Lo vogliamo entrambe

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È arrivato venerdì,
Devo vedermi con Zulema per studiare ma non l'ho nemmeno detto alle mie coinquiline, già immagino che impazzirebbero e che farebbero battutine a non finire, quindi
meglio evitare per ora.
Dopo una doccia lunga inizio a guardare il mio armadio per decidere cosa indossare, sono molto confusa, non so se andare vestita un po' elegante, casual, o con semplice maglietta e jeans.
Alla fine scelgo una maglia corta e dei Jeans a vita alta contornando il tutto con un tocco di mascara sugli occhi.
Guardo l'orario e sento una strana pressione addosso, mi spaventano sempre le nuove esperienze, quindi mi guardo un po' allo specchio per darmi "coraggio" per poi prendere le chiavi e andare in auto.

Guido più veloce del solito, sarà che non voglio fare ritardo, o sarà quel lieve e costante nervosismo, ma svoltando qualche vicolo trovo finalmente casa sua, beh, impossibile dimenticarsi di una casa così.
Scendo dall'auto e sistemo un attimo i capelli, per poi arrivare davanti la porta. Resto un attimo ferma lì davanti per farmi forza, ma non c'è bisogno nemmeno di suonare che mi si apre di scatto la porta.
"Maca, vedi che c'è il campanello" dice una voce con tono irritante mentre sorride.
"lo- lo so"
La donna mi guida sulle scale mentre mi soffermo a rivedere questa splendida casa per la seconda volta, quadri, oggetti, pareti... È tutto perfetto.
"Entra" mi fa segno in quella che probabilmente è la sua camera.

Poggio le mie cose guardandomi intorno, come ad orientarmi, e la donna si siede in modo scomposto sulla sua sedia girevole.
"Quindi? Qual'è il problema"
Mi siedo prendendo i libri dal mio zaino e aprendo uno di questi, sfogliando le pagine.
"Non riesco a capirci nulla, davvero"
Da una rapida occhiata al mio libro, sugli argomenti che devo studiare e intanto prendo il mio quaderno, pronta a scrivere qualche appunto, fin quando la donna mi blocca.
"Non ce n'è bisogno"
La guardo male e la vedo alzarsi dalla sedia.
"Ora spiego, ogni dubbio o domanda me la farai quando finisco di parlare, claro?"
Faccio un cenno di consenso e un po' confusa ma al contempo curiosa inizio ad ascoltarla.
La donna si alza in piedi e cammina per la stanza, avanti e indietro come se fosse un avvocato in aula. Parla gesticolando, con il giusto tono di voce e mantendendo il contatto visivo con me. È una sensazione così stranamente piacevole, mi sembra tutto così chiaro e risulta tutto così semplice, infatti riesco a seguirla attentamente, senza aver bisogno di fare i miei soliti schemi scritti. Non me lo aspettavo, affatto.
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"Tutto chiaro?"
Chiede la donna sedendosi nuovamente.
"Si" sorrido un po' e lei fa lo stesso.
"Bene" continua a guardarmi e per qualche secondo ci abbiocchiamo a vicenda, ma sento che questo contatto visivo mi sta mettendo pressione, infatti come al solito mi svincolo dalla cosa.
"Grazie mille per tutto, vado a prendere le mie cose"
Mi dirigo verso il letto per prendere la mia borsa e la giacca, visto che è ora di andare.

Sento improvvisamente un corpo dietro di me e quasi sussulto, realizzando appena dopo che è Zulema, ovviamente.
"Ti ho aiutata a studiare, credo sia buona educazione una ricompensa" sorride furba e mi giro di scatto verso di lei.
Certo, non dovrebbe chiedermelo così, ma non è nella mia morale avere debiti e sopratutto con lei.
Quindi apro la borsa e prendo il mio portafogli:
"Quanto vuoi?"
La donna mi guarda sorpresa e alzo un sopracciglio:
"Che fai? Mi vuoi pagare?"
Inizia a ridere mettendomi in imbarazzo mentre la guardo confusa:
"Mi hai appena de-"

Si avvicina di più al mio corpo e sento un'assurda tensione, sopratutto quando la sua mano inizia a spostarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio:
"Non voglio soldi..." sento le nocche della sua mano accarezzare leggermente la mia guancia e resto immobile, deglutendo.
Nemmeno il tempo di poter replicare che sento le sue labbra sul mio collo, sussulto presa da ansia, stupore... Un po' da tutto.

Poso le mani sulla sua spalla e la faccio staccare quasi velocemente:"Zulema..."
"Mh?"
"Che fai? Non posso"
"È solo una cosa veloce"
Si avvicina nuovamente e riprende a parlarmi con un tono più profondo:"Tanto sai che lo vogliamo entrambe... lasciati andare"

Ci guardiamo soltanto, uno sguardo così intenso, una situazione così strana che mi passa quasi per la mente di accettare, nonostante io abbia mille motivi per non farlo.
"A me piacciono gli uomini" confesso
"Mm ok... anche a me" afferma lei e scoppiamo a ridere guardandoci un'altro po', per un momento mi è sembrata quasi dolce e come se non me ne fossi accorta, mi ritrovo seduta sul letto con una mano sul mio collo e con le sue labbra umide sullo stesso.

Sento dei brividi lungo tutto il corpo e mi fa strano ammettere a me stessa che tutto ciò, seppur poco, mi sta piacendo, infatti mi dispiace quasi interromperla in questo momento, ma devo farlo,
deve saperlo:"Zu-Zulema"
"Mh?"
Rimango un attimo in silenzio, mi metterà profondamente in soggezione questa cosa, sopratutto dirlo a lei:
"È la mia prima volta"
"Con una donna?" continua a percorrere il mio collo con le labbra senza dare troppa importanza alle mie parole.
"No, in assoluto"
Si stacca da me cambiando completamente espressione e sedendosi un po' distante.
"Davvero, Maca?"
"... Si" affermo un po' imbarazzata guardando il pavimento e lei fa lo stesso, passandosi una mano sui capelli.
Non perde molto tempo a riflettere o contemplare che
si alza e aggiunge soltanto a tono basso:"entonces... Ci vediamo a scuola"
La guardo accigliata, ora che il mio cuore batte all'impazzata preso dall'emozione.

"Perché?" le chiedo con un filo di voce
"Beh non vai a casa?"
La guardo ancora più confusa:
"Perché ti sei fermata?"
Sbuffa una risata che mi irrita:"Vuoi davvero perderla con me, biondina?"
La guardo e non so cosa risponderle.
"Io non posso darti amore e tutto ciò che viene dopo" afferma fredda e la mia testa si riempie di pensieri...
Come mi è potuto saltare in mente? Come ho potuto pensare anche solo per un attimo di-
Sto perdendo completamente la testa.

"Hai ragione, io vado" dico abbastanza fredda e prendendo tutte le mie cose cercando di non guardarla in faccia mentre adesso è lei ad essere confusa, infatti mi chiama con tono un po' insicuro:"Maca"
Esco dalla porta fingendo di non averla sentita per poi uscire di casa.

Non so cosa mi è preso, mi ha semplicemente messa in guardia, eppure mi sento così stupida ad aver pensato anche solo per un attimo, di lasciarmi andare a lei così, in questo modo.

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