XII

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Basta premere un pulsante e... e poi boh. È stata Alyas a propormi di vederci, ma dopo questa mattina non sono più tanto sicura di cosa mi dirà. Alla fine mi decido. Suono il campanello.

Lei e la sua famiglia vivono in una casa unifamiliare a due isolati dalla scuola, così i suoi la accompagnano tutte le mattine. Sono di origine nativo americana, e si sono trasferiti qua in Italia quando Alyas era molto piccola, perciò lei non ricorda nulla e si comporta come una vera e propria italiana. Ha sempre vissuto in questa casa enorme e bella, con un giardino curato e dei genitori fantastici.

Lei non è come me, vissuta in mezzo a due che si urlano dietro, una sorella più grande di sette anni e mezzo, e con un piccolo appartamento al piano terra vicino alla periferia di un paese di cui nessuno conosce l'esistenza.

Forse è per questo che ci siamo piaciute sin dall'inizio.

Io, bianca, cattolica non praticante, con una famiglia lacerata.

Lei, pelle che la fa sembrare perennemente abbronzata, divisa tra due credenze e religioni quindi atea, con una famiglia perfetta dove tutti vivono in armonia e dove lei è libera e al centro dell'attenzione.

- Entra pure. – mi dice la sua voce al citofono.

Il cancello si apre.

Attraverso il piccolo sentiero in piastrelle grigie che taglia in due il giardino dal prato verde e curato. Casa sua è di un rosa-fuxia, bella ed elegante.

- Ciao. – la saluto all'ingresso.

- Ciao. – non sorride, ma non sembra nemmeno essere arrabbiata.

- Allora... iniziamo a suonare?

- Non prenderla come un insulto, ma verrebbe fuori uno schifo. Onestamente, la nostra situazione non è affatto chiara, combineremmo un casino.

- Hai ragione.

- Quindi è meglio se ci sediamo e parliamo.

- Bene.

- Ho... ho preparato una cioccolata.

- Grazie. – dico quando me la porge.

Ci sediamo sul divano.

- Ti volevo informare del fatto che ho superato diversi turni del concorso di arte dell'anno scorso.

- Bene. Sei sempre stata brava a disegnare. Come vanno le cose con Liam?

- Bene? Non succede nulla di strano.

- E cosa fate di solito? Oltre a limonarvi, chiaro.

So perché ha fatto questa battuta. Perché in fondo sa che io e Liam non ci siamo mai baciati e che a causa mia non accadrà mai.

- Non penso ti possa interessare. Tu invece? Nuove conquiste o rimani fissata con lo stesso di due settimane fa?

- Rimango fissata, come dici tu.

Restiamo in un silenzio carico di tensione a sorseggiare le nostre cioccolate, guardando fisso davanti a noi.

- Perché litighiamo? Che senso ha? – mi chiede.

- Non lo so. Forse perché tu non riesci a perdonarmi il fatto che io stia con Liam e io che non riesco ad accettare il tuo leggero cambiamento.

- È che io voglio essere parte di un gruppo, fare cavolate e avere qualcuno che mi vuole bene in modo diverso da un amico. Tu no. Stai sempre per le tue, ti ho visto per la prima volta a una festa solo settimana scorsa.

Voglio vedere come va a finireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora