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La mattina seguente, molto presto, un sussurro mi sveglia. "Sol," dice JJ, cercando di non farmi risvegliare bruscamente. "SOLL!" aggiunge con un tono leggermente più deciso. Mi stropiccio gli occhi e guardo l'orologio. "Che cavolo di ore sono?" chiedo ancora mezza addormentata.

"Le cinque," risponde lui con voce sommessa. "E si può sapere perché mi svegli a quest'ora?"

"Vieni," dice lui, la sua voce ora più energica. "Dove?" chiedo, ancora confusa.

"Smettila di fare domande e vieni e basta," insiste JJ, con un sorriso complice. Senza darmi il tempo di replicare, mi prende in braccio e mi porta fuori.

Rido sotto i baffi mentre guardo Noah, che dorme profondamente accanto a me, circondato da cuscini. "Dai, lasciami dormire, JJ," protesto, ma lui alza gli occhi al cielo.

"Quando sei diventata così difficile? Mi costringi ad usare le maniere forti," dice, continuando a portarmi fuori.

"Guarda," dice, posandomi delicatamente sulla sabbia. Alzo gli occhi e vedo il mare calmo e le prime luci dell'alba che iniziano a tingere il cielo di sfumature rosa e arancioni. "Wow," dico, ammirando la bellezza del panorama. "È... è bellissimo."

"E allora andiamo in spiaggia!" esclama JJ con un sorriso radioso, indicando la spiaggia davanti alla casa.

"E Noah?" chiedo, preoccupata.

"Noah sta dormendo profondamente e non si sveglierà così presto, quindi," dice prendendomi per mano, "abbiamo tutto il tempo del mondo." Mi trascina con sé verso la spiaggia.

Una volta lì, JJ inizia a correre come un ragazzino impazzito, ridendo e lanciandosi nella sabbia bagnata. "Non osare!" gli dico, mentre afferro anch'io della sabbia e lo inseguo. Sembravamo due bambini mentre ci rincorrevamo e ci lanciavamo sabbia addosso, le risate che riempiono l'aria frizzante del mattino.

L'aria fresca della spiaggia accarezza la mia pelle mentre corro e JJ mi raggiunge, afferrandomi per un braccio e spingendomi delicatamente contro di lui. I nostri respiri sono affannosi e i nostri volti sono molto vicini. JJ mi sfiora le labbra, pulendomi delicatamente la sabbia che si era posata su di esse, e poi mi bacia con dolcezza.

Dopo il bacio, JJ si ferma e inizia ad accarezzarmi i capelli. "Lo sai che ti amo?" dice, e io non posso fare a meno di sorridere. Gli restituisco il bacio, continuando a esprimere quanto lo amo. "Ti amo anche io," rispondo con sincerità.

Poi, un lamento ci fa voltare verso il portico della casa. Un piccolo Noah, appena sveglio e con solo il pannolino addosso, si affaccia con i suoi boccoli biondi disordinati. JJ corre da lui e lo prende in braccio.

"Noah, attacca la mamma!" dice JJ, raccogliendo un po' di sabbia e passando il tutto al bimbo. Noah, con un sorriso malizioso, mi lancia della sabbia addosso. "Oh, avanti! Non vale, siete due contro una," dico, ridendo e tentando di difendermi.

"Meglio se scappi," mi avverte JJ con un sorriso complice. Noah ride di gusto mentre mi rincorre. Ricominciamo a correre, ma dopo poco mi fermo, esausta. Mi lascio cadere sulla sabbia e i miei due ragazzi mi raggiungono in un batter d'occhio.

"Ti arrendi?" chiede JJ, ridendo.

"Sì, sì, mi arrendo," esclamo, alzando le mani al cielo in segno di resa. JJ si siede sulla sabbia davanti a me, e Noah, divertito, fa per avvicinarsi. Ma improvvisamente mi lancia un'altra manciata di sabbia in faccia. JJ scoppia a ridere, e io lo rimprovero con un sorriso: "Come osi!" Poi prendo Noah e comincio a fargli il solletico. "Così ti impari, piccolo monello," dico mentre il bimbo ride in modo contagioso.

OUTER love - JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora