Destinazione Roma.

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Destinazione Roma. Si riparte.
Ad un mese e mezzo dall'errore, chiamiamolo così, tra me e Federico é tutto precisamente come prima. Abbiamo dimenticato tutto.

Camilla ha una situazione più complicata.
Giacomo la evita, non vuole più saperne di lei.

'Con te ho già combinato un bel casino, basta così ora' dice.

E lei non riesce a fare a meno di starci male.
Siamo sul treno, io, la mia migliore amica e mia cugina, Beatrice.

Con 'Real Love' nelle orecchie, io una cuffia e Camilla l'altra, penso a tutto ciò che ho.
Tutti vedono la vita come una terribile disgrazia che ti capita. Una serie di eventi tristi. Che ti mandano in depressione. Che ti buttano giù, e non ti rialzi più.
Degli eventi che ti distruggono. Il ragazzo che ti lascia, un 5 di Latino, il tipo che ti piace che non ti degna di uno squardo, o che magari è fidanzato!
Queste sono le cose terribili della vita? Oh no.
Piantatela tutti, basta fare i finti stronzi, i finti acidi, i finti depressi. Tutto solo per apparire.
Basta. Con le frasi tristi, con le foto depresse.
Basta.
Sono i nostri anni migliori.
E voi, voi che vedete tutto nero. Prendete in mano la situazione. Prendete la vostra mente. Capovolgetela e cominciate a vedere il mondo a colori.
Sorrido. Più che posso. Perchè potrei avere chissà quale male terribile, e invece sto benissimo. Perché sono fortunata. Perché sono io.
Carica al massimo, respirando forte e sorridendo da sola. Vedendo i campi, le case, gli alberi e le strade passare veloci accanto a me. Canticchiando e muovendo le gambe a tempo di musica senza farmi notare, sono felice.
Guardo gli altri passeggeri. Tutti i visi arrabbiati. Solo una bambina è
felice. Sta contando i nidi degli uccellini sugli alberi.
Se tutti apprezzassero le piccole cose come i bambini..
Anche una ragazza sembra contenta, sta telefonando.

'Si amore sto arrivando, un'oretta e finalmente ci vediamo'
Capisco tutto. Che dolce.

Poi poso lo sguardo su Beatrice. Dorme. Probabilmente sta sognando Matteo, dal sorriso. È il suo ragazzo da tre anni.

Giro la testa di fianco e vedo Camilla. Il mio sorriso si spegne quando vedo le lacrime scende piano sul suo viso.
Tolgo le cuffie velocemente e le alzo il viso.
La guardo negli occhi. Mi abbraccia fortissimo. Come se le servisse energia e la cercasse da quella stretta.

'Elia?'
'Elia'

Lo sapevo. Non l'ha dimenticato. E se Giacomo era un modo per non pensare a lui, ora non sa che metodo usare.

'Io non posso stare senza di lui'

'Ah si? Beh scrivigli. Ora'

Era talmente forte e autoritario il mio tono che lei sorrise al pensiero di risentirlo e prese subito il telefono.
Compose il numero e decise di telefonargli.

'Pronto Elia'

'Camilla?'

'Si sono io, avevi già cancellato il mio numero? Sai, dopo tutte le promesse, non hai fatto fatica a dimenticarmi. O sbaglio?'

'Sbagli. Sei tu che mi hai dimenticata. Tutti i messaggi e le telefonate? Eh? Mai una risposta. Addirittura mi attaccavi.'

'Non mi hai mai telefonata'

'Che cazzo stai dicendo?'

'Mai Elia'

'Ma vaffanculo'

Toglie il telefono dall'orecchio.

'Ha attaccato. Dice di avermi scritto e telefonato.'

Vibra il cellulare.
Apre il messaggio.
Scoppia in lacrime di gioia. Caccia un urlo e io la zittisco.

'Shh ma cosa fate' si sveglia Beatrice.

