XXVII

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Mi tremano le mani. Non vengo qui da quando ho tre anni. Ho dei bei ricordi della casa della nonna. Io e Lucia costruivamo una casa con le coperte nella vecchia stanza della mamma.

Prendo un respiro.

Sento la mano di Liam premere sul mio fianco. Non riesco a guardarlo in faccia.

Il cuore mi batte forte nel petto.

Premo il campanello.

Davanti mi compare mia nonna. Ha i capelli grigi corti e il viso segnato dalle rughe. Però continua a essere più alta di me. L'espressione è un misto tra felicità, sorpresa, rabbia e orgoglio.

- Ciao nonna. - mormoro.

- Cezanne! - mi abbraccia di slancio. Le sue braccia mi avvolgono completamente.

Io mi perdo nella familiarità e nella sicurezza delle sue mani che mi stringono. È tanto che non sento un conforto simile.

- Entra pure. Lui è...?

- Liam. Un amico. - sorrido e vado dentro la casa, identica a come la ricordavo.

I mobili di pregio contro i muri, il tavolo grande di legno al centro con un centrino e un vaso di fiori. I divani sui due lati della stanza. In un angolo c'è il corridoio che svolta e ti porta nelle altre camere e sulla scala per il piano di sopra. Da piccola la chiamavo "La Scala dell'inverno" perché le lampade emanano una luce gialla soffusa che faceva sembrare i gradini come se fossero sempre in inverno.

- Perché sei qui? - la nonna si è messa alla cucina a guardare nei mobili. - Vi preparo la solita cioccolata, va bene? - sorride.

Liam si guarda intorno imbarazzato senza sapere cosa fare. Gli faccio cenno di seguirmi mentre mi siedo.

- Sono qui per raccontarti diverse novità. Mamma e papà hanno deciso di separarsi. Divorzieranno tra poco.

- Mmm.

So che la relazione tra i miei genitori non le è mai piaciuta. Sono stati insieme da quando avevano sedici anni, solo che la loro vita era tutta una discussione e un battibecco incredibile che si è prolungato col tempo. Nonostante tutto hanno continuato ad amarsi e per calmare le acque hanno voluto una figlia, Lucia. Nonna ha sempre detto che mia mamma doveva lasciarlo, perché tra loro le cose non sono mai funzionate. Ma lei non ha mai voluto saperne; penso perché non ha mai avuto un fratello o un padre, morto quando aveva due anni, o una qualunque presenza maschile.

- E... Lucia è morta.

L'aria si fa immobile.

- Come? - domanda soltanto.

- Un incidente in auto.

La sento sospirare.

- Scusa se ho dato la notizia così freddamente, ma... non sono mai stata brava con queste cose.

- Nessuno è bravo in queste cose. Il trauma è lo stesso difficile da superare, in qualsiasi modo la si metta. - si siede davanti a me. - Ora cambiamo argomento. Come va la scuola? Gli amici? La tua amica Alyas come sta? Ti sei decisa a cercare un fidanzato, bella come sei?

Rido. Poso la tazza sul tavolo. - Ho vinto un concorso di arte, la scuola è okay. Mi destreggio abbastanza in questo campo. I miei amici sono distrutti. Una è scomparsa, una sta smettendo di vivere per la prima e l'ultimo che rimane consuma la sua vita per vedere felice la seconda. Alyas sembra stia bene, abbiamo avuto delle controversie ultimamente, e non ci siamo confidate molto.

Voglio vedere come va a finireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora