Utili imprevisti

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Giovedì 2 Maggio

Manny era positivamente certo che tutti gli studenti del corso di Storia dell'arte greca e romana avrebbero passato l'esame con trenta e lode.

Era altrettanto sicuro che lui sarebbe stato l'unica eccezione.

E il motivo di entrambe le constatazioni era seduto accanto al professore, intento ad assisterlo mentre spiegava le slides e che al momento stava scrivendo degli appunti sulla lezione che sicuramente avrebbe poi passato a tutti gli studenti.

Max Sleefing era davvero il ragazzo più incredibile, onesto, giusto, simpatico e alla mano che Manny avesse mai conosciuto, non c'era dubbio al riguardo.

Quindi passava la maggior parte della lezione a fissarlo da lontano cercando di carpire ogni singolo dettaglio, incapace di guardare altrove.

Si sentiva un po' uno stalker, a dire il vero, ma era molto più forte di lui.

E per fortuna era abbastanza invisibile perché nessuno notasse il suo "stalking".

O almeno, così era stato fino a quel giorno.

-Oh, terra chiama. Pensavo fossi qui per studiare, non per fare gli occhi dolci al professore- una voce alla sua sinistra lo fece sobbalzare, e arrossire di scatto. Apparteneva ad una giovane donna molto in forma che andava sui trenta, e fissava Manny con un sorrisino malizioso e divertito.

-Non sto facendo gli occhi dolci al professore!- si affrettò a negare, un po' disgustato all'idea.

-Già, quel castano carino è l'assistente, del professore. Ma è la stessa cosa. Non stai prendendo appunti- gli fece notare la donna, sbirciando oltre la sua spalla il foglio bianco del quaderno, con solo qualche cuore e una bella dose di disegnini romantici.

-Neanche tu prendi appunti, mi pare- Manny rigirò la frittata, sottovoce, ritirando il quaderno.

-Ma io non sono qui per studiare- la donna gli fece un occhiolino.

Manny sbuffò, cercando di concentrarsi sulle parole del professore e ignorare del tutto la questione.

-Dai, ti capisco. Quel tipo è davvero carino- commentò la donna, come a trovare un punto di appoggio.

Manny cercò di non lanciarle un'occhiataccia, e si limitò a un debole -Gerda!- di avvertimento.

La donna ridacchiò tra sé.

E Manny, dopo qualche minuto di totale attenzione verso i vari tipi di colonne, fu nuovamente distratto dalla presenza di Max, che aveva deciso proprio in quel momento di starnutire ed essere adorabile.

E prima che Gerda potesse fargli nuovamente notare che non prendeva più appunti, fu salvato dalla pausa.

Subito gli alunni iniziarono ad alzarsi per uscire a fumare una sigaretta o prendere un caffè.

Manny non fu tra loro. Osservò i minimi appunti presi e iniziò a studiare il libro.

Gerda, accanto a lui, si stiracchiò un po'.

-Non capisco come queste cose ti interessino tanto- commentò, sbadigliando sonoramente.

-L'arte è interessante- si lamentò Manny.

-Anche se forse l'artista ti piace di più, eh- lo punzecchiò Gerda, letteralmente.

Manny non riuscì a trattenersi dall'arrossire ulteriormente.

-Se la lezione ti annoia tanto puoi sempre aspettarmi fuori o andare a prendere un caffè e ti raggiungo quando è finita- provò a proporle, sperando di togliersela dai piedi il tempo di fissare ancora per un'ora e mezza la perfezione di Max Sleefing in pace, senza interferenze.

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