Il giorno dopo, mi sveglio al suono di gocce fredde che picchiano dolcemente sul viso. Apro gli occhi lentamente, cercando di abituarmi alla luce che filtra tra le tende sdrucite. Mi giro verso l'alto e vedo una piccola perdita nel soffitto. Le gocce cadono una dopo l'altra con un ritmo costante, formando una pozza sul pavimento di legno, ormai consumato dal tempo e dall'umidità.
Mi sollevo dal divano, dove ho passato la notte, e mi stiracchio, sentendo ogni muscolo che si risveglia insieme a me. Lo spazio intorno a me è avvolto in una calma surreale, sospeso tra il sonno e la veglia. Guardo John B e JJ, entrambi profondamente addormentati, l'uno sopra l'altro sul vecchio divano dall'altra parte della stanza. Il loro respiro è lento e regolare, come un sottofondo tranquillo, che mi fa sorridere senza volerlo.
"Ragazzi, svegliatevi," dico, con tono deciso ma affettuoso, cercando di scuoterli dal loro torpore. "C'è una perdita dal soffitto, andate a prendere un secchio."
Non appena finisco la frase, le gocce diventano più veloci, quasi un piccolo diluvio che inizia a inondare il pavimento. JJ si gira, con gli occhi ancora socchiusi, visibilmente assonnato. "Hai detto che volevi un secchio, giusto?" chiede, mentre, con una mano, tiene il secchio e con l'altra si stropiccia gli occhi, incastrato com'è tra il sonno e la veglia.
Passiamo i successivi dieci minuti cercando di arginare il danno, ma ogni tentativo sembra solo peggiorare la situazione. L'acqua continua a cadere implacabile, mentre ci avviciniamo alla battaglia contro il tempo e l'usura. Alla fine, esausti ma almeno un po' svegli, usciamo fuori per respirare l'aria fresca del mattino. John B, ormai completamente sveglio, è già fuori, probabilmente riflettendo su come risolvere i danni. Quando lo raggiungo, mi accorgo subito che la tempesta ha devastato l'isola. Il paesaggio è cambiato: alberi abbattuti, detriti sparsi ovunque, e il mare che continua a rugghire in lontananza come una bestia inferocita.
"Cavolo, Agatha se n'è andata in pensione, eh?" dico, osservando i segni lasciati dalla tempesta. Agatha è il nome che abbiamo dato all'uragano, come se fosse una vecchia amica che ci veniva a trovare di tanto in tanto, ma stavolta l'abbiamo davvero sottovalutata.
"Puoi dirlo forte," risponde John B, scuotendo la testa con un misto di preoccupazione e accettazione. Ha il modo di vedere sempre il lato pratico delle cose, anche nelle situazioni più difficili. Non è il tipo da lamentarsi, ma dentro so che sta già pensando a come rimediare.
Mentre rifletto sul lavoro che ci aspetta, sento dei passi dietro di me. Mi giro e vedo JJ, già in giro senza maglietta e con una birra in mano, un sorriso strafottente che gli increspa le labbra, come se avesse appena vinto una battaglia.
"Hey, hey, guardami bene, Sol. Pura perfezione, vero?" dice, ostentando il suo fisico abbronzato e muscoloso, consapevole dell'effetto che fa. JJ è il tipo che ama farsi notare, sempre pronto a fare una battuta, a mettere in scena il suo charme, anche quando non c'è proprio bisogno. Ma è anche quello che sa farti ridere quando tutto intorno sembra crollare.
Lo guardo con un sopracciglio alzato, facendo finta di essere infastidita. "Avanti, non te la prendere. Lo sai che mi piace quando mi guardi," mi sussurra all'orecchio, avvicinandosi un po' troppo, con quell'aria di chi sa di aver vinto anche questa volta.
Tra noi c'è sempre stata questa strana tensione, un gioco di provocazioni che nessuno dei due ha mai avuto il coraggio di interrompere. Mi piace quando mi provoca, anche se non lo ammetterei mai. Troppo orgogliosa per dire a voce alta quanto mi faccia sentire viva.
"Avanti, finiscila, JJ," gli dico, cercando di sembrare seria, ma senza riuscire a nascondere un sorriso che tradisce la mia reticenza.
"Dovrei smettere, eh? Beh, credo proprio di no," risponde con il suo sorriso da furbo, e prima che io possa ribattere, mi prende in spalla, sollevandomi con una facilità che mi fa sentire leggera come una piuma.
"Che stai facendo? JJ, basta, dai. JJ!" urlo tra le risate e le proteste, ma lui fa finta di non sentire, con quell'espressione indimenticabile che sa di vittoria.
"Scusa, cosa dicevi? Non ti sento!" risponde con un tono innocente, ma la sua risata è tutto tranne che innocente. Senza pensarci due volte, si avvicina al mare e mi butta nell'acqua gelida.
L'acqua è un colpo al cuore, un contrasto stridente con il calore del sole che comincia a scaldarci. Mi immergo con una sensazione di shock, ma è impossibile non ridere mentre sputacchio acqua e cerco di riemergere. Vedo JJ che si tuffa subito dopo, e prima che possa arrivare alla superficie, lo afferro per le spalle e lo spingo giù, ridendo ancora mentre lo faccio.
Quando riemerge, mi afferra per i fianchi e mi tira verso di sé. I nostri volti sono a pochi centimetri di distanza, e in quell'attimo, il mondo sembra rallentare. "Te lo sei meritato, JJ," gli dico, guardandolo dritto negli occhi. Il cuore mi batte forte, ma non so se è per il gioco o per qualcos'altro che si nasconde tra noi.
"Ok, ok, me lo sono meritato," ammette, ma il suo sguardo dice altro, qualcosa di più, che non riesco a decifrare. Alterna lo sguardo tra i miei occhi e le mie labbra, e per un istante, tutto intorno a noi sembra fermarsi.
Proprio in quel momento, sentiamo la voce di John B che ci richiama dalla riva. Mi allontano in fretta, nuotando verso di lui, lasciando JJ indietro.
"Che cavolo fate voi due alle 9 di mattina in acqua?" chiede John B, con una nota divertita nella voce. Lui è sempre stato il più razionale del gruppo, ma non può fare a meno di ridere di noi.
"Nulla, solo JJ che fa il solito disastro al mattino," rispondo con un sorriso, mentre JJ esce dall'acqua, scrollando le gocce come un cane bagnato.
John B ride, scuotendo la testa. "Ok, ragazzi, penso che dovremmo prendere la barca e andare a pesca. La tempesta avrà spinto tutti i granchi alle paludi," dice, già pronto a partire per la prossima avventura.
Mentre ci prepariamo, l'adrenalina continua a scorrere nelle vene. L'uragano ha scosso l'isola, ma per noi è solo un altro giorno nelle Outer Banks, dove l'avventura è dietro ogni angolo e la libertà si trova nel cuore delle onde dell'oceano.
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OUTER love - JJ Maybank
FanfictionNelle Outer Banks della Carolina del Nord, i Pogues, un gruppo di adolescenti che vivono nella parte povera e selvaggia dell'isola, affrontano la vita ai margini della legalità. Soleil Devis, Pogue da sempre, si ritrova a fare i conti con i sentimen...