Capitolo 3

6.1K 123 12
                                    

Corsi fuori dal locale, non avvisando nessuno del mio allontanamento. Era come se mi fosse tornato tutto in mente all'improvviso, come se la mia vita mi passasse davanti.
L'odore di alcol e erba erano diventati all'improvviso insopportabili, cosa che non mi aveva mai toccato minimamente.
Mi sedetti sul marciapiede parallelo al locale, accendendomi una sigaretta.
Uno dei motivi principali per cui me ne fossi andata da Lecco era qui, e doveva collaborare con il mio migliore amico.

Deglutì rumorosamente, portando alla bocca già la seconda sigaretta.
Zaccaria, il mio primo e unico ragazzo. Me ne innamorai quasi subito e lui lo stesso. Ci conosciamo da quando eravamo piccoli ma ci siamo messi insieme solo quando avevamo 16 anni. 1 anno fa, scoprii che mi aveva tradita.
Mi cadette il mondo addosso, letteralmente.
Quindi feci la valigia e mi trasferì nel primo appartamento che costasse poco a Milano, scappando da tutto.

Sentii i miei occhi inumidirsi e iniziai a vedere sfocato, segno che stessi per piangere.
Non ero pronta, né fisicamente né mentalmente.
Era sempre rimasto lo stesso, solo più alto e con dei vestiti nuovi, ma per il resto rimaneva lo stesso Zaccaria di sempre.

Sentii qualcuno chiamarmi, il quale mi fece tornare alla realtà. Quando alzai gli occhi, lo rividi davanti a me, che avanzava rapidamente verso il marciapiede.
Mi alzai di scatto, come se fossi stata colpita da una scossa, intenzionata a rientrare nel locale.
Ma non feci in tempo, visto che mi prese dal braccio, costringendomi a guardarlo negli occhi.

"Possiamo parlare, per favore?." mi chiese, anch'esso con gli occhi lucidi. Mi meravigliai che avesse usato la parola 'per favore' , quasi sconosciuta a lui.

"Non credo che abbiamo qualcosa di cui parlare." dissi, mettendomi subito sulla difensiva.

"Io credo di sì invece, visto che 1 anno fa sei andata via non facendomi spiegare nulla." disse, alzando un po' il tono della voce.

"Cosa dovevi spiegarmi? Quante volte te la sei scopata quella sera!?." dissi, puntandogli l'indice contro.

Mi guardò passandosi le mani tra i capelli, mentre io sbuffai rumorosamente. Si accese una sigaretta e me ne offrì una, che rifiutai. Il silenzio che si era creato era a dir poco assordante.

"Lo so, ho fatto una cazzata. Ma ero ubriaco, avevo appena litigato con mamma e rischiavo di finire di nuovo dentro, non riuscivo più a tenere a bada i pensieri e ho iniziato a bere." disse, tenendo lo sguardo su di me. "Però cazzo tu lo sai che non ti tradirei mai, lo sai che ti amo da impazzire." continuò, avvicinandosi e abbassandosi alla mia altezza.

"Dubito che tu mi abbia mai amata." sussurrai, una volta che si era girato, ma mi sentì comunque.

"No, non te lo permetto." disse, avvicinandosi a me, lasciandomi una faccia stupita. "Dimmi che sono un figlio di puttana, bastardo, stronzo e altre miliardi di cose; ma non dirmi che dubiti che io non ti abbia mai amata Marika, questo no, non puoi farmelo." continuò, guardandomi.

"Ti prego dimmi che non dubiti di questo, per favore." mi disse pregandomi, facendomi trasparire la tristezza nella sua voce.

"Non posso dirti una cosa che non penso, Zaccaria." risposi, vedendo la delusione sul suo volto. "Tu sapevi benissimo che potevi chiamare me, perché sarei corsa fino in capo al mondo per te, ma tu hai scelto di bere e fare quello che hai fatto. Hai scelto la via più facile, per non parlarmi di quello che ti stava accadendo. Anche questo è amore Zaccaria, parlare con la persona che ami dei tuoi problemi, come ho fatto io con te, cosa che tu non hai mai fatto." continuai, facendo cadere una lacrima solitaria sulla mia guancia.

Mi guardò scioccato, tentò di abbracciarmi e glielo lasciai fare, perché alla fine era quello che desideravo da quando l'avevo visto.

"Dammi una seconda chance." mi disse, guardandomi negli occhi. "Non dico che devi prendere una decisione ora, per permettimi di stare al tuo fianco, giorno per giorno fino a quando prenderai la tua decisione." continuò, buttando il viso nell'incavo del mio collo.

Non gli risposi, perché sapevo che aveva capito che gli avrei dato una seconda chance.
Rimanemmo li per non so quanto, in silenzio e abbracciati. In quel momento mi sentii così tranquilla, una tranquillità che riuscivo ad avere solo quando avevo lui accanto.

𝗦𝗼𝗹𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝘁𝗲 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora