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"Io mi chiamo fuori," dice John B, mentre tutti ci giriamo verso di lui, in un silenzio carico di tensione. Siamo di nuovo allo Shato di John B, il luogo che ci ha visto riunirci più e più volte nei momenti di crisi. La luce del mattino filtra attraverso le finestre, ma non sembra riuscire a scacciare la pesante atmosfera che aleggia nella stanza.

"Peterkin dice che se sto lontano dalla palude per un po', mi aiuterà a trovare un lavoro migliore. Un lavoro che mi permetterà di guardare un po' più avanti," aggiunge John B, il volto teso e determinato.

"E tu le credi?" chiede JJ, un tono scettico nella voce. I suoi occhi brillano di una frustrazione appena celata. "Sai come sono le cose da queste parti. Le promesse di Peterkin non sono esattamente il massimo della concretezza."

"Certo che ci credo," ribatte John B, con una nota di alterazione crescente. "Se sto lontano dalla palude per qualche giorno, lei mi darà una mano. Non sto cercando il paradiso, solo un'opportunità di migliorare."

JJ non sembra convinto. "Beh, di sicuro non mi ha aiutato il fatto che tu abbia sparato ieri sera," dice, riferendosi a me. "Mi dispiace, ma quella pistola ci ha messo in un mare di guai."

John B sbuffa e lo fissa con una miscela di frustrazione e rassegnazione. "Cos'altro avrebbe dovuto fare? Lasciarci affogare, lasciarci sottomettere? E poi Topper non mi stava affogando," risponde, tentando di minimizzare la situazione.

"Oh, certo, quelle sono cazzate e lo sai benissimo," dice JJ, la voce che cresce in intensità. "Topper stava cercando di farti del male, e se non avessimo fatto nulla, ti avrebbe ucciso. Non c'era altra scelta."

"Va bene, ma questo non cambia niente," ribatte John B, il suo tono che tradisce una certa disperazione. "Quella pistola ci ha messo in un sacco di guai. È stato un errore, e lo sai."

"Quanto sei melodrammatico," gli risponde JJ, il suo tono frustrato, ma allo stesso tempo stanco. Sembra che sia arrivato al limite della sua pazienza, ma decide di lasciar correre per questa volta. "Dai, ieri sera è stata una serata strana per tutti. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare."

Le parole di JJ sembrano placare momentaneamente la situazione, e un silenzio pesante cala su di noi, rotto solo dal rumore distante delle onde che si infrangono contro la riva.

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Più tardi, io, John B e JJ siamo in barca, il vento che ci accarezza mentre navighiamo verso il largo. JJ, sempre con quella sua energia contagiosa, ha ripreso il discorso che ormai sembra essere diventato il suo argomento preferito.

"Sto solo dicendo che non capisco perché non ci provi con Kiara. È ovvio che le piaci," dice JJ, il suo tono appassionato mentre cerca di convincere John B. "Guardala, è evidente che c'è qualcosa tra di voi. Va in ansia ogni volta che fai qualcosa e poi, diciamolo, vi siete baciati!"

"Quello non era un bacio, JJ," replica John B, il suo volto che si tinge di un rosso imbarazzato. "Era... era una situazione confusa. Non era niente di che."

"E allora? Ma chi se ne frega," risponde JJ, alzando le mani in un gesto di esasperazione. "Te lo leggo in faccia che ti piace. Arrossisci ogni volta che si parla di lei."

"Arrossisco?" domanda John B, sollevando un sopracciglio, cercando di mascherare il suo disagio.

"Sì, arrossisci!" dicono in coro io e JJ, mentre entrambi ci scambiamo uno sguardo complice.

"Ragazzi, basta, smettetela," dice John B, cercando di riportare la conversazione su un piano più serio. "Anche se fosse, niente storie tra Pogue. Sono le regole, e lo sapete."

Io e JJ ci scambiamo uno sguardo significativo. Nonostante le regole, non possiamo ignorare i sentimenti che stanno emergendo. Ma proprio mentre stavamo per continuare la discussione, JJ si avvicina a me, il suo volto che si fa più serio.

"Dobbiamo parlare noi due," mi sussurra, il suo tono grave. "Ci vediamo alle 17:00 a casa mia."

John B, che ha sentito il nostro scambio, ci guarda con curiosità ma decide di non intervenire. JJ mi saluta con un cenno del capo e si allontana, lasciandomi con un misto di curiosità e apprensione.

Mi volto verso John B, che sta rimuginando sulle parole di JJ. "Cosa c'è che non va?" chiede, il suo volto segnato dalla preoccupazione.

"Niente di che," rispondo, cercando di mascherare l'agitazione. "Solo una cosa da sistemare. Magari parleremo dopo."

"Va bene," dice John B, accettando la mia risposta con un'alzata di spalle. "Ma ricorda, dobbiamo essere uniti in questo. È l'unico modo per affrontare tutto quello che ci sta succedendo."

Mentre la barca scivola silenziosamente sull'acqua, rifletto sulle parole di JJ e sul nostro incontro previsto. La tensione è palpabile, e l'ignoto ci aspetta, ma spero che, in qualche modo, riusciremo a trovare una via d'uscita da tutto questo caos.

OUTER love - JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora