XXVIII

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Arrivo a casa di Luca in anticipo.

Sono distrutta. Il mio cervello è fuso, dopo ore di compiti, interrogazioni e verifiche.

- Ciao. - Luca mi apre la porta. - Cos'hai fatto, oggi? Uno zombie ha più vitalità.

- Lascia perdere. - mi passo le mani sugli occhi.

Il campanello suona ancora. Liam.

- Ciao. - dà un cinque all'amico e poi viene verso di me per darmi un bacio sulla guancia.

- Ciao. - mi stringo a lui.

- Ho un'alga al posto di una ragazza. - commenta.

- Idiota. - gli do una manata sul braccio.

Lui fa per ribattere, ma viene fermato da Luca.

- Di là ci sono le pizze. - indica la cucina.

Inconsciamente iniziamo tutti e tre ad andare verso essa.

- Quasi quasi ti faccio un caffè, Cez. Non hai una bella cera. - continua.

- La volete finire di commentare il mio aspetto?

- Non prendertela. Ormai lui vede solo la sua bella Sonia, e non è più abituato ad avere a che fare con i comuni mortali come noi. - sorridiamo.

- Non è vero. E poi non puoi confrontare Sonia con Cezanne.

- E perché? Sono proprio curiosa. - afferro un cartone. Con la scamorza. - Tieni Willy. Questa è per te. - vado a vederne un altro. Margherita.

- Non sto dicendo che tu non sia carina. Avete due bellezze diverse. Lei è comunque più matura di te, più grande.

- Be', il tempo di crescita degli attributi delle ragazze dura fino ai diciotto anni, magari in due anni miglioro.

Lui avvampa. - Non in quel senso! Intendevo dire...

Liam ridacchia dietro di noi mentre andiamo in camera di Luca.

- Lasciate perdere, è impossibile parlare con voi.

- No, vai avanti col discorso, 'mo voglio sentire. - mi fermo davanti a lui. Sono molto più bassa e minuta.

- Volevo dire che a ventidue anni sei una donna, a sedici una ragazzina. Non ti sto facendo colpa di nulla, è così.

- Bene. Vedremo quando avrò ventidue anni se sarò in grado di competere con lei. - mi siedo sul suo letto dalle lenzuola blu scuro.

- Come vuoi.

Ci togliamo le scarpe e ci mettiamo tutti sul materasso.

- Ma, - inizia Liam. - se si posiziona una...

- Niente fisica per favore. - lo fermo. Quel pomeriggio ci ho messo mezz'ora solo per capire un esercizio di fisica, e un'altra per risolverlo.

- Uff. - mette da parte la sua pizza, ormai finita, e mi circonda con le sue braccia.

Lo guardo stranita aggrottando la fronte.

In risposta scuote la testa.

- Sapete che siete proprio carini? - commenta Luca. - Non so, ma state bene insieme. Uno compensa l'altro.

- Se intendi con l'altezza puoi risparmiarti le battute.

- Non intendevo proprio in quel senso però va bene.

Voglio vedere come va a finireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora