XXII

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Il cinque di matematica di oggi mi ha distrutto. Devo dire che i sistemi non lineari non mi piacciono per niente.

Come se non bastasse, oggi diluvia. La pioggia scende fortissima, si schianta lungo la strada, sui marciapiedi, sui tetti e sulle grondaie con una forza impressionante.

Non mi piace questa giornata. Vorrei solo correre a casa, anche a costo di rivedere la mamma.

Però c'è la verifica di storia dell'arte e la versione di latino.

Sto cominciando a detestare seriamente la mia vita.

Liam è sempre con i suoi amici e non riesco a parlargli neanche per un secondo.

Peggio di così non potrebbe andare.

Invece mi sbaglio.

La prof. di fisica ha avuto la brillante idea di farci fare degli esperimenti, tipo far stare in piedi due forchette incastrate tra loro su uno stuzzicadenti, e spiegare poi alla classe secondo quali leggi delle fisica potessero stare così.

Data la quantità di fortuna che mi è data oggi, finisco con Lorenzo, il bullo della scuola di turno dalle elementari. Non mi ha mai preso di mira perché ero amica di Alyas, per cui ha un debole. Ora non ho idea di cosa potrebbe farmi.

Liam mi lancia un'occhiata. Lui è con Lula. Baciato dalla fortuna, visto che lei è un asso in tutte le materie scientifiche.

- Cos'è, ti manca il tuo amore? - si siede di fianco a me sbattendosi sulla sedia. - Per lui non sei nulla, puttanella.

Respingo la rabbia e l'umiliazione in fondo allo stomaco e comincio a picchiettare le unghie sul banco. Come speravo, la prof. si volta subito verso di noi avvicinandosi. Odia i ticchettii, le danno fastidio.

- Conoscendolo ha talmente tante amanti da non poterle contare. Dietro quelle gentilezze ti tradisce di certo. Forse con qualcuno di più bello. Non prendertela, ma tu fai abbastanza pena. Non gli interessi davvero. Una stronzetta come te, figuriamoci... - allunga una mano verso di me.

- Almeno per oggi ha finito con le oscenità? - l'insegnante spunta dietro di noi. - Davvero bravo a intimorire, ma ha scelto il momento sbagliato. Dalla preside. Sarà lei a dover spiegare quello che è successo.

Si alza guardandomi in cagnesco. Non credo di aver mai intimorito così tanto una persona.

- Lei può riuscire da sola nel compito? - si rivolge a me.

- Certamente.

Sono decisamente soddisfatta di me stessa. Ho calcolato la mossa così in fretta da non essermene accorta. Sento gli sguardi dei miei compagni su di me per tutta la lezione, chiedendosi come avevo fatto. In realtà non lo so nemmeno io. Non volevo essere presa in giro, tutto qui. Ho reagito ad una provocazione. Non nei modi abituali rispondendo per le rime, ma è lo stesso. Dovrei smetterla di vantarmi. La mia stima nei miei confronti sta aumentando troppo e troppo in fretta.


Ha finalmente finito di piovere e il pomeriggio esco con Liam. Facciamo il giro della città tenendoci per mano, più per tenerci caldo che per il fatto che stiamo insieme.

- Forse tu non sapevi che mia zia è appena diventata mamma. - mette giù dopo che siamo usciti da un negozio per riscaldarci.

- No. Non hai mai accennato ad una nuova cugina. Ma mica tuo zio è vecchio...?

- Non quello zio. La moglie di quello è... lo ha scaricato per uno giovane qualche anno fa, cosa che ha facilitato il suo trasferimento a casa nostra. Oltre a mia mamma e lui c'è anche un'altra zia, che è ventenne e che ha appena avuto una nuova bambina. La seconda.

Voglio vedere come va a finireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora