XXIII

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- Cosa intendevi con "ho una sorella"? - Liam mi raggiunge non appena mi vede in cortile a scuola. Non è arrabbiato e nemmeno deluso dal fatto che io gli abbia mentito.

- Io ho aspettato le tue spiegazioni. Tu farai lo stesso. Oggi pomeriggio saprai tutto. In piazza.

- Detesto quando hai ragione.

- Cioè sempre?

- Non esageriamo.

- Io non esagero. Ho addirittura vinto un concorso ieri.

- Questo cosa c'entra?

- No no, è un valido argomento.

- Stai citando sul serio Le follie dell'imperatore?

- Hai visto anche tu il cartone?

- Stai scherzando?! A Bea piace moltissimo, lo abbiamo visto cinquecento volte.

- Credevo non lo conoscesse nessuno!

- Il mio personaggio preferito è lo scoiattolo.

- Davvero? A me piace la cattiva. Insomma, come ti fa ridere lei nessuno.

- Penso sia l'unica a pensarla così. A Bea piace il servo.

- Anche lui è fantastico.

Parliamo con una tranquillità inquietante. È così bravo a cambiare discorso che mi spaventa. Voglio liberarmi da quel peso opprimente che ho dentro lo stomaco.


Liam arriva verso di me con la faccia scura. La farsa è finita. - Perché non me l'hai detto prima?

- Non lo so. Io... non ne ho idea. Solo Alyas sa che ho una sorella. Non mi è mai venuto in mente di dirlo ad altri. Sono abituata a tenermi tutto dentro e...

- Okay. Racconta. - si siede a fianco a me sul muretto. Ha sete di spiegazioni, non vede l'ora di credere che tra me e lui ci siamo detti tutto, ormai. Anche se so che non è così.

- Mia sorella è morta in un incidente stradale. Mia mamma e lei stavano andando al centro commerciale come ogni sabato, poi è successo qualcosa e Lucia ha sbattuto la testa, e... insomma, è morta. Mamma si è rotta un braccio e la macchina è tornata sfasciata. Non so altro perché a mamma non è mai piaciuto parlarne. Quell'incidente è... uno dei più grandi motivi per cui litigano. Oltre alle piccole cose, è da tre anni che continuano a discuterne senza sosta. Mio padre dà la colpa a mia madre per averla portata. Mia madre ribatte che se lui fosse stato meno tirchio e avesse comprato una macchina più bella sarebbero state più sicure e sarebbero tornate a casa tutte e due, piuttosto che una. Per il primo anno non avevano neanche il coraggio di parlare di quello. Ancora adesso fanno un po' fatica. È accaduto poco dopo il nostro trasferimento qui vicino. Non ci siamo spostati tanto, ma speravamo avrebbe riportato la pace.

- E in questo marasma tu come l'hai vissuta?

- Non la vivo. Io... non faccio nulla. Non so se accettare la sua morte o rifiutare che la sua vita si sia spenta a soli diciotto anni. Non eravamo molto legate, ma non so davvero che provare nei suoi confronti.

- È tua sorella! Dovresti sapere esattamente cosa provare! - si stava scaldando.

- Liam! Il mio rapporto con lei e i nostri genitori non era come il tuo! È per colpa della sua morte che litigano così tanto! Ai miei è sempre importato più lei di me! Lei era quella che sarebbe andato a studiare fotografia, lei era quella che aveva talento! Anche adesso che è morta è più importante e migliore di me! È sempre stata al primo posto nella classifica dei pensieri di tutti! Io ero e sono la sua copia venuta male, quella che deve stare nell'ombra e non fare sfigurare la sorella! - alla fine sono riuscita a sputarlo fuori, quel grumo di odio e di amarezza che provo nei suoi confronti. Non avrei voluto farlo con Liam, ma l'occasione mi si è presentata su un piatto d'argento e non ho potuto fermarmi.

Voglio vedere come va a finireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora