Capitolo 20

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Il mattino seguente mi svegliai, ancora mezz'addormentata poiché la scorsa sera avevamo fatto veramente tardi.
Il mio iPhone, ancora con lo schermo rotto, non smetteva di suonare.

"Pronto?." chiesi, con la voce ancora assonnata. "Spero che sia una cosa importante altrimenti ti uccido chiunque tu sia." dissi, passandomi una mano in faccia.

"Oh, allora non mi ucciderai, visto che sono importante." disse Zaccaria ridendo dall'altro capo del telefono, facendomi sospirare. "Mi dispiace di essere andato via così ieri, ma ero già nervoso di mio." mi disse.

"Vuoi parlarne?." chiesi, alzandomi dal letto.

"No, alla fine non è così importante." sentii dire da lui, quasi in un sussurro.

"Se ti rende nervoso è importante, puoi parlarne con me." insistetti, mentre sentii Zaccaria dall'altro capo del telefono.

"Mi è arrivata un'altra lettera dal tribunale." disse, mentre io deglutii rumorosamente. "Ho un altro processo, tra 2 settimane." disse Zaccaria. "Ma non è nulla, prenderò al massimo qualche cazzotto e tornerò a casa da te." disse, sentendo me in silenzio.

"Lo spero." riuscii a dire a stento.

"Ei, non ti lascerò da sola di nuovo, stai tranquilla." disse, per poi essere chiamato da qualcuno. "Devo fare delle foto ora, ci sentiamo dopo?." mi chiese, senza aspettare la mi risposta attaccò, mentre io mi sedetti su una sedia.

Un'altra delle mie paure più grandi: Zaccaria che rifinisce in carcere, come all'età di 17 anni. Fortunatamente doveva scontare solo pochi mesi, però poi sarebbe stato trasferito in una casa-famiglia.
Quel periodo stetti male, davvero tanto, ma avevo mio padre e mia madre che mi consolavano e cercavano di tirarmi su di morale.

Scacciai via quei pensieri, affacciandomi al balcone, vedendo Anas sedeva su una sedia pieghevole.
Appena mi notò mi sorrise, che ricambiai ovviamente.
Ritornai all'interno del mio appartamento, quando il campanello suonò e urlai 'avanti'.

La figura di Sami, con un sorriso a trentadue denti si palesò davanti a me.

"Che succede?." chiesi, vedendo il ragazzo più felice del solito.

"Sono fuori." disse soltanto, mentre io assumevo una faccia confusa. "Sono fuori dallo spaccio." disse, sorridendo con le lacrime agli occhi, mentre io mi portai le mani davanti alla bocca dallo stupore.

Mi buttai tra le sue braccia, ridendo, stringendo il mio migliore amico tra le mie braccia.
Anche lui ne era uscito, la notizia più bella che potessi avere in quel momento.
Mi sentii realizzata, visto che era uno dei miei obbiettivo aiutarlo a tutti costi, infatti ora Sami ne è fuori.
Mancano ancora molte persone a cui tengo ad uscirne ma con il tempo, se loro vorranno, li aiuterò proprio come ho fatto con il ragazzo dalle due righe in testa.

𝗦𝗼𝗹𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝘁𝗲 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora