Laboratori e abiti da sposa

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Giovedì 6 Giugno

Denny aveva dei rituali ben precisi che compiva prima di un esame, interrogazione o compito. E tali rituali si applicavano anche se doveva presentare un laboratorio, sebbene aggiungesse solo qualche credito alla valutazione finale, e non si considerasse un voto a sé.

Innanzitutto si svegliava sempre alle 6.45. Non si sapeva esattamente il motivo dell'orario così specifico, ma alle 6.45 precise la sveglia suonava e lui si alzava spaccando quasi il secondo.

Poi ogni volta che aveva un compito, un'interrogazione o un esame, mangiava sempre due fette di pane con l'olio. Nulla di più e nulla di meno.

Quando aveva un esame il pomeriggio era un bel guaio, dato che non mangiava altro per tutto il giorno.

Indossava sempre, sia d'inverno che d'estate, il golfino portafortuna che possedeva da quando aveva dodici anni. Era una vera fortuna che Denny avesse praticamente smesso di crescere piuttosto presto, perché, con qualche modifica, gli stava ancora perfettamente.

Infine, a partire da un'ora prima del compito o dell'esame, smetteva di parlare. Non pronunciava neanche una parola, e riprendeva solo ed esclusivamente quando il docente lo interpellava.

La sua concentrazione era fondamentale.

Ma Mathi non lo aveva mai incontrato o visto prima di un esame, quindi Denny stava quasi per rinunciare a quest'ultimo rituale, dato che l'amico iniziava a preoccuparsi per lui.

-Denny, sei tutto rosso. Sicuro di non volerti togliere il golfino? Sono almeno quaranta gradi qui dentro- Mathi gli stava facendo aria con un foglio di carta, distraendo non poco l'amico.

Se avesse preso meno dei tre punti di credito in più promessi dalla professoressa, Denny era già pronto a dare tutte le colpe a lui.

Per fortuna la docente li chiamò prima che Denny rompesse il voto del silenzio autoimposto e spiegasse a Mathi che se era riuscito a fare l'esame di maturità con quel golfino avrebbe potuto fare qualsiasi cosa.

-Il gruppo del signor Sleefing e il signor Yagami- la professoressa fece loro un cenno di raggiungerla in cattedra. Wow, si ricordava chi fossero. Era davvero una brava professoressa.

Ci fu qualche risata nel sentire il cognome di Mathi, alle quali lui rispose con un occhiolino, poi l'atmosfera tornò seria, e Denny porse la chiavetta con il power point come un condannato al patibolo.

-Ottimo, ragazzi. Allora, su quale degli argomenti principali del corso avete preparato il laboratorio?- chiese la professoressa, collegando la chiavetta al computer e trovando subito il file giusto.

-Il macroargomento è il saggio sullo straniero di Schuetz, ma abbiamo fatto collegamenti anche sulla rappresentazione di genere e la vita quotidiana come rappresentazione- Mathi, l'estroverso del gruppo, introdusse in modo molto professionale il laboratorio. La professoressa sembrava davvero sorpresa.

-Vedo che ci sono... 43 pagine di power point, non mi aspettavo tanta diligenza- ammise, controllando il tutto molto velocemente.

-Abbiamo preso in esame alcuni film per spiegare meglio i temi, e le teorie- si affrettò a spiegare Denny, un po' teso -Il numero di pagine non è così indicativo, è tutto molto schematico- temeva davvero che aver fatto molto più di tutti gli altri potesse in qualche modo penalizzarlo.

Mathi sobbalzò. Non si aspettava che parlasse.

-Wow- la professoressa osservò il lavoro per qualche altro secondo, quasi distratta. Denny non avrebbe saputo interpretare quell'espressione rapita -Bene, potete cominciare- li incoraggiò poi, con un grande sorriso, mettendosi in ascolto.

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