'Claa Beaa! Mi aveva scritto! Oddio oddio.
'Camilla mi manchi rispondimi. Ti amo'
'Camilla rispondimi, cosa ti ho fatto?'
'Camilla e le promesse?'
'Camilla per favore'
'Buongiorno piccolina'
20 chiamate senza risposta!'
'Ma... Non li hai ricevuti?'
Si fa subito seria
'No, com'é possibile?'
'Vai a vedere il suo contatto.'
'È tutto normale.'
'Eh no. C'è scritto SBLOCCA CONTATTO'
'Era bloccato! Ma io non l'ho mai bloccato!'
'E allora chi è stato? Io no, lo sai Cami'
'Giacomo..'
'Ma figurati se è stato Giacomo'
'È ovvio che è stato lui. Richiamo Elia, torno subito'

Va nello spazio tra le due carrozze e gli telefona.
Quando torna ha un sorrisone.
Mentre sta per aprir bocca, lo speaker annuncia l'arrivo alla stazione Roma Termini.

Prendiamo le borse e scendiamo. Saliamo in fretta sulla Metropolitana e ci sediamo.
Perché stiamo andando a Roma?

Semplice. Oggi io e il mio amore facciamo 4 mesi insieme.
I nostro genitori ci lasciano andare?

Certo che no. I miei e quelli di Camilla sono in Inghilterra per una settimana, quelli di Bea sono via da un paio di mesi, negli Stati Uniti.
Andrea sa che sto andando a Roma e mi sta aiutando a nascondere tutto.
Mamma e papà non sanno nemmeno di Federico. Non c'è mai stata occasione di presentarglielo.
È partito appena dopo che abbiamo fatto pace.
Arriviamo subito fuori dall'hotel dove alloggia.
Aspettiamo per quasi un'ora prima di veder arrivare un gruppo di ragazzi in tuta in fondo al viale.
Io entro nella reception per non farmi vedere.
Chiedo velocemente le chiavi della sua stanza e, stranamente, me le danno.
Vado di sopra in fretta con l'ascensore.
Le porte si stanno chiudendo e loro sono quasi di fronte a me.
Per fortuna si chiudono prima che mi vedano e io salgo al 4º piano.
Stanza 10, 11, 12, un paio di scalini, 16, 17, 18.
Eccola. Giro le chiavi nella serratura mentre sento le voci sempre piú vicine.

'Fede hai preso le chiavi?' Parla un primo ragazzo.

'Io no te Leo?'

'Nemmeno io' dice un secondo.

Appoggiano la mano sulla maniglia e la porta si apre.

'Cazzo é aperto'

'Chi é entrato?'

'Oddio ho l'Ipod nel cassetto'

'Io ho l'orologio in bagno' dice il mio ragazzo.
Io ero proprio dietro la porta del bagno.
Di corsa vanno a cercare le proprie cose e, Federico, dopo essersi chiuso la porta alle spalle, tira un sospiro di sollievo alla vista dell'orologio raffinato.

'Ehmm-ehm' tossisco.

Si gira di scatto, spaventato.

'Clara!'

Si porta le mani alla bocca e poi mi prende in braccio e mi bacia.

'Buon mesiversario amore, piaciuta la sorpresa?'

'Sei fantastica. Io.. Non so cosa dire! Ti amo ti amo ti amo'

'Fede tutto a posto?' Entra un ragazzo alto.

Ci giriamo di scatto.
Scendo dalle braccia di Federico.

'A postissimo direi Leo.'

'Piacere.. Clara' sorrido imbarazzata.

'Oh ehm..
Ciao sono Leonardo, Leo' mi porge la mano.

Dopo avermi presentato anche Daniele, mi avvisa che loro andavano a vedere la partita.
Roma-Inter.

'Però andiamo già ora, anche se sono le 17.00, entriamo con il pass'

'Ah.. Beh io sto qui allora'

'No amore tu vieni con noi tranquilla, entri con me'

'Si va bene allora, sono contenta'

'Anche io, proprio tanto' mi sorride felice. Che bello vederlo cosí.
Che bello vederlo.

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