Domenica 8 Dicembre
Max aveva pianto tutta la notte, parlato con Clover ore al telefono, ricevuto la promessa che una volta a casa sarebbero andati al lido, nonostante sapessero entrambi che con quel freddo e dopo il lungo viaggio sarebbe stato infattibile, e aveva dormito la bellezza di trenta minuti scarsi.
Ma gli era capitato di peggio, quindi era ancora in uno stato accettabile quando aveva fatto il check out dall'albergo e aveva preso un autobus per dirigersi elegantemente in anticipo, come sempre, all'aeroporto.
Elegantemente in anticipo significava la bellezza di tre ore prima della partenza.
O almeno, il programma era di arrivare all'aeroporto, che distava venti minuti in autobus dall'albergo, tre ore prima della partenza.
Purtroppo non aveva fatto i conti con gli imprevisti.
O meglio, aveva messo in conto eventuali imprevisti, ma non credeva che sarebbero stati così tanti.
Era tutto partito con un messaggio di Norman sul gruppo della Crew dove annunciava la data della discussione della sua tesi, che sarebbe stata il 20 Dicembre.
Max l'aveva letto mentre faceva colazione, e da lì in poi le cose erano precipitate.
Prima l'avevano trattenuto per troppo tempo quelli dell'hotel per ringraziarlo di come aveva tenuto bene la camera.
Max era in anticipo, quindi li aveva lasciati fare.
Poi era stato fermato nella strada per dirigersi alla fermata dell'autobus da una coppia di turisti francesi che si erano persi. Max teoricamente era più perso di loro, ma era riuscito a dare indicazioni verso il luogo che volevano raggiungere, in un francese molto americano, dato che venerdì aveva fatto un tour molto approfondito della città.
Purtroppo lo scambio di informazioni gli aveva fatto perdere il primo autobus.
Niente di preoccupante, ne passava un altro in mezzora, e aveva tutto il tempo di entrare in aeroporto, fare il check in, e aspettare altre due ore il proprio volo che l'avrebbe portato con due cambi a casa.
Se non fosse che il secondo autobus non era passato, e quando era finalmente riuscito a prendere il terzo, aveva forato una ruota a metà tragitto, e l'autobus sostitutivo aveva posti molto limitati.
Max non era in ritardo, quindi aveva lasciato il proprio posto ad una madre e un bambino che dovevano raggiungere l'aeroporto più in fretta di lui.
E nell'attesa del nuovo autobus sostitutivo, aveva aiutato il conducente dell'autobus appiedato a cambiare la gomma dell'auto.
Alla fine si era diretto in aeroporto con l'autobus dalla gomma cambiata, e tutto sembrava risolto.
Era comunque tre quarti d'ora in anticipo, poteva benissimo farcela.
Ma purtroppo l'autobus l'aveva portato a venti minuti di distanza dall'entrata che avrebbe dovuto prendere, la navetta era fuori uso, quindi si era dovuto fare quella strada a piedi con la valigia, lo zaino pesante, e una stanchezza che sempre di più iniziava a sentirsi addosso.
E quando arrivò in aeroporto, aveva giusto il tempo di fare velocemente il check in, entrare nell'aereo, e pregare che non gli facessero buttare la torta caramello e cannella avanzata che si era portato per fare uno spuntino.
E ovviamente, un ennesimo imprevisto gli si parò davanti.
-Ah, eccoti! Sapevo che prima o poi ti avrei trovato qui!- lo accolse una voce con marcato accento tedesco che in tutta franchezza Max non avrebbe mai più voluto sentire in tutta la sua vita.
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Corona Crew
Teen FictionCinque coppie, cinque cliché, tropes letterari e delle fanfiction ovunque, e un narratore esterno e allo stesso tempo interno che sembra attirare a sé le più assurde coincidenze e situazioni da soap opera. Un gruppo di amici si ritrova a passare l'...