Introduzioni e scommesse

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Giovedì 3 Gennaio

Amabelle non era mai stata una cima a scuola. Aveva superato il liceo per il rotto della cuffia, e sebbene l'11 Gennaio avesse il primo esame del suo primo semestre universitario, aveva passato la notte precedente, e quella prima ancora, in piedi fino a tardi a stilare dei piani tanto dettagliati quanto infattibili per trovare a ognuno dei suoi amici il compagno di vita perfetto. Questo perché, per quanto una pessima alunna, c'era qualcosa in cui Amabelle si applicava con costanza e decisione: fare da matchmaker.

La sua carriera era iniziata alla tenera età di otto anni, quando aveva aiutato la sua migliore amica dell'epoca a mettersi con il bambino che le piaceva. Certo, si erano lasciati dopo tre giorni e subito dopo lui ci aveva provato con Amabelle stessa, ma era piccola allora, era solo all'inizio della sua carriera, che era poi continuata con tanti piccoli consigli ai suoi compagni di classe spesso fallimentari ma con dietro tanto cuore.

Il suo primo vero successo era avvenuto a tredici anni, quando aveva aiutato suo padre a conquistare la sua attuale nuova moglie. Il piano aveva funzionato fin troppo bene, dato che adesso era talmente innamorato che scriveva alla figlia solo occasionalmente, e si vedevano una o due volte l'anno.

Il prezzo del vero amore, dopotutto... o forse no.

Aveva tentato invano di sistemare sua madre con il vicino, il signor Sleefing, il padre vedovo di Denny e Max, ma non aveva ottenuto alcun successo.

Questa volta, però, era decisa più che mai a tener fede ai suoi propositi, a costo di venire bocciata in ogni materia del semestre. Il suo sogno di entrare nel mondo del cinema, dopotutto, era in secondo piano rispetto al rendere il mondo un posto più romantico, e i suoi amici più felici. Era quello il vero scopo della sua vita.

Il risultato delle sue notti in bianco, però, al momento, era solo la presenza di due profonde occhiaie e una consapevolezza dei suoi dintorni quasi inesistente.

Anche se aveva un piano per Clover, piano che avrebbe iniziato a mettere in atto proprio quel giorno, a ora di pranzo.

Sempre che Diego acconsentisse a venire.

Diego Flores, anni 24. Ragazzo simpatico e molto sarcastico. Amabelle lo aveva conosciuto all'inizio del semestre, a Ottobre, alla disperata ricerca dell'aula giusta per la sua primissima lezione. Aveva poi scoperto di aver sbagliato edificio e di aver inavvertitamente preso l'indirizzo di medicina invece del DAMS. Aveva perso la prima lezione, ma aveva guadagnato un amico. E questo era stato un risultato più che soddisfacente.

Prima delle vacanze si era appuntata di aggiungerlo nel gruppo, e dato che era single e un ottimo partito per Clover, la ragazza aveva trovato opportuno affrettare i tempi e farlo integrare il prima possibile.

Per questo, nonostante fossero ancora in vacanza, teoricamente, aveva organizzato una sessione di studio in biblioteca come scusa per parlargli, e grazie al cielo lui era ritornato in città il giorno prima, dato che la sua famiglia abitava poco lontano da lì, a qualche ora di macchina.

Arrivata al luogo dell'appuntamento, Diego l'accolse ridacchiando tra sé.

-Sembri uno zombie, mi hai chiamato per infettarmi con qualche strano virus?- chiese, indietreggiando di un passo e coprendosi il volto con la sciarpa e con fare enfatico.

-Nah, non saresti la mia prima scelta di contagio. Adotterei dei topi, mi farei mordere, e poi li distribuirei in tutta la città, in modo da infettare più persone possibili- spiegò pratica la ragazza, sbadigliando sonoramente.

-Non so se sono più ammirato o inquietato- la squadrò lui, colpito dalla prontezza di riflessi mentali.

-In ogni caso, ho solo dormito molto poco- spiegò lei, stiracchiandosi.

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