi piace. Ah, ti hanno detto che cominceremo a produrre carne sintetica? Ci hanno portato gli strumenti necessari con l'ultimo carico.»
«Sì, ho saputo» rispose Kevin. «Quantomeno, per mangiare qualcosa di diverso dal pollo, non dovremo aspettare mesi e non sarà più esclusiva di pochi.»
«Questo causerà anche meno sofferenza agli animali» aggiunse Frank.
Forse, tutto sommato, la visita di quel tizio non aveva portato cose negative.Mi pentii presto del mio pensiero. Le guardie continuavano a presiedere su e giù per i condomini, anche se in numero minore rispetto ai giorni precedenti.
Pochi giorni dopo fu indetta un'assemblea generale. Diecimila persone, nella sala apposita, non ci sarebbero state, quindi chiesero di partecipare a un paio di membri per nucleo famigliare.
Curiosa com'ero, decisi di accompagnare papà.
Era da tempo che non ci si trovava tutti, o quasi, in quell'ampio salone. Mi vennero in mente i momenti in cui eravamo giunti qui; ne era passato di tempo.«Ehi, siete venuti entrambi» dissi, salutando i fratelli D'Angelo.
«Sì, mamma ha lasciato a noi l'incombenza» rispose Kevin, come se non sapessi che per certo era lui il primo a voler partecipare.
«Avete idea del motivo per cui ci hanno chiamati qui?» chiese un conoscente, poco distante.
Nessuno seppe rispondere.Poco dopo, i dirigenti salirono sul podio di fronte a noi e la gente smise di mormorare.
«Prova... è acceso? Sì» disse il braccio destro di Del Vecchio nel microfono, che emise un piccolo fischio.
Cedette il posto al pezzo grosso del complesso. Elio Del Vecchio era un uomo alto e magro, col viso ricoperto da una barba bianca curata, così come i capelli, sempre ben pettinati. Era molto affascinante anche se aveva uno sguardo tagliente, che faceva trasparire una certa durezza d'animo.«Benvenuti a tutti, cari coinquilini» cercò di ridacchiare, ma dalla gola gli uscì un suono grottesco che fece storcere il naso ai più. «Come sapete, pochi giorni fa abbiamo ricevuto una visita speciale. Henri Van De Velde è una persona molto importante, un filo fra noi e gli altri complessi. Abbiamo avuto modo di conversare a lungo su come gestire al meglio il nostro. Prima, però, voglio condividere con voi una bellissima notizia.»
Annunciò l'inizio della produzione della carne sintetica, che fu ben accolta dalla maggior parte dei presenti.
«Jack ha già detto che inserirà panini con hamburger nel menù del pub» mi sussurrò Kevin, facendomi l'occhiolino.
«In questo modo, tutti avremo la possibilità di avere una dieta più varia ed equilibrata» continuò l'uomo.
«Come se loro avessero mai patito qualche carenza» borbottò una signora alle mie spalle. Non potevo che concordare.«Il signor Van De Velde ci ha raccontato di come funzionano le cose negli altri complessi, dei problemi più comuni e di come sono stati risolti egregiamente.»
Kevin mi lanciò uno sguardo preoccupato.
«Dobbiamo guardare al futuro e pensare al bene della comunità. Non c'è spazio per le incertezze o per pensieri troppo individualistici. Siamo come una grande famiglia e, come tale, per funzionare bene abbiamo bisogno di regole e disciplina. Ognuno deve avere un ruolo preciso e assolvere a quel dovere.»
La cosa cominciava a non piacermi.«Mi scusi? Cosa c'è nel nostro complesso che non va?A A me pare che le cose vadano piuttosto bene» intervenne un uomo qualche fila più avanti.
«Non interrompete, per favore» disse Del Vecchio, mal celando la stizza.. «Fatemi finire il discorso. Certo, tutto sommato le cose non vanno male, ma possono andare meglio. Possiamo crescere e migliorare l'efficienza di questo meraviglioso posto.»
Papà lo fissava, pensieroso. «Dove vuole arrivare?» borbottò sottovoce.
«Abbiamo deciso di inserire alcune regole che miglioreranno la produttività di questo posto. Come avrete già notato, abbiamo aumentato i controlli nei condomini e nelle aree comuni. Questo per evitare atti di delinquenza o vandalismo. Vogliamo che possiate spostarvi senza dovervi guardare le spalle.»
Ci guardammo perplessi. Non avevamo sentito parlare di atti vandalici, furti o fatti simili.
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Quel che resta della Luna
Science FictionAnno 2052. In seguito a un susseguirsi di catastrofi, la Terra è diventata un posto arido e inospitale. Parte dell'umanità, però, è sopravvissuta e vive all'interno di quelli che vengono chiamati "complessi": un insieme di palazzi sopraelevati e qua...