Quando io e Alyas eravamo amiche passavo la maggior parte del tempo a casa sua per evitare i litigi dei miei, che vanno avanti da anni.
Ora invece sto sul muretto della piazza a studiare.
Prima chiacchieravamo e facevamo i compiti, a volte stavo lì a cena e a dormire, ci guardavamo un film e mi sembrava di stare in paradiso.
Adesso rientro a mezzanotte sperando che i miei si siano zittiti.
Mi scosto i capelli dalla fronte, rannicchiandomi di più e stringendo le pagine dei "Promessi Sposi" da studiare.
Il muretto in piazza non è il posto più comodo del mondo, ma è solitario e intimo. Non ci passa quasi mai nessuno sugli autobloccanti grigi che compongono il pavimento. Al centro della piazza c'è una specie di fontana che funziona solo durante la festa del patrono.
- Guarda chi si vede. La sfigata. - il ragazzo nuovo si siede accanto a me. Chissà come avrà scoperto che vengo qui. Mi avrà pedinato?
- Cosa vuoi?
- Sapere cosa significa secchiona.
- È una persona che nonostante non abbia studiato e non si sia impegnata raggiunge comunque i risultati. - spiego.
- Bene. - mi porge la mano. - Sono Liam.
- Cezanne.
- Come il pittore cubista?
Mi premo il pollice e l'indice sulla parte alta del naso. - Cezanne era post-impressionista non cubista. Aveva alcune caratteristiche del cubismo ma non era cubista.
- Okay. In arte devi proprio spaccare. A cosa si riferiva la prof. di arte oggi quando ti ha detto che potevi vincere?
- Ci hai spiate?
- Più che altro ho letto il labiale.
Forse non è così antipatico.
- L'altro anno abbiamo partecipato ad un concorso, e io ho passato le selezioni.
- Okay. Oggi pomeriggio che hai fatto?
- Sei uno stalker, per caso? - mi volto verso di lui.
Sorride. - No. Sono solo il novellino, ho bisogno di capire come funziona qui.
- Allora va' dai popolari. Io non c'entro nulla.
- La tua amica Alyas fa parte di quelli?
- Alyas non è mia amica.
- La tua acerrima nemica, allora.
Mi sbagliavo. È ficcanaso e pure antipatico.
- Nemmeno. Ci ignoriamo a vicenda.
- Avete litigato.
- Non sono affari tuoi.
- Okay. Allora dimmi qualcosa di te.
- Devi propria stare qui a rompermi le scatole? Starei studiando.
- Perché lo fai? A cosa ti serve sapere cosa ha fatto Lucia Mondella nel 1600 nella vita reale?
- Non mi fa passare per idiota.
- E poi? A scuola non ti insegnano come vivere. Ti obbligano a ficcarti in testa milioni di cose inutili.
- Queste cose inutili ti fanno capire cosa ti piace. Se non provi a cercare quello che ti interessa davvero... non capirai mai per cosa sei fatto. La scuola ti fa provare cose nuove in diversi campi.
- E se uno sapesse già cosa fare?
- È una conoscenza importante che si conserva negli anni.
- Ma non serve...
- Se la pensi così dovresti andare dal Presidente della Repubblica e protestare. Io non posso fare niente. - mi stava davvero snervando.
- Stai calma.
- Io sono calma.
Liam si guarda intorno. - Non hai amici.
- I miei amici sono fuori paese e ora staranno studiando come ora dovrei fare io.
- Ma non fai altro nella vita?
Sbuffo. - Cosa dovrei fare?
- Divertirti. Uscire con gli amici. Conoscere persone. Stare con qualcuno.
- Tipo te?
- Non sono un ragazzo che ci prova con una come te.
- Hai aspettative più alte?
- No. Tu rompi troppo le palle.
- Grazie. Ti piacciono le ragazze semplici che cadono morte ai tuoi piedi. Allora hai sbagliato porta. Da Alyas e il suo gruppo ne troverai a palate. Scusami, ma ora devo andare. - afferro le mie cose e me ne vado.
Tornando a casa incontro Dario e Chiara seduti al parchetto.
- Tu prendere l'autobus mai, eh? - mi saluta lei.
- Preferisco fare due passi a piedi. - alzo le spalle accomodandomi accanto a loro. - Come va?
- Bene. È da un po' che non ci sentiamo. Sei scomparsa.
- Ho avuto vari problemi.
- Con Alyas. - intuisce Dario.
- Già.
- A Parigi, vero?
- Esatto. Notizie di Taylor? - domando poi.
- No. Ho provato a scriverle durante questi due anni di assenza, ma non ha mai risposto. - Chiara abbassa lo sguardo. Taylor è la ragazza che l'ha sempre difesa dei bulli, si conoscono da anni. Che ricordi le si vedeva sempre insieme, a fare i compiti, a giocare, ad andare a fare pattinaggio.
Rimaniamo in silenzio.
- Ragazzi, devo correre. - mi alzo di scatto dopo aver controllato il cellulare. - Ciao.
Entro in casa di corsa. I miei stanno urlando nella loro stanza.
- Io ho sbagliato?! Di chi è stata l'idea di trasferirci qua?! - urla papà.
- Era per cambiare aria, per rimettere in piedi la nostra relazione! - ribatte mia madre.
- Siamo a un punto morto!
- Sei tu che hai fatto crollare tutto!
- Senti un po' chi parla! Sei tu che quel giorno hai portato Lucia al centro commerciale!
Io alzo la testa. Mamma e papà rimangono in silenzio. L'argomento Lucia è un tabù. Io mi chiudo in camera. Almeno non gridano più. Mi raccolgo sulle coperte. Mi manca Alyas. Almeno da lei c'era tranquillità.
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Voglio vedere come va a finire
Teen FictionA sedici anni la tua vita sembra un disastro cosmico, e di solito arriva un bel ragazzo a sistemare tutto e a farti felice. Ma Cezanne è certa che nessuno possa riordinare e rimettere a posto tutti i tasselli della sua vita, nemmeno Liam, il nuovo